11 giugno, 2023

Corpus Domini - Omelia di P. Tomas Tyn, OP - Domenica, 1 giugno 1986

 Corpus Domini

Omelia di P. Tomas Tyn, OP

Domenica, 1 giugno 1986

Omelia presso la Parrocchia San Giacomo fuori le Mura - Bologna

Audio: https://youtu.be/7qnSBBJArBc

Cft:  http://www.arpato.org/ - http://www.arpato.org/lezioni.htm - http://www.arpato.org/omelie/omelie_sangiacomo.htm

Abbiamo già cantato l’inno composto dal grande San Tommaso d’Aquino in onore di Cristo presente in mezzo al suo popolo, di Cristo che si nasconde nelle specie eucaristiche, di Cristo che è la lode suprema che si leva da questa valle di lacrime verso Dio Onnipotente, di Cristo che è il nostro cibo, il nostro nutrimento, di Cristo che è la nostra via alla gioia del paradiso. E davvero, cari fratelli, è proprio una laus tema speciale, un tema speciale della nostra lode, del nostro canto di ringraziamento, del nostro eucharistein, del nostro ringraziare il Signore, perché Egli ci diede in dono il bene supremo, il Cristo Signore, vero Dio e vero uomo.

Cari fratelli, della festa di oggi si dovrebbe parlare senza finire mai, il nostro tempo, come al solito, è limitato, cerchiamo di dire in maniera breve e compendiosa almeno alcune cose essenziali.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/corpus-domini-omelia-di-p-tomas-tyn-op.html

Santo Sepolcro

 

Il Papa di venerata memoria, Paolo VI, ha ribadito quello che tutti i Papi, tutti i successori di San Pietro hanno detto riguardo alla divina Eucaristia. Ha detto ciò che dice anche il Concilio di Trento, e cioè che il nome più appropriato di quella presenza non è né transfinalizzazione, né transignificazione, ma bensì transustanziazione.

Transustanziazione significa un cambiamento, che solo Dio può operare, perché nella natura delle cose avvengono delle generazioni, delle nascite e delle evoluzioni, ma mai delle transustanziazioni, cioè un passaggio da sostanza a sostanza. Che cosa vuol dire questo?

Vedete, le proprietà rimangono tali: il pane è bianco, il pane ha certe dimensioni, ha un certo gusto. Tutto questo rimane anche dopo. Il gusto non cambia, il colore non cambia, le dimensioni non cambiano. Tutto questo rimane. Ebbene, questi sono i cosiddetti accidentia, le realtà accidentialia.

La realtà profonda, la substantia rerum, usia, come dice Aristotele, la vera dimensione del profondo dell’essere, ciò che sottostà alle proprietà, il soggetto delle proprietà, il subiectum, ciò che sostiene le proprietà, questo, ebbene, è cambiato.

Perciò io, dopo aver consacrato il pane, non posso più chiamarlo pane, ha tutte le proprietà del pane, ma nella sua sostanza non è più pane: è il Corpo del Signore. Così, una volta pronunciate le parole, in persona Christi, nella persona di Cristo, Sommo Sacerdote, il vino mantiene lo stesso gusto, lo stesso colore, le stesse proprietà, ma non è più vino quanto al suo essere: è il Sangue del Salvatore. 

Immagini da Internet

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