03 ottobre, 2025

Da Cartesio a Fichte. La confusione fra l’io umano e l’io divino - Parte Quarta (4/4)

 

Da Cartesio a Fichte

La confusione fra l’io umano e l’io divino

Parte Quarta (4/4) 

 

Non bisogna confondere la gnoseologia con l’autobiografia

Per fondare la scienza non conviene partire dall’io sono, ma bisogna partire dall’esso o dall’egli è, come ha fatto Aristotele, che non si chiede chi sono io, ma che cosa è l’ente.

Del resto, se io parto dall’io, dovrò riconoscere anche il tu. E siccome non sono solo, dovrò riconoscere anche il noi e il voi. Ora Fichte parte dall’io e oppone all’io un non-io. Ma che senso ha? Che cosa è questo non-io? Sono le coe? Sono gli altri? È Dio? 

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/da-cartesio-fichte-la-confusione-fra_3.html

Per Fichte l’unità e la conciliazione degli opposti sono ottenuti solo con l’intervento della volontà, che per Fichte è l’essere stesso che ritrova l’unità assoluta iniziale. 

Ora, quale Io può avere le caratteristiche che Fichte assegna all’Io assoluto? Non certo l’io umano, ma potrà essere solo l’Io divino. E invece vediamo come questo Io assoluto è diviso in sé stesso e come in esso coesistono due posizioni o vite contrapposte l’una contro l’altra e nel contempo l’una relativa all’altra e necessitante dell’altra: l’Io e il non-io.

Esse per loro essenza si respingono e si attraggono ad un tempo, si vogliono e si rifiutano, si includono e si escludono a vicenda, si uniscono e si dividono, si odiano e si amano perché l’una non può esistere senza l’altra e l’una è necessaria all’altra proprio per consentire l’essenza e la costituzione dell’Io.  

Allora come non vedere qui in questa «aiuola che ci fa tanto feroci», per dirla con Dante, la conflittualità umana portata all’esasperazione? L’odio e la guerra come princìpi della convivenza umana? È questo l’ambiente divino o non piuttosto il regno di Satana?

Per Fichte dunque non sono più una cosa in sé, una creatura di Dio creata dal nulla, ma sono l’Io assoluto che pongo me stesso e il non-io all’interno del mio io in eterna lotta col mio Io. Squallida e tragica conclusione di una teoresi iniziata col dubbio sull’esistenza del mondo esterno e del mio stesso corpo che testimoniano eloquentemente della sapienza e della potenza infinite del Dio della giustizia e della misericordia.

Immagine da Internet: I lottatori, Courbet 



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