09 giugno, 2024

Sulla differenza fra il corpo e lo spirito - Seconda Parte (2/6)

Sulla differenza fra il corpo e lo spirito

Seconda Parte (2/6)

 La missione educatrice e sapienziale del Magistero della Chiesa

Oggi il Magistero della Chiesa continua a presentare la concezione cristiana dell’uomo ma a mio avviso lo fa con una difesa insufficiente dell’antropologia razionale e filosofica, le cui tesi fondamentali essa ha pur elevato a dogmi di fede.

Essa non si preoccupa sufficientemente di segnalare e confutare i numerosi errori ed eresie che oggi, sotto apparenze scientifiche o di esegesi biblica o in nome di una falsa mistica, sono in circolazione e vanificano le ragioni di credibilità alla predicazione ecclesiale, facendola apparire mitologica, superata, non biblica, contraria alla scienza e in contrasto con la filosofia moderna. 

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Se la Chiesa non sbaglia nel presentarci l’universalità del messaggio di Cristo non può sbagliarsi neppure nella scelta delle nozioni filosofiche o di ciò che nel pensiero umano possiede un’universalità adatta a conciliarsi con l’universalità del messaggio cristiano e ne rendono l’accoglienza ragionevolmente possibile.

La distinzione fra la realtà materiale o corporea, che cade sotto i sensi, e quella spirituale, che comprendiamo con la sola ragione o l’intelletto, è comprensibile da chiunque ed è presente in tutte le culture. Tutti capiscono che un pensiero o un desiderio o un concetto o un’intenzione o un proposito o un’idea o una volontà o un’intelligenza non si vede con i sensi, non si ode con l’orecchio, non ha un odore, non si gusta col palato, non si misura col metro, non si pesa con la bilancia, non ha una data di scadenza come lo yogurt. Eppure, quanto sono importanti nella nostra vita! È proprio perché si tratta di cose realissime che io posso, grazie ad esse, apprezzare il valore delle cose materiali. Come potrei parlare di queste cose, come potrei concepirle, se non in forza del fatto che io ho uno spirito?

La materia prima è una sola ed è comune a tutte le cose materiali. Le materie adatte sono tante quante sono le cose delle quali esse possono essere la materia. In linea di principio da un punto di vista metafisico ogni cosa, per avere in comune la materia prima, può essere trasformata in un’altra. Ma questo potere trasformatore sull’essere compete solo a Dio. Solo lui può operare sulla materia prima dandole la forma che vuole, perché qui è implicato l’essere (atto e potenza) e solo Dio, causa dell’essere, può operare sull’essere.

Per noi la materia ha un’intellegibilità troppo bassa, così come lo spirito ci è pure misterioso perché ha un livello di intellegibilità troppo alto. Solo per grazia il nostro intelletto può essere elevato da Dio alla visione dell’essenza divina, senza peraltro che la nostra comprensione cessi di essere limitata.

Immagine da Internet: Primo moto, Raffaello, Stanza della Segnatura

 

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