18 novembre, 2021

La gnoseologia dello gnosticismo - Prima Parte (1/4)

  La gnoseologia dello gnosticismo

Prima Parte (1/4)

Semplici come le colombe, prudenti come i serpenti

Mt 10,16

La scienza gonfia; la carità invece edifica                                                                   I Cor 8,1

 

Significato generale dello gnosticismo

 

La parola gnosticismo viene da gnosi, gr. ghnosis, che significa «scienza», «conoscenza». È affine al termine greco idea, che significa «vista», «visione». La radice vid è sanscrita. Da essa viene il termine vidya= veggenza, conoscenza. Da essa la letteratura Veda, che vuol dire vedere.

Affine a idea è eidos=aspetto, specie, da eidon=vedo, sansc. Vedah e oida=so, conosco rispettivamente aoristo e perfetto di orao=vedo, conosco con infinito idèin, ancora la radice vid, vedo da vid viene anche il lat. video. E la radice vid, da cui videa, idea. Tutto si assomma nel concetto del vedere e del sapere. E naturalmente vedere la verità. 

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Lo gnosticismo è quella dottrina filosofica, di antichissima tradizione e di origine indiana, che sostiene che l’uomo, empiricamente un ente fragile, fallibile e caduco, è in realtà  originariamente,  potenzialmente e inconsapevolmente Dio, sulla base della convinzione che il pensiero coincide con l’essere, che l’intelletto umano coincide con l’intelletto divino, sicchè esso può elevarsi da sé, con un’opportuna disciplina o iniziazione, al pensiero assoluto o alla scienza assoluta ovvero al pensiero divino.

Lo gnosticismo, come tutti sanno, è stato un grandioso evento e un complesso fenomeno dottrinale e di costume importanti e drammatici della storia della Chiesa dei primi secoli ed è al contempo un vizio intellettuale ricorrente, dettato dalla superbia. Noi qui lo consideriamo solo sotto questo secondo punto di vista.

Codici di Nag Hammadi
In questo secondo senso, dunque, lo gnosticismo è un modo di considerare la ragione umana come intrascendibile. Lo gnostico non vuole ammettere che esista una realtà che superi la capacità di intendere e di dimostrare della ragione.

Lo gnostico ha indubbiamente il merito di essere sensibile ai temi e ai problemi più profondi e più difficili dello spirito, dell’uomo, del sapere, della filosofia, della teologia, della morale, della mistica. 

Ma il guaio è che lo gnostico trae fuori coloro che vivono, per dirla con Dante, nella «morta gora», per stimolarli non all’umile ricerca della verità, ma a credersi dei geni riformatori del sapere, che sanno mettere in crisi certezze millenarie.


 
Immagini da internet

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