Galileo, Cartesio e Giordano Bruno
Dominio tecnico e dominio magico sulla natura
Nel dominio sulla natura l’uomo non può pretendere
di oltrepassare i poteri che Dio gli ha assegnato
Invece Cartesio, col pretesto dell’inapplicabilità nel campo della fisica sperimentale delle categorie di Aristotele, che poi non sono altro che le categorie universali ed irrinunciabili del comune buon senso e della ragione naturale, pretende di sostituire in fisica la conoscenza matematica al sapere ontologico, in modo tale da relegare nell’ambito del soggettivo le qualità sensibili e le forze vitali, e da prendere in considerazione la realtà fisica solo sotto l’angolatura della quantità e dell’estensione.
È evidente come nella fisica cartesiana, venendo meno l’oggettività delle qualità e delle virtù sensibili, lo scienziato perde quell’attitudine all’osservazione e alla verifica sperimentale, che caratterizza invece la fisica galileiana, mentre diventa chiaro che in una simile concezione della scienza della natura, il ramo che aveva a soffrirne era la biologia e la psicologia sperimentale, il cui oggetto veniva ridotto ai puri aspetti deterministici e meccanicistici della realtà materiale.
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Nel cartesianismo lo spirito umano non governa la natura soltanto mediante strumenti costruiti dall’uomo, ma opera direttamente sulla materia corporale ridotta a res extensa
La vita, in questa visuale, non appartiene più alla natura inferiore all’uomo. La vita vegetativa e sensitiva è ignorata. Per Cartesio esiste solo la vita dello spirito umano, che imprime direttamente il suo progetto pratico sul corpo ridotto a res extensa attivando a sua volontà quelle potenzialità secondo misure matematiche che l’uomo stesso stabilisce con la ragione ed attua con la volontà.
Cartesio
attribuisce all’uomo lo stesso potere o dominio che Dio ha sulla natura; toglie
alla sostanza materiale la sua forma sostanziale, sostituendola con la res
extensa, che è un ente di ragione matematico prodotto dalla ragione ed
attribuendo di conseguenza alla volontà umana un potere sulla natura
Questo
progetto si può trovare nella Kabbala, la quale dà istruzioni per la
fabbricazione del golem, una statua che acquisterebbe la parola grazie
all’applicazione magica del nome Jahvè sulla fronte.
Se da
una parte Cartesio con il suo metodo matematico di scienza della natura si
accosta a Galileo, dall’altra, con la sua gnoseologia idealista e la riduzione
della natura ad un semplice meccanismo manovrabile dall’uomo, apre le porte
alla magia e quindi a una cosmologia come quella di Giordano Bruno, che fa
professione aperta di magia, considerandola niente affatto cosa disdicevole, né
tanto meno come arte diabolica, ma al contrario, sapienza e scienza della
natura, che rende l’uomo signore del mondo.
- Alchimia, allegoria
- Il golem e il rabbino, Mikoláš Aleš
Padre Giovanni sono molto preoccupato per la Chiesa, per l'Italia e per il mondo intero, sono molto preoccupato... Stanotte ho sognato il Golem! E' tutto nelle loro mani! Cosa possiamo fare?
RispondiEliminaCaro Francesco,
Eliminanon c’è motivo di preoccuparsi. La Chiesa è sotto la protezione della Santissima Trinità e della Madre di Dio. Le prove ci vogliono, sono quella croce quotidiana che dobbiamo portare con Gesù per purificarci dai nostri peccati e per avere la forza di superare ogni difficoltà e aiutare molti fratelli a camminare verso il Regno di Dio.