14 luglio, 2025

Il dramma degli smemorati. Chi lo direbbe? Ai modernisti manca il senso della storia

 

Il dramma degli smemorati

Chi lo direbbe? Ai modernisti manca il senso della storia

Se c’è una cosa della quale i modernisti si vantano, e che riempie tutto lo spazio dei loro interessi, questa è proprio la storia. Per questo, mi rendo conto che l’accusa che rivolgo loro di non avere il senso della storia contrasta con l’idea che essi hanno di sé stessi e dev’essere provata. È appunto ciò che farò in questo articolo.

Essi infatti sono gli inventori della teologia narrativa, concepiscono Dio come storia, risolvono tutta la realtà nella storia, l’essere nel divenire, la teologia nella storia della salvezza. I loro maestri sono Lutero, Vico, Hegel, Croce, Dilthey, Heidegger, Walter Kasper e Bruno Forte. Tuttavia ha ragione Maritain nel riconoscere ad Hegel il merito di aver fondato la filosofia della storia. Per questo il loro vanto non è del tutto infondato. 

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Non basta comprendere i segni dei tempi, che cosa ci dice o ci ordina Dio oggi, sapere quali sono i problemi, i valori e i bisogni di oggi, ma occorre anche la memoria del passato, occorre conservare i valori immutabili e il deposito della fede, occorre recuperare ciò che abbiamo dimenticato e senza di cui non possiamo vivere.

Quando Paolo dice: «dimentico del passato e proteso verso il futuro» (Fil 3,13), non si riferiva al deposito della fede, ma ai propri peccati perdonati. Senso della storia vuol dire saper discernere nel passato ciò che è da abbandonare e cio che è da conservare ed eventualmente recuperare.

Il difetto dei modernisti è che non riescono a concepire valori stabili, incorruttibili e immutabili, che trascendono il tempo. Per loro muta la natura dell’uomo, muta il significato dei dogmi, muta la norma morale, muta anche Dio. Muta tutto.

Nessuno nega che esista una verità temporale ed è certo questa la verità storica e la verità della storia. Ma curiosamente modernisti e passatisti convengono assieme nell’ignorare che cosa è la verità, confondendola rispettivamente con la storia o con l’abitudine. I modernisti confondono il progresso con la sovversione. I passatisti confondono la conservazione con la retrocessione. Entrambi, invece di conciliare tradizione e progresso, li oppongono fra di loro, sia bloccando il progresso, sia mummificando la conservazione.

Immagine da Internet: Angelus Novus, Paul Klee 

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