Il Santo Padre ci indica le vie della pace
È mio grande piacere pubblicare la lettera che il Santo Padre ha scritto il 14 u.s. al Direttore del Corriere della Sera[1], lettera che contiene parole molto utili per tutti noi, che vogliamo la pace sia in Ucraina che in Israele.
Trovo molto significativo il fatto che il Papa si sia rivolto a un Direttore di giornale. Vedo in ciò un fatto simbolico, come a dire che il Papa, rivolgendosi a un dato quotidiano, si rivolge a tutti i giornalisti dell’Occidente e dell’Oriente per esortarli ad assumersi con coraggio le loro responsabilità.
A tal riguardo l’espressione che mi ha colpito moltissimo è la seguente: “Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra”.
Con ciò il Papa ci fa capire ancora una volta l’importanza della parola come fattore di pace. Infatti, come esistono parole e idee che provocano conflitti e guerre, così esistono parole e idee, soprattutto quelle che possiamo ricavare dal Vangelo, le quali hanno la capacità di individuare i termini dei conflitti, possono disporre dei criteri di valutazione e quindi possono indicare ai belligeranti il modo di incontrarsi per fare la pace.
Il Papa fa inoltre leva, come ha fatto altre volte, sull’importanza che le religioni hanno nel creare fraternità e collaborazione in ordine alla giustizia e alla concordia tra i Popoli.
A questo riguardo a me viene in mente l’ecumenismo e l’importanza che esso può avere per la realizzazione di questi fini, che il Papa assegna alle religioni. Entrando più sul concreto, io ritengo che sia molto importante, come sto facendo da tempo, mettere in luce nella guerra in Ucraina, accanto a quelli che sono gli aspetti politici, etnici, militari, economici e territoriali, anche l’aspetto religioso, che di fatto incide molto nel determinare lo stato d’animo sia degli Ucraini che dei Russi.
Discorso simile va fatto per la guerra in Israele. Infatti Mussulmani ed Ebrei devono ricordare che sono entrambi figli di Abramo, adoratori di un unico Dio, e mettere da parte qualunque volontà di sopraffazione reciproca.
Il Santo Padre nella sua lettera non cita la Madonna, ma considerando le sue parole possiamo vedere in trasparenza l’influsso della devozione mariana del Papa, soprattutto pensando a Maria come Regina della pace.
Al riguardo sappiamo come la Madonna, appartenente al Popolo ebraico, è oggetto di culto non soltanto per i Cattolici, gli Ortodossi e tutti i Cristiani, ma anche per i Mussulmani. Questa devozione comune è certamente nello sfondo dello spirito che ha animato la lettera del Papa.
P. Giovanni Cavalcoli
Fontanellato, 18 marzo 2025
Testo della Lettera
Caro Direttore,
desidero ringraziarla per le parole di vicinanza con cui ha inteso farsi presente in questo momento di malattia nel quale, come ho avuto modo di dire, la guerra appare ancora più assurda. La fragilità umana, infatti, ha il potere di renderci più lucidi rispetto a ciò che dura e a ciò che passa, a ciò che fa vivere e a ciò che uccide. Forse per questo tendiamo così spesso a negare i limiti e a sfuggire le persone fragili e ferite: hanno il potere di mettere in discussione la direzione che abbiamo scelto, come singoli e come comunità.
Vorrei incoraggiare lei e tutti coloro che dedicano lavoro e intelligenza a informare, attraverso strumenti di comunicazione che ormai uniscono il nostro mondo in tempo reale: sentite tutta l’importanza delle parole. Non sono mai soltanto parole: sono fatti che costruiscono gli ambienti umani. Possono collegare o dividere, servire la verità o servirsene. Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra. C’è un grande bisogno di riflessione, di pacatezza, di senso della complessità.
Mentre la guerra non fa che devastare le comunità e l’ambiente, senza offrire soluzioni ai conflitti, la diplomazia e le organizzazioni internazionali hanno bisogno di nuova linfa e credibilità. Le religioni, inoltre, possono attingere alle spiritualità dei popoli per riaccendere il desiderio della fratellanza e della giustizia, la speranza della pace.
Tutto questo chiede impegno, lavoro, silenzio, parole. Sentiamoci uniti in questo sforzo, che la Grazia celeste non cesserà di ispirare e accompagnare.
Francesco
Roma, Policlinico Gemelli, 14 marzo 2025
Immagine da Internet
Nessuna traccia di cattolicesimo nella lettera , giusto un vago riferimento di circostanza alla Grazia celeste in chiusura, non prima di aver fatto riferimento alle religioni (sic). Un messaggio centrato sulla Terra e che sulla Terra è destinato a rimanere. Preghiamo
RispondiEliminaCaro Angheran,
Eliminatenga presente che il Corriere della Sera è notoriamente un quotidiano legato alla massoneria. Provi a domandarsi: come mai il Papa non ha scritto a Avvenire, che si proclama cattolico? L’intervento del Papa ha quindi una ragione ben precisa, che non ha nulla a che vedere con una specie di secolarismo, che ignora Cristo, ma al contrario si tratta di una forma di enunciare Cristo intrattenendo un dialogo con un interlocutore, che si suppone di buona volontà e persona ragionevole, amante della giustizia e della pace.
Dialogare con persone di questo tipo può essere una di quelle opere di misericordia, che vengono premiate da Cristo alla fine del mondo (Mt 25) anche se chi le ha fatte non era consapevole di servire Cristo. Voglio dire che è possibile annunciare Cristo anche senza nominarlo, col solo esercizio di un dialogo tra uomini di buona volontà.
Discorso simile vale per l’appello che il Papa ha fatto alle religioni a lavorare con lui per ottenere pace e concordia nel mondo. Anche qui, se il Papa non ha nominato Cristo, non dobbiamo pensare che le sue mire siano puramente terrene. Certo, ha nominato la terra, ma con la prospettiva, che lei stessa riconosce, che la Grazia divina salvi la terra. E qual è questa Grazia, se non quella che è eminentemente custodita dalla Chiesa Cattolica?
Stoico intervento del papa; premesso che egli il Cristo lo nomina raramente / mai, concordo con lei per quasi tutto carissimo p. Cavalcoli, ma, contemporaneamente, penso che questa iniziativa del Francesco, sia tardiva, il tempo e' scaduto e ininfluente comunque: questi parolieri qui dei giornali democratici / media / TV ecc. sono a stipendio di chi lei ben sa' e in cambio recitano a comando. Ci metto dentro pure Avvenire della CEI.
RispondiEliminaLa guerra sta arrivando inesorabile e noi cattolici possiamo solo pregare Dio; quanto agli altri delle altre "fedi" (mi viene freddo a chiamarle cosi') sono pronti a scatenare l'inferno: l'ecumenismo nei loro confronti costituisce una ingenuita' ed un tranello, anche lei mi pare ci sia cascato: della Madonna i mussulmani se ne fregano.
Iooooooo Sono La Via La Verita La Vita, ma come si fa qua andare avanti con questo ecumenismo abu-dabi ecc.!!!
Un caro saluto e pensiamo a pregare! Questo Borgoglio non lo dice.
Caro Fedele,
Eliminaio credo che al punto in cui siamo arrivati, per noi cattolici, una parola nella quale maggiormente possiamo confidare per ottenere da Dio la pace, parola che attira l’attenzione anche delle grandi potenze, sia quella di Papa Francesco, il quale continua quell’ecumenismo che è stato promosso dal Concilio Vaticano II.
Tenga presente che questo ecumenismo è stato ispirato dallo Spirito Santo. Quindi non ha nessun senso parlare di ingenuità, ma questa ispirazione, che ci viene da Dio e coinvolge noi cattolici e gli ortodossi, è la vera speranza che oggi ci può sostenere.
Discorso simile va fatto per il dialogo con i musulmani, anch’esso promosso dal Concilio. Infine tenga presente che la Beata Vergine Maria, Regina della pace, è oggetto di venerazione per noi cattolici, per gli ortodossi e anche per i musulmani.
Mah, io continuo a pre-vedere sacerdoti cattolici
RispondiEliminainchiodati ai portoni delle Chiese, mi sforzo di non credermi, ma poi vedo le stesse Chiese bruciare ... e con esse tutta Roma messa a ferro e foco. Dovra' accadere qualche cosa di straordinario, cui solo la mano di Dio nostro Padre Omnipotente potra' porre fine, per successivamente svelare una nuova era terrena; confido di poter vedere questa era imminente e nel mentre rimango, e rimaniamo, tutti in preghiera. Qua abbiamo toccato il fondo in molti ambiti, perfino il pappa B-orgoglio ha sbandato, cozzando fuori strada piu' volte e piu' volte ancora, dirottando impreparate anime su binari infernali; mentre un suo noto predecessore ebbe l'umiltà' dei Santi ("se sbaglio mi corriggerete") dixit !
Un caro saluto p. Cavalcoli, lei qui ha spiegato tutto per bene, sono contento di essermi ritrovato nelle sue considerazioni efficaci anche se forse un po' troppo ottimistiche sopra l'argomento ecumenismo. Sic! Ancora CVII, un albero infruttifero. Mah.
Errata corrige: il mio commento delle ore 21:05 e' stato da me postato qui erroneamente:
RispondiEliminae' da intendersi invece pertinente a : LA PACE E' VICINA 1/2 , mi scuso.