Perché i nazisti hanno ucciso Edith Stein?
La differenza fra l’ente e l’essere
Prima Parte (1/3)
Scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani
I Cor 1,23
Perché e che senso ha il martirio di Edith Stein?
La metafisica sembrerebbe un vuoto parlare che non disturba nessuno, sembra un trattare di cose astratte per non dire campate per aria, un fare affermazioni gratuite, incomprensibili e strane, fuori della realtà, prive di interesse e conseguenze pratiche, un giocare con le parole, il lusso che si può permettere chi non ha niente da fare né problemi economici, sembra imbastire discorsi che non toccano i nostri interessi concreti, per cui che un metafisico dica una cosa ed un altro dica l’opposto lascia molti indifferenti, perché a loro sembra che non ci sia in gioco la questione della verità o della realtà, e di una realtà decisiva che possa coinvolgerci tutti, ma che semplicemente si tratti di conflitti di parole e di formule, che lasciano le cose come sono senza toccare i nostri interessi vitali e profondi e senza risolvere i problemi reali della vita.
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Venendo a contatto con San Tommaso e con Santa Teresa, Edith, che era stata attratta da Husserl per il suo bisogno di interiorità, si accorse di qual è la vera interiorità e la vera spiritualità, nonché di qual è il vero senso dell’essere e il valore della coscienza.
Edith si accorse anche del pericolo che costituiva la metafisica di Heidegger, derivata da quella di Husserl, con la differenza che mentre Husserl risolveva l’ente nell’essenza e nel pensato, che egli chiamava «essere di coscienza», muovendosi in un orizzonte di pura idealità e di enti logici, Heidegger, più sensibile alla concretezza e al piano dell’esistenza e dell’azione politica, risolveva l’essere nell’essere umano e nella temporalità: da qui la sua definizione dell’uomo come Esser-lì (Dasein), attivamente politico prendendo spunto da Nietzsche e diventando apologeta del nazismo.
Edith comprese da una parte che occorreva contro Husserl ed Heidegger distinguere l’uomo dall’essere, il finito dall’eterno e l’io da Dio, mentre dall’altra che la vera interiorità non sta nel concentrarsi nel proprio io, ma nel dedicarsi a Dio e al prossimo; il valore della vita non sta nell’egoismo ma nell’altruismo, non sta nel relativizzare l’essere alla coscienza, ma nell’adeguare la propria coscienza all’essere.
Comprese che la cosa principale da fare, prima di guardare alle idee, è guardare alle cose esterne, perchè è guardando ad esse che formiamo idee giuste sulle cose, giacchè dobbiamo regolare le idee sulle cose e non viceversa.
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