01 giugno, 2023

La pace come effetto della vittoria sul nemico - Terza Parte (3/3)

 La pace come effetto della vittoria sul nemico

Terza Parte (3/3) 

 La pace si edifica con una paziente opera di mediazione fra le parti,

non col dar libero campo agli opposti estremismi

 La pace sociale, così come l’ho definita, non può essere effetto di una dottrina che ammetta come legittimo o inevitabile l’uso di un linguaggio ambiguo, o l’astenersi dal prender posizione fra due tesi opposte, quasi fossero parimenti accettabili, un atteggiamento tale da far supporre in chi lo pratica una qualche forma di insincerità, di disonestà o doppiezza morale, che ammetta la coesistenza e compossibilità dell’affermazione e della negazione, del sì e del no. 

Governanti che sono infetti da questa mentalità dialettica ed antinomica, alternano il decisionismo con l’astensionismo, l’imposizione arbitraria e violenta alla tolleranza dell’ingiustizia. Chi non è libero da un pensare polemico e divisivo non può certo considerarsi un costruttore di pace. 

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/la-pace-come-effetto-della-vittoria-sul_5.html

 

San Tommaso pone l’atto più specifico della virtù di fortezza in relazione al pericolo di morte nel quale incorre il soldato in guerra, supponendo una guerra giusta. E parlando del martirio lo paragona alla morte eroica del soldato, citando San Cipriano che chiama i martiri «militi fortissimi».

Dobbiamo riconoscere il fatto innegabile da sempre riconosciuto che in occasione delle guerre gli uomini possono dar prova delle massime virtù come dei vizi peggiori.

L’esistenza di armamenti nucleari, dei quali sono dotati gli Stati più potenti del mondo, pone oggi la questione della liceità dell’uso seppur ufficiale delle forze armate e per conseguenza ha fatto sorgere un concetto di guerra o si dà al termine «guerra» un senso negativo di condanna senza appello, come se si trattasse di un atto intrinsecamente criminoso o insensato. Questo è il linguaggio usato dal Papa, benché egli naturalmente continui ad ammettere per legittima difesa l’uso delle forze armate.

Oggi l’umanità su questa terra si trova ancora nello stato di natura decaduta e tuttavia redenta da Cristo. Ma quanti tra di noi accolgono il Principe della pace, che tuttavia ci comanda di prendere la spada per la sconfitta del nemico della pace? Certamente, si tratta innanzitutto di un combattimento spirituale dello spirito contro la carne ed è la spada della Parola «contro i dardi infuocati del maligno» (Ef 6,16).

Ma continua il dovere anche del combattimento nei termini dell’uso di armi che non mettano a repentaglio la sopravvivenza della stessa umanità.

Immagini da Internet:
- San Martino di Tours, Jean-Victor Schnetz 
- San Michele Arcangelo, Antonio Maria Viani

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