20 marzo, 2023

Da sempre Tu sei

 Da sempre Tu sei

Il problema di come parlare con Dio

 

Da sempre Tu sei

          Salmo 93,2

Occorre saper fare buon uso della parola «essere»

Un mio confratello panteista, del quale non faccio il nome, convinto di essere Dio o quanto meno un’apparizione empirica del Pensiero assoluto, contesta il significato della preghiera dicendo: se io sono Dio, che senso ha la preghiera? Dovrei pregare me stesso? E similmente per l’ateo la preghiera non ha senso: posso pregare una persona che non esiste? Ma esistono anche forme di teismo spurio che col pretesto di sottolineare il mistero di Dio si rifiutano di concepirlo come una persona alla quale noi possiamo essere simili, per cui non sappiamo più come parlare con Lui o come possiamo capire quello che ci dice.

Altri pensano che Dio non sia un ente personale distinto dal mondo e trascendente il mondo, ma semplicemente la Mente ordinatrice dell’universo, immanente allo stesso universo, che ne è la manifestazione fenomenica ed empirica.  Altri pensano che Dio non si può concepire come puro Spirito separato dalla materia, ma come spirito materializzato o materia spiritualizzata. 

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Solo Dio può dire di Sé Io sono in un modo così assoluto, senza predicato nominale. Io posso dire di me stesso: io esisto, ma non io sono. Invece Dio è tutto, è tutte le perfezioni.

Nulla dell’essere è escluso dall’essere divino. 

Senza identificarsi con le cose, ciascuna delle quali Egli trascende infinitamente, e dalle quali è assolutamente distinto, altrimenti cadremmo nel panteismo, tutto l’essere che si trova in ogni cosa Egli lo contiene e precontiene idealmente e realmente, virtualmente ed eminentemente nella sua essenza divina per poterne essere causa.


Dio ha creato anche gli angeli e crea continuante sempre nuovi uomini e donne, che accrescono continuamente il numero degli individui umani

Il rapporto dell’uomo con Dio comincia con l’esercizio della ragione, la quale si interroga sulle cause delle cose e giunge alla conclusione che esiste una causa prima, che è Dio. La conclusione è che Dio è l’ipsum Esse per Se subsistens.

Ma a questo punto l’intelletto desidera vedere l’essenza della causa prima.

Nella Sacra Scrittura troviamo molteplici forme di dialogo fra Dio e l’uomo, che culminano nel dialogo fra Cristo e il Padre nello Spirito Santo e una concezione dell’uomo e di Dio di una tale perfezione, che non si riscontra in nessun’altra letteratura religiosa dell’umanità.

Il dialogo fra Dio e l’uomo presenta una forma che lascia attonita la nostra ragione, la quale a tutta prima non riesce a capire come esso sia possibile, data l’immensa differenza fra l’essere umano e l’essere divino, fra il pensare umano e il pensare divino, fra il parlare umano e il parlare divino, l’agire umano e l’agire divino. 

Il dialogo fra Dio e l’uomo deve costituire la trama di fondo, l’alimento e lo scopo del dialogo fra gli uomini.

Immahini da Internet:
- Fanciulla in preghiera, pittore del sec. XIX
- Ragazza in preghiera, Vincenzo Irolli
- L’Angelus, Jean-François Millet

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