La Sindone, segno materiale della potenza dello Spirito. La Sindone guida alla fede e conferma la fede di chi ce l'ha già.

 

La Sindone, segno materiale della potenza dello Spirito

La Sindone guida alla fede e conferma la fede di chi ce l'ha già

 

Nell’Avvenire del 15 settembre u.s. è apparso un articolo del Prof. Gian Maria Zaccone, Direttore del Centro Internazionale di Studi sulla Sindone (CISS https://www.sindone.it/)[1].

Tale articolo interviene nella discussione sulla Sindone, sempre attuale ed interessante[2].

Con questo mio articolo entro in discussione col Prof. Zaccone.

Vorrei cominciare col dire che la Sindone  ricompare nel 1350 a Lirey. Vuol dire che si era conservata memoria di essa, scomparsa nel 1204 nel sacco di Costantinopoli ad opera dei crociati, tra i quali una forza di primo piano erano i Templari.

Secondo un’ipotesi, che ho formulato in un mio precedente articolo, si potrebbe pensare che i Templari se ne fossero impossessati illegalmente tenendola nascosta. Può meravigliare che non abbiamo notizia di reclami da parte dell'autorità ecclesiastica per la restituzione della Sindone al culto pubblico. Ma ciò potrebbe essere il segno dell'enorme potenza, anche economica, che allora avevano i Templari nella Chiesa. Il loro potere potrebbe essere paragonato a quello dei modernisti di oggi, che intimidiscono anche i Vescovi e frenano l'azione stessa del Papa.

Così nessuno per un secolo e mezzo (dal 1204 al 1350) pensò più alla Sindone, o per lo meno non ci sono giunti documenti, anche perché qualcuno può avere pensato che essa fosse andata distrutta. Il fatto drammatico della soppressione dei Templari nel 1312, potrebbe far pensare che la Sindone fosse in loro possesso. Infatti la Sindone ricompare in Francia a Lirey, precedentemente in possesso del pio crociato Barone Othon de la Roche[3].

Comprensibilmente l'autorità episcopale di allora, colta da sorpresa, si mise in sospetto, attesa la diffusione di false reliquie. Ma successivamente l'onore alla Sindone, a livello di culto pubblico, ridivenne autorizzato. Essa, nel 1453, passò in proprietà della Casa Savoia[4], fino al 1983, quando Umberto II ne fece dono alla Chiesa[5].

Chiedersi se la Sindone è una reliquia autentica del Corpo e del Sangue del Signore è una domanda più che legittima, perchè ogni fedele sensato vuol render culto a una reliquia autentica e non a una falsa. A questa domanda però ormai, in base alle più recenti verifiche scientifiche, è stata data una risposta ben provata, sicura, inconfutabile e definitiva. Non esistono alcune controprove. Questa risposta, comunque, si badi bene, non è venuta dalla Chiesa, ma dalla scienza e dalla storia.

Il Medioevo non possedeva gli strumenti e i metodi d'indagine e di verifica dei quali disponiamo oggi. Allora pertanto i dubbi, anche da parte dei Vescovi, potevano essere comprensibili o giustificabili, data la difficoltà di distinguere le reliquie autentiche da quelle false. Ma oggi gli strumenti dei quali disponiamo ci consentono di ottenere piena certezza.

Ricordiamo che la scienza non si ferma alle ipotesi o alle opinioni, ma mira alla certezza. Ognuno di noi, certamente, se non è persuaso dalle prove oggi addotte, resta libero in coscienza di accettarle o non accettarle. Ma una posizione, se solo soggettiva, non è certo in grado di infirmare la verità e l'oggettività di un fatto appurato dalla scienza.

L'atto di fede è libero, ma non è facoltativo privo di conseguenze, come se si trattasse di scegliere fra le mele e le pere. Quando ci si accorge che ci sono prove innegabili di credibilità, l'atto di fede, benchè sia formalmente motivato dall'autorità di Dio rivelante e quindi dono della grazia, diventa un preciso e grave dovere, mancando al quale Dio ci richiama, come appare evidente dal comportamento di Cristo verso coloro che si rifiutano di crederGli e che non vogliono capire il significato dei suoi miracoli.

Che poi la Sindone possa essere considerata una "icona", oggetto di devozione, nessun problema, anzi, pieno consenso ed approvazione; ma sarebbe grave mancanza di rispetto per la Sindone abbassarla al livello delle semplici icone. Come mai nessuna icona russa riceve tanto onore quanto la Sindone di Torino? È noto comunque che la Chiesa ha autenticato la reliquia della Sindone con la istituzione, nel 1506, nella persona di Papa Giulio II, della Messa in onore della Sindone[6]. 

D'altra parte l'autenticazione di una reliquia di per sé non è di competenza dell'autorità ecclesiastica, che peraltro in tale materia può anche sbagliare, ma dello storico e dello scienziato.

Se nel Medioevo si potevano avere dubbi circa l'autenticità della Sindone, data l'arretratezza delle scienze di allora, oggi, dopo gli accertamenti scientifici più recenti circa la formazione dell'impronta sindonica, non vi sono più dubbi circa la perfetta corrispondenza dei dati della Sindone alle narrazioni evangeliche della passione, morte e resurrezione di Cristo. In tal modo la Sindone può diventare una prova di credibilità delle verità di fede.

La fede non è un'intuizione atematica, immediata e apriorica come se io fossi un puro spirito dispensato dall'uso dei sensi e del corpo, ma è ad un tempo sofferta conquista e illuminazione divina raggiunti dopo un cammino che può essere lungo e faticoso di esercizio delle nostre facoltà naturali della ragione e della volontà.

La fede cristiana non è l'esperienza dell'induista, che per attingere a Brahman si lascia morire d'inedia, ma ci impegna in tutte le nostre forze umane, benchè l'atto di fede superi indubbiamente i limiti della ragione e della volontà, per attingere al mistero di Dio che si rivela in Cristo.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 19 settembre 2025

 

 

 

 

Nel 1453 la Sindone passò in proprietà della Casa Savoia, fino al 1983, quando Umberto II ne fece dono alla Chiesa.ù


Immagine da Internet:

- Papa Giovanni Paolo II e Umberto II di Savoia

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