24 agosto, 2024

Il cristianesimo insipido - Prima Parte (1/2)

 

Il cristianesimo insipido

Prima Parte (1/2)

Se il sale perdesse il sapore,

  con che cosa lo si può render salato?

Mt 5,13

Un’esistenza sapida

La sapienza, dal lat. sapere, aver sapore, dar sapore, dà sapore alla vita. Il sapiente è persona sapida, che ha sapore e dà sapore alle cose e alla vita, persona che a sua volta sa distinguere e valutare i sapori. Cristo chiede ai suoi discepoli che siano così: non devono essere persone insipide, ma saporite, come un cibo gustoso.

In tal senso Santa Caterina ci teneva ad essere «mangiatrice di anime». La carità fraterna e soprattutto quella sacerdotale pastorale richiede nell’agente una forte attitudine a riconoscere, apprezzare e gustare il valore delle singole anime, una diversa dall’altra, ciascuna con propri doni, così come ogni piatto preparato da un ottimo cuoco presenta una particolare gustosità, l’una diversa dall’altra.

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Il cristianesimo dà senso e sapore ad una vita, che altrimenti sarebbe insipida e senza senso. Un cristianesimo che non dà sapore alla vita, ma un sapore celeste e non meramente terreno, è un cristianesimo fasullo e spregevole, «degno di essere calpestato dagli uomini».

Ciò vuol dire che il cristiano dev’essere un sapiente o quanto meno un amante della sapienza, un filo-sofo. Dal che vediamo quale stretto legame esiste fra il cristianesimo e la filosofia, anche se resta il problema di sapere qual è la vera sapienza. Cristo è la Sapienza del Padre. E lo Spirito Santo è lo spirito della sapienza.

Secondo San Tommaso il dono della sapienza, il più alto dei sette doni dello Spirito Santo, alto effetto della carità, è quello che ci rende intenditori e buongustai delle cose divine, è quello che ce ne fa innamorare, è il dono proprio di coloro che sanno gustare le cose di Dio e, come tale, è il principio dell’esperienza mistica.

Il Concilio ha riconosciuto il dovere del cristiano di risolvere i grandi problemi umani, filosofici e morali del nostro tempo e di essere di esempio nella pratica della giustizia e della misericordia. Ma ha anche ricordato le esigenze del vero umanesimo che solo Cristo può assicurare. C’è però da notare – e ciò è stata una carenza - che ha condannato l’ateismo, ma non ha pensato di condannare lo gnosticismo, il panteismo e la falsa mistica dell’idealismo tedesco e delle filosofie orientali.

Vi ha provveduto Papa Francesco col ribadire la condanna dell’idealismo e col pronunciare la condanna dello gnosticismo, cosa che nessun Papa aveva mai fatto prima di lui. 

Immagini da Internet: Cattedrale di Notre Dame, Parigi

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