13 giugno, 2025

Perché Buonaiuti fu scomunicato?

 

Perché Buonaiuti fu scomunicato?

Il caso Buonaiuti

Ancora una volta Avvenire dell’8 giugno scorso ci sorprende con la pubblicazione di un articolo[1] di Luigino Bruni dal titolo «La buona battaglia di Ernesto Buonaiuti», il famoso modernista scomunicato da Pio XI  e da Pio XII, del quale Bruni dà un giudizio assolutamente positivo («uno studioso, un prete e un uomo di talento eccezionale e di valore assoluto»), del quale occorrerebbe «cancellare la scomunica», inflittagli perchè «ricordava la natura comunionale e comunitaria dell’eucaristia dei primi cristiani».

Da qui Bruni prende occasione per affermare che quella cancellazione andrebbe «estesa alla numerosa schiera di preti e laici modernisti, le cui vite, a partire da Pio IX fino a Pio XII furono sconvolte e rovinate. Sarebbe questo il tempo per chiedere perdono per aver usato il Vangelo, la fede, la teologia e la dottrina come armi improprie per colpire e ferire a morte altri cristiani». 

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Le lodi che Bruni riserva per Buonaiuti riguardano la maniera con la quale egli concepiva la Messa. Bruni riporta queste parole estremamente significative di Buonaiuti:

«storicamente i sacramenti sono la solidificazione progressiva del concetto di grazia applicato alle principali contingenze della vita: l’eucaristia, per esempio – e accenno ad essa perché la sua evoluzione è più visibile - ha preso il luogo del banchetto in cui i primi cristiani simboleggiavano la fratellanza che li attendeva nel regno. Col tempo si è venuta formando la dottrina della presenza reale e più tardi quella della transustanziazione.   Si è smarrito, attraverso questa trasformazione, il valore etico primitivo del rito».

Bruni non si accorge di quanto è falsa questa interpretazione che Buonaiuti dà della Messa e di quanto tale falsificazione è dannosa per quella fraternità cristiana che essa finge di promuovere e simboleggiare e di quanto quindi questa tesi sia distruttiva della Chiesa e del cristianesimo.

La celebrazione della Messa, già fin dall’inizio del cristianesimo, è stata concepita e praticata dalla Chiesa non solo come memoria dell’Ultima Cena, ma anche e soprattutto come riattualizzazione o ripresentazione incruenta dell’offerta che Cristo ha fatto di sé sulla croce al Padre per la salvezza del mondo.

Immagine da Internet: La Passione, Beato Angelico, Firenze

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