Il passato e il futuro nel presente
Il mio messaggio natalizio
Cari Amici Lettori,
il Santo Natale che ci apprestiamo a celebrare e a festeggiare mi dà lo spunto per meditare con voi sulla bellezza di quel mistero per il quale il Dio eterno di Gesù Cristo, Dio al di sopra del tempo e dello spazio, eppur creatore del tempo e dello spazio, ha voluto, incarnandosi, unirsi personalmente ad una porzione di tempo e di spazio, il bambino Gesù, per consentirci nella comunione sacramentale con Lui, di sentire presente il passato e il futuro della storia, cioè a dire l’intera umanità nella sua concretezza storica.
Così la nascita di Cristo 2000 anni fa è certo un fatto del passato, ma se Gesù è il Figlio di Dio incarnato, e il Figlio esiste ab aeterno e in eterno, Egli sovrasta e assume in sé tutto il corso del tempo e tutta l’ampiezza dello spazio. L’incontro con Cristo è l’incontro con il mondo da Lui creato, esteso nello spazio e fluente nel tempo.
Il Natale di per sé è memoria e incontro col Cristo terreno di 2000 anni fa, incontro col Cristo misticamente presente nei profeti biblici, incontro col Cristo presente oggi nella Chiesa e nei suoi sacramenti, incontro con Cristo presente nella profezia e nella speranza dell’incontro col Cristo parusiaco, è incontro con Cristo creatore e Signore dell’universo.
Così il Natale è memoria di un evento salvifico che è accaduto, ma nel contempo è percezione nella fede di un evento presente, l’attuarsi nel quotidiano della salvezza, ossia la celebrazione gioiosa del Natale, ed è nel contempo preparazione, tensione dell’animo, desiderio e attesa di un evento futuro, il pieno compimento della salvezza.
Siamo temporali ma fatti per l’Eterno. Il mistero del Natale è nel contempo evento e manifestazione dell’Eterno. Il Figlio di Dio è nato dal Padre dall’eternità, eterno Egli stesso nato dall’Eterno. Gesù, nato 2000 anni fa, è il medesimo che è nato dall’eternità.
Ma siccome è il Figlio eterno, non appartiene al passato, ma dal passato giunge a noi. Gesù fu, ma nel contempo è e sarà. Gesù non è ancora ma nel contempo è già. È, come dice l’Apocalisse, Colui che Era, che È e che sarà.
Dove si è congiunto il tempo con l’eterno? Nel seno di Maria per opera dello Spirito Santo. Maria è vergine rispetto all’uomo, tuttavia ella è stata divinamente fecondata dallo Spirito del Padre, per cui ella ha concepito un Figlio che è figlio suo e del Padre. Quindi è sposa del Padre e Madre del Figlio. Maria è in tutta l’umanità la donna che tra tutte le altre è stata maggiormente unita alla Santissima Trinità.
San Giuseppe è sposo di Maria, sicchè Maria è sposa due volte: di un uomo e di Dio. Gesù non è solo figlio di Dio, ma anche figlio secondo la legge di Giuseppe. Gesù dunque è figlio due volte, perché ha due padri: Giuseppe, secondo la legge, e il Padre celeste, secondo la natura divina. Nella Sacra Famiglia tutto è doppio, perché in Gesù abbiamo l’unione fra la natura umana, in quanto nato da Maria, e la natura divina nell’unica Persona del Verbo incarnato.
P. Giovanni Cavalcoli
Fontanellato, 17 dicembre 2024
Immagine da Internet: Sacra Famiglia, Tiziano
Buon Natale, padre Giovanni.
RispondiEliminaRingrazio di cuore e ricambio nella pregliera.
EliminaBuon Natale e grazie per quanto scrive.
RispondiEliminaGrazie di cuore e ricambio nella preghiera.
EliminaBuon Natale a lei carissimo p. Giovanni e alla sua comunità del Santuario della Madonna di Fontanellato. Grazie di cuore per queste sue riflessioni natalizie. Che sia un nuovo anno ricco di speranza per la nostra Chiesa e per il mondo intero. Uniti nella preghiera, nella fede e nell'esercizio di una carità fraterna. Che Dio ci benedica e ci assista.
RispondiEliminaDon Vincenzo
Caro Don Vincenzo, grazie per i suoi fraterni auguri. Ricambio di cuore invocando su di lei abbondanti benedizioni celesti per il suo ministero sacerdotale e perchè lei possa mietere una larga messe di frutti per la Vigna del Signore.
EliminaBuon Natale padre, grazie per gli articoli.....e per le risposte alle domande. Francesco Orsi
RispondiEliminaCaro Francesco, ringrazio per gli auguri natalizi e ricambio nella preghiera.
Eliminaἐκένωσεν ekenosen" (Fil 2,7) svuotò se stesso, San Paolo esorta ad avere gli stessi sentimenti del Verbo vestito di carne, ma come sappiamo non è sufficiente la natività in povertà per svuotare l'uomo dell'amor proprio, ci vuole la tragedia di una croce
RispondiEliminaCaro Sandro,
Eliminain realtà quel verbo sarebbe riferito alla divinità, non all’umanità, solo che preso alla lettera è un’assurdità, perché Dio non può negare Sé Stesso, come crede Hegel.
Invece San Tommaso, da fine teologo, ha capito che cosa San Paolo intendeva dire e ha riferito quel verbo non alla divinità, ma all’umanità di Gesù ossia alla sua umiltà, per cui il commento che fa lei corrisponde esattamente all’interpretazione di San Tommaso.