Omelia del Servo di Dio Padre Tomas Tyn
Festa di Maria Regina Nostra Fiducia
Anno Mariano - Bologna, 1987-88
Audio:
- S.Messa (Parte Prima) https://youtu.be/gkSIyYbjHG8
- S.Messa (Parte Seconda) https://youtu.be/53LljJlDxwM
- Omelia (Maria Regina Nostra Fiducia) https://youtu.be/Q9P-qK3mv1g
Registrazione e custodia dell’audio a cura di diverse persone
Omelia
Fratelli miei carissimi, tutti oggi ci rallegriamo della solennità della Beata e Gloriosa Vergine Maria, Madre di Dio, Madre della Chiesa e Madre nostra, Regina nostra e anche Avvocata nostra, la Fiducia nostra. E’ sotto questo titolo che la parrocchia la celebra in modo particolare.
Ma tutto il mondo è in festa per Maria, nostra Madre e Regina, proprio perché celebriamo, come voi ben sapete, l’Anno Mariano, un segno davvero provvidenziale per il bene della Chiesa intera, per il bene delle anime immortali riscattate dal sangue prezioso di Gesù, santificate per opera dello Spirito Santo, per il bene delle anime, perché alle anime in Maria rifulge un esempio sicuro di santità.
Bisogna, cari fratelli, andare a scuola di Maria per trovare la via che conduce a Gesù. D’altra parte è proprio molto interessante notare quello che poi cercheremo di commentare un po’; cercheremo di riflettere un po’ su questo titolo particolare della Beata Vergine Maria, con il quale la cristianità da tempi immemorabili l’ha sempre onorata, e cioè Colei che è la Sposa dello Spirito Santo.
Pensate che la funzione di Maria è davvero analoga a quella dello Spirito Santo. Perché lo Spirito Santo, così ci ha detto il Signore, ci introduce in ogni verità che da Lui ci è stata rivelata. Così anche Maria ci conduce infallibilmente da Gesù. Per mezzo di lei il Padre nostro, che è nei cieli, nella sua immensa bontà e nella saggezza della sua divina decisione, ha scelto che per mezzo di Maria il Verbo fattosi carne venisse in questo mondo.
E perciò, per mezzo di Maria Dio vuole che noi ascendiamo a Gesù. E così Maria ci indica la strada, ci dice proprio come durante le nozze di Cana disse a quelli sfiduciati: “Fate tutto quello che egli vi dirà”. Così Maria dice anche a noi: “Fate tutto quello che Gesù vi ha detto”. Fate tutto quello che Gesù vi ha detto anche nel Vangelo e che vi dice tuttora, in quanto vi ha dato il dono dello Spirito Santo consolatore e consigliere soprannaturale, che continuamente ci ammonisce e continuamente ci fa amare la verità rivelata da Dio e nell’amore sempre meglio ce la fa comprendere.
Ecco dunque, miei cari fratelli, perché noi in particolare ci rallegriamo di questa festa, che riguarda tutta la diocesi. Perché voi sapete bene che quest’oggi anche la diocesi tutta intera di Bologna celebra la festa della Beata Vergine di San Luca. La nostra parrocchia celebra appunto la Beata Vergine sotto quel titolo così bello e così vero e così autentico della Nostra Fiducia.
Ebbene, miei cari, cerchiamo anzitutto di ringraziare il Signore. Perché? Perché in tutto il mondo, in tutta la Chiesa universale, dove ci sono dei cristiani, dei discepoli di Gesù, là ci sono anche santuari Mariani. Non conosco una città, non una diocesi, non una nazione che non veneri Maria sotto qualche titolo particolare, quale immenso e sublime dono del Signore. Egli vuole che la sua Madre sia sempre lodata, benedetta e glorificata, perché Lui stesso la loda, la benedice e la esalta per tutta l’eternità.
Ecco dunque, miei cari fratelli, come sono profonde quelle parole di Gesù, il suo testamento, le parole che Egli ha pronunciato dall’alto della croce, mentre si compiva il mistero della nostra redenzione. Gesù guardò San Giovanni; Giovanni, il cui nome vuol dire “Dio dà grazia”, “Dio usa misericordia”, il discepolo prediletto del Signore. Ebbene, il Signore lo guarda e dice a Giovanni, quasi come se desse a lui, e per mezzo di lui a tutti coloro che Lo amano, il suo testamento.
Ebbene, dice: “Ecco la tua madre”. E a Maria dice: “Ecco il tuo figlio”. E così la cristianità da sempre ha ben inteso queste parole del Signore, che erano rivolte non solamente a Giovanni, ma a tutti coloro che nell’amore sono del Signore, appartengono al Signore Gesù.
Non è possibile, cari fratelli, appartenere al Signore, aderire a Lui come i tralci alla vite, così come Gesù ci insegna, non è possibile far parte della Chiesa, essere vitalmente legati a Cristo e possedere il dono dello Spirito Santo, senza onorare Colei che di Gesù è la Madre e Colei che dello Spirito Santo è la sposa, Maria Santissima.
Ecco, cari fratelli, come dovremmo essere preoccupati, santamente preoccupati e raccomandare nella nostra preghiera a Dio quei fratelli che conoscono Gesù, ma non conoscono ancora Maria. Bisogna pregare per loro, perché il Signore, che già ha dato a loro il dono grande della fede in Cristo crocifisso e risorto, dia a loro la fede piena, cioè la fede anche nella Madre Santissima del Signore.
Ecco, cari fratelli, come San Cipriano diceva, mi piace tanto quel suo detto, non è possibile avere Dio per Padre, se non si ha la Chiesa per Madre. Non è possibile essere discepoli di Gesù, se non si ama e non si venera Maria, se non si ha Maria come Madre, ossia non si ha per Madre Maria.
Ebbene, è assolutamente necessario che noi, lungi dal resistere alla nostra devozione Mariana, anzi ci facciamo un umile e santo vanto della nostra devozione Mariana, della nostra pietà Mariana, umile vanto perché non nostro, datoci da Dio.
Cari fratelli, mi addolora talvolta vedere alcuni, in fondo anche bene intenzionati, che dicono: I nostri fratelli separati non riconoscono il culto di Maria e allora, tanto per andare incontro a loro, anche noi dovremmo venerarla un po’ meno.
E va bene. Possiamo anche credere che Lei è la Madre del Signore, possiamo avere un culto privato di Lei. Ma guai se lo diciamo troppo in qualche modo come si dice trionfalisticamente. Guai se lo diciamo pubblicamente, se lo affermiamo con gioia nel cuore. E invece è così che si è professata la nostra fede in Gesù e in Maria, Madre di Gesù, Madre di Dio. Perché, questo? È forse superbia, la nostra? È un fatto orgoglioso, il nostro? No. Perché Maria ci è stata data da Dio, è un dono del Signore. E i doni del Signore vanno accettati con umiltà, ma anche con riconoscenza, con lode, con esultanza.
È molto bello vedere, quando voi pregate, come lodate il Signore. Con riconoscenza. È così che va fatta ogni buona preghiera. Ogni preghiera si articola in adorazione, in ringraziamento, in lode e benedizione di Dio.
Interruzione della registrazione
di Maria. Proprio recentemente ho letto di un predicatore che parlava della Vergine. Pensate un po’. Diceva questo insigne predicatore, che in fondo tutte le lodi della Chiesa, tutta la solennità della liturgia, tutte le nostre preghiere, il profumo dell’incenso, tutta questa bellezza che noi vediamo ai piedi di Maria cantando le sue lodi, tutto questo è del tutto inferiore e scompare dinanzi a quella grandissima lode, a quella sublime e così semplice lode che diede a Maria lo stesso suo Sposo, lo Spirito Santo, quando ispirò l’Evangelista a scrivere queste parole, semplici parole, ma che dicono tutto: “Maria, dalla quale nacque Gesù, che si dice il Cristo”.
Gesù che noi chiamiamo il Cristo, cioè il Salvatore, il Redentore, il Messia, l’Unto del Signore, il Mediatore tra Dio e gli uomini, Egli è vero Dio e vero uomo, è nato da Maria. Certamente il culto mariano dev’essere sobrio, dev’essere umile, come umile e semplice era la fede di Maria. Ma non per questo dev’essere un culto dimesso, pauroso, timido, pavido. No. Dev’essere un culto verace, autentico, che si sottomette alla verità, combattivamente proclamata dalla Chiesa, ma nel contempo quella verità appunto la si dica con fiducia, con coraggio.
Ebbene, che cosa dice la Chiesa rispetto a Maria? Dice certamente che Maria non è una delle Persone divine. Questo certamente, no. Così facevano alcuni esagerati che volevano falsamente esaltare la Beata e Gloriosa Vergine Maria. E invece si può dire e si deve dire giustamente, come ebbe a dire il cardinale Gaetano, un grande commentatore di San Tommaso: Maria è Madre e nella sua divina maternità fu quasi assunta nella sfera della Trinità Santissima.
Perché, questo? Da dove deriva a Lei, che era semplice creatura umana, questa dignità di essere assunta in un senso lato, oltre alla sua assunzione alla gloria del cielo, ma sin dagli albori della sua esistenza, lei, l’Immacolata, la tutta pura era già nella Trinità Santissima. In che modo si può spiegare questo? Perché Dio ha preparato in Lei una degna dimora per il Figlio suo, il Verbo di Dio, coeterno e consustanziale con il Padre, perché in Lei per opera dello Spirito Santo, datore e largitore di vita, il Verbo si face carne in Lei e per mezzo di Lei. Spettava a Maria quell’ultimo onore di dare a Gesù la nostra umanità. Quello che Dio non aveva. Dio ha tutto, tutto possiede, ma non aveva ancora l’umanità ipostaticamente congiunta con la sua Persona divina. Ebbene, questo dono che la umanità donava a Gesù, questo dono gli fu dato per mezzo di Maria, per volontà di Dio.
Ecco perchè, cari fratelli, giustamente i Santi Padri della Chiesa e i grandi Concili soprattutto il Concilio di Efeso, che definì questa grande verità, hanno capito che tutti i titoli di dignità della Beata Vergine Maria si fondano sulla sua divina maternità. Non è vero quello che diceva Nestorio, secondo il quale Ella, sarebbe solamente christophoros, la madre di Cristo, che già sarebbe una cosa grande, ma di Cristo uomo, di quell’uomo che è il nostro Salvatore. Ma non basta. Non è solo la Mater Salvatoris; è anche la Mater Dei. Certamente è anche la Madre del Salvatore, ma è soprattutto la Mater Dei, la Madre di Dio.
Certo, non nel senso falso, che Ella abbia dato a Dio la vita divina. E’ cosa impossibile, perché Dio è dall’eterno e per tutta l’eternità. Dio è la pienezza dell’essere. E quindi da nessuno e men che meno da una creatura Dio può ricevere l’essere. Però Maria ha dato la vita umana, questa sì che l’ha data, si capisce. Ma ha dato la vita umana a chi? A un uomo? No, a un Dio[1], al Verbo dell’Eterno Padre. E questa è la grande verità: che Maria diede l’umanità al Verbo. Ciò che è nato da Lei è una Persona. E quella Persona non è persona umana, ma è Persona divina.
Ecco, cari fratelli, al giorno d’oggi si tende a minimizzare la verità, nestorianamente, a minimizzare e far aberrare e deviare le anime dalla verità della maternità divina di Maria. Perché? Perché al giorno d’oggi tutto è una esaltazione della persona: dobbiamo realizzare la nostra personalità, per la persona non si è fatto mai abbastanza.
Ebbene, miei cari, quello che ci dovrebbe sempre muovere ad insistere molto sul mistero dell’umiltà è il fatto che Gesù stesso ha rinunciato ad avere una persona umana. Se c’era uno che non aveva un io umano, era Gesù. Il suo Io era tutto divino. Una sola è la Persona del Salvatore. Persona divina.
La tendenza ad esaltare l’umanità contro la divinità, porta alcuni teologi - penso per esempio a (?) - a sostenere che il Cristo aveva una piena e consolidata persona umana. Questa però è già una falsa opinione, anzi è l’eresia di Nestorio. Il Cristo non aveva una persona umana. Ma proprio con questo, se Cristo fosse, per assurdo, due persone, allora Maria non sarebbe Madre di Dio. Ella avrebbe dato alla luce Gesù uomo, secondo la sua natura umana e secondo quella ipotetica persona umana. Invece, no.
Siccome in Gesù le nature sono due, ma la Persona è una sola ed è Persona divina, la Persona del Verbo, Maria è la Madre del Verbo, Madre di Dio. E questa è la sua più grande dignità. È la madre di Dio. Ora, come si dice, il Signore ha preparato perfettamente il tabernacolo, la dimora, l’arca della Nuova ed Eterna Alleanza per il suo Figlio Gesù Cristo.
I misteri di Maria, la sua grande dignità, la sua santità, il suo ruolo nella storia della salvezza, tutto è riassunto in quel breve annuncio dell’Angelo: “Ave, o Maria, piena di grazia”. “Ave, o Maria, tu che hai trovato grazia davanti al Signore”. Maria è veramente la nuova Eva, la madre dei viventi, perché Lei dà alla luce il Cristo, la vita del mondo, il pane vivo disceso dal cielo. Gesù possiede in Sé la vita. Come il Padre possiede in Sé la vita, così Gesù ricevette dal Padre, nelle processioni trinitarie, di avere la vita in Sé, cioè di essere vero Dio.
E però, tramite la sua umanità ricevuta da Maria, nata da Maria, tramite quella umanità Gesù ci dà un’altra vita, la vita che non muore mai, la vita del cielo. Ecco come Maria è la nuova Eva, la nuova madre dei viventi. Allora Maria è piena di grazia proprio perché doveva dare alla luce Gesù, perché doveva portare nel suo grembo benedetto il Figlio dell’Eterno Padre. Vedete come Dio, prima ancora che Gesù venisse, prima che si incarnasse in Maria, aveva già ha preparato Maria.
È molto bella questa meditazione di Duns Scoto, grande dottore Francescano, un po’ in polemica con i Domenicani. Ma soprattutto ben volentieri ammettiamo il merito di Duns Scoto, il quale escogitò una bellissima dottrina sui meriti di Cristo che agivano prima ancora del compimento del mistero di Cristo sulla Croce e la Risurrezione.
Ed è proprio così che il Pontefice ha dichiarato Maria, Immacolata: praevisis meritis Christi, la pienezza di grazia. L’unica[2] che è graziata. Il Vangelo addirittura è più forte. Infatti il testo latino ha: gratia plena. Invece il testo greco ha semplicemente kecharitomène, tu sola che hai la grazia. Tutti gli altri sono massa damnationis. Perché? Perché progenie di Adamo. Perché, ahimè, anime ferite dal peccato, anime inclini al male. Tu sola sei kecharitomène, tu sola hai la grazia[3].
Perché? Perché sei l’Immacolata, o Maria. Per questo hai trovato grazia agli occhi del Signore. E questa straordinaria grazia, unica in questo privilegio straordinario dell’Immacolata, consiste nel fatto che anche Maria, notate fratelli, è perdonata[4]. Ma perdonata per un peccato che non ha mai commesso. Sembra un po’ assurdo. Infatti in qualche modo, secondo tutta la logica della discendenza adamitica, anche Maria avrebbe dovuto incorrere nel peccato delle origini.
Solo che Dio ci libera in Gesù Cristo Nostro Signore dalle conseguenze del peccato e soprattutto dalla macchia del peccato. Ebbene Dio, in Maria fece un’opera ancora più grande. Non solo la liberò da un peccato contratto, ma non le fece mai contrarre il peccato. Vedete, cari fratelli, la grandezza del perdono e della misericordia divina, che rifulge in Maria Immacolata, la piena di grazia.
Ebbene io direi: Maria, Nostra Fiducia. Perché? Perché, proprio Maria è la perfetta vincitrice di Satana. Satana ha una sola mira - è una cosa terribile e spaventosa – così come Dio è tutto amore. E l’unico interesse di Dio nei nostri riguardi è la nostra salvezza: il Signore vuole che tutti gli uomini siano salvi. E noi così spesso non vogliamo capirlo.
E’ l’unica cosa che conta, l’unicum necessarium. Noi in mezzo alle vicende della vita pensiamo a questo o a quello, abbiamo grandi tribolazioni, tanti problemi, ci affanniamo, ci troviamo implicati in vicende più o meno importanti. E ci dimentichiamo che una sola cosa è importante: salvare la nostra anima.
Provate, miei cari fratelli, a guardare dal punto di vista di Dio, di un Dio che infinitamente ci ama, ama la nostra vita umana. Che cosa sono i nostri anni sulla terra? Lo dice anche il Salmo: 70, 80 per i più robusti. Poi per i più robusti, sì, talvolta qualche anno di più. Ma comunque, sono degli anni che si contano nelle decine di anni. Ma che cosa è questo dinanzi all’eternità?
E allora il Signore tramite il tempo così ristretto e così limitato della nostra vita terrena, ci vuole guidare alla eternità. E invece Satana ha una sola intenzione. Non bisogna immaginarsi certo Satana come alla pari di Dio. Questo se lo immaginavano i manichei: Dio è il bene assoluto; Satana è il male assoluto. No. Anche in Satana, è una cosa interessante e vera, anche in Satana e nei suoi angeli apostati c’è una dimensione del bene. Pensate, fratelli. È una cosa interessante.
Infatti, mentre il bene può essere assoluto ed è Dio, la Trinità Santissima, la pienezza di essere; il male non può essere assoluto. Perché? Perché il male è una mancanza, non è una pienezza. E quindi, anche il diavolo per quanto sia cattivo, non può essere del tutto cattivo. Perché, se fosse assolutamente cattivo, non ci sarebbe affatto. E noi diremmo: sarebbe quasi meglio.
Comunque, il fatto è che la sua volontà è proprio indurita nel male. Ma la sua natura continua ad essere buona. Pensate, San Tommaso, quando tratta dell’amore di carità, dice che bisogna amare con questo amore come amici tutti coloro che sono suscettibili di vita divina, anzitutto Dio, che possiede la vita divina per essenza; poi gli angeli buoni, che possiedono la vita divina per grazia; poi gli uomini santi e anche non santi, se vivono su questa terra.
E i peccatori, perché li dobbiamo amare? Non perché rimangano nel loro peccato, ma perché essi si convertano e vivano, come dice anche il Signore. Allora, così dobbiamo amare tutti coloro che sono suscettibili di ricevere la vita divina. Invece, non possiamo purtroppo amare con amore di amicizia i demoni e i dannati. Però, anche in loro dobbiamo continuare ad amare la loro natura, che non viene meno. E quella natura anche Dio vuole conservarla nell’essere per tutta l’eternità. Pensate a questo mistero. Quel poco di bene che c’è ancora, Dio vuole conservarlo.
Ora, miei cari fratelli, la volontà del demonio è proprio quella di distruggerci. Egli è l’omicida. Egli vuole le nostre anime. Le vuole proprio per strapparle al cielo e per trascinarle con sé all’inferno. Perché, questo? Per invidia. Il demonio è essenzialmente invidioso, proprio per essenza. La sua volontà di ribellione contro Dio è invidiosa, cioè vuole rendere partecipi della sua infelicità il maggior numero possibile delle anime.
Ora, miei cari, tutti noi e tanto più in quanto cristiani, e per grazia di Dio lo siamo, avvertiamo tanto di più questa malia, ne avvertiamo profondamente la tragicità. La vita dell’uomo su questa terra, come dice il pio Giobbe, è davvero un combattimento. Un combattimento spirituale. Anche San Paolo ce lo descrive in questi termini. Orbene, cari fratelli, in questo combattimento noi dobbiamo fare nostra alleata Maria, che ha già schiacciato la testa all’antico serpente, e la sua Immacolata Concezione. Bisogna proprio farci forti di Maria.
San Tommaso dice che quando uno comincia a sperare e ad essere coraggioso, perché è più speranzoso, si fa coraggio. Anche San Paolo dice spes roborati, cioè rafforzati dalla speranza. Quindi solo chi spera è coraggioso. E da dove ci viene la speranza? San Paolo dice che nelle cose umane, se noi ci badiamo bene, la speranza ci deriva dalla esperienza del successo. Chi ha già avuto successo, ha fiducia.
Così noi, che abbiamo sperimentato tanti beni ricevuti dal Signore, abbiamo fiducia in Lui e che il Signore continuerà sempre a donarci il suo aiuto. Bisogna tenere sempre dinanzi al nostro sguardo spirituale, la fulgida, splendida e bellissima vittoria di Maria su Satana e sugli angeli suoi.
E con questa battaglia apocalittica non voglio togliere nulla a San Michele, al quale il Signore ha affidato proprio questa battaglia sotto l’aspetto militare. Ma bisogna dire che la vera vincitrice di Satana è Maria. Perché? Perché Gesù non vuole vincere Lui stesso immediatamente Satana, ma affida questa vittoria alla sua dolcissima Madre in un modo molto misterioso.
Non voglio parlare in maniera intemperante di Dio. Perché quando si parla del Signore bisogna essere sempre attenti a quello che si dice. Tuttavia si potrebbe dire che Dio stesso ha voluto quasi avere bisogno di Maria, di avere bisogno di una creatura umana tutta sua, tutta umile, tutta piena di amore, di semplicità e di fiducia. Maria è la nostra Fiducia, però è Lei la prima fiduciosa e speranzosa nel Signore con la fede dei semplici.
Ecco, allora, cari fratelli, perché Maria, l’umile ancella del Signore, dal Signore è stata innalzata alla dignità di essere Sua Madre. Ecco perché il Signore vuole sconfiggere Satana, non da Se Stesso, nella sua potenza divina e nello splendore delle schiere angeliche. No. Ma nella umiltà di Maria.
Maria è la Nostra Fiducia, perché è la vincitrice del male, quella orrenda belva sanguinaria, di cui sperimentiamo noi stessi le vendette. Ecco, cari fratelli, in mezzo a queste prove della vita, in mezzo ai turbamenti che ci sono causati soprattutto dal tempo presente, stringiamoci a Maria, andiamo a Maria.
Cerchiamo di essere convinti di questo. Che come Gesù si è incarnato nel grembo verginale di Maria per opera dello Spirito Santo, quando venne nell’umiltà della sua natura umana, così il Signore sarà preceduto ancora da Maria, mistica aurora della nostra salvezza, quando verrà nella gloria dei suoi angeli e dei suoi santi.
E così sia.
Credo …
P. Tomas Tyn, OP
Trascrizione da registrazione di Suor Matilde Nicoletti, OP – Bologna, 25 settembre 2015
Testo con note rivisto da Padre Giovanni Cavalcoli, OP – Varazze, 15 dicembre 2017
Servo di Dio
Padre Tomas Tyn, OP
.jpg)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.