Molti i chiamati, pochi gli eletti
Prima Parte (1/2)
Avrò misericordia di chi vorrò avere misericordia
Es 33,19
Da un Dio misericordioso a un Dio notaio
Nella predicazione corrente assistiamo oggi ad una reazione estremista ad un’esagerata predicazione passata della severità divina, che, come ormai sappiamo tutti, sostiene che Dio salva tutti. Ma questa è un’eresia esclusa sia dalle parole formali di Cristo che dal Magistero della Chiesa.
Si asserisce che Dio è solo misericordioso e non punisce. E all’obiezione che esiste anche la giustizia divina, si risponde, fraintendendo San Paolo alla maniera di Lutero (Rm 3,21), che la giustizia coincide con la misericordia. Mentre in realtà San Paolo distingue benissimo in Dio la misericordia dalla severità, i predestinati e gli eletti da coloro che non lo sono, i beati dai dannati.
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Fontanellato, 29 settembre 2021
Questa triste storia comincia, come è noto, nel sec. XIV con due teologi, uno francescano, Guglielmo di Ockham, e l’altro domenicano, Meister Eckhart.
La questione pressante che era sorta era quella di come concepire la Redenzione di Cristo rispetto a noi. Era una novità perché il Concilio di Calcedonia aveva definito l’essenza della persona di Cristo, ma non aveva definito che cosa Cristo ha fatto per la nostra salvezza.
Per conseguenza, passando attraverso il Rinascimento, inizia un processo di desacralizzazione o profanazione di Dio e di sacralizzazione o enfatizzazione dell’uomo, di sostituzione dell’immagine al concetto e quindi un processo di dissoluzione del dogma calcedonese, gradualmente sostituito dal Dio che si fa uomo e dall’uomo che si fa Dio. Cristo in sé si trasforma prima in Cristo-per-me, che diventa Io-Cristo e infine io al posto di Cristo.
Le due nature umana e divina perdono così in questo torbido processo la loro precisione e diventano due singole fluide indeterminate esistenze, intercambiabili, senza essenza, due vasi comunicanti, reciprocamente intrecciate e amalgamate in Cristo, delle pure esistenze senza confini intellegibili definiti. Vien meno il loro confine essenziale e l’una si mescola con l’altra, come il latte col caffè, contro la precisa proibizione calcedonese: asynkìtos.
In pratica, quel che sta accadendo adesso...
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