La mente e il cervello
Terza Parte (3/3)
(Lezione tenuta all’Università di Parma il 26 ottobre 2010)*
http://www.arpato.org/studi.htm (P. Giovanni Cavalcoli, n. 59)
3.I poteri e i prodotti della mente
Il linguaggio manifesta il pensiero o le intenzioni. In base alla percezione di alcuni suoni o segni sensibili significativi prodotti dai nostri simili noi comprendiamo in linea di principio un messaggio intellegibile, un noetòn, un qualcosa di astratto dal tempo e dallo spazio e quindi un qualcosa di immateriale - il pensiero -, che però può coinvolgerci con estrema serietà ed interessarci profondamente: pensiamo ad una dichiarazione d’amore o al condannato che ascolta la sentenza del giudice o al fortunato che sente alla TV di aver vinto un premio favoloso.
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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/la-mente-e-il-cervello-lezione-tenuta_17.html
L’attività conoscitiva che emana dal cervello non può essere prodotta dallo stesso cervello, in quanto è superiore alla stessa attività fisiologica cerebrale. In particolare, la potenza del pensiero non si spiega sufficientemente con le forze della materia e quindi con le semplici attività del cervello, del sistema nervoso e del corpo in genere.
Indubbiamente i dinamismi e le funzioni cerebrali sono capaci nell’animale - ed anche noi siamo animali – di produrre la conoscenza e l’affettività sensibili proprie dell’animale, il che vuol dire che la materia, nel vivente animale, è meravigliosamente e quasi prodigiosamente capace di autotrascendersi ad una certa immaterialità (il lupo conosce non solo questo agnello, ma l’agnello in sé).
Ma se la materia è capace di questa meraviglia, lo fa pur sempre non in quanto materia, ma in quanto animata dalla forma psichica, per cui essa resta pur sempre materia, le cui forze e prestazioni - come è dimostrato dai corpi inanimati - stanno infinitamente al di sotto di ciò che può produrre la mente animale ed ancor più la mente umana, cioè tutti i valori teorici e pratici che ho elencato brevissimamente sopra.
Il cervello produce attività fisiche, che sono oggetto della neurofisiologia cerebrale e più in generale della scienza sperimentale; ma i prodotti del pensiero, come abbiamo visto, sono immateriali e denotano la presenza attiva nel cervello di un’energia o di un potere vitale produttivo ben superiore a quanto il semplice cervello può fare con le sue attività proprie empiricamente constatabili. Da qui la necessità di ammettere, sia pur sempre immanente al cervello, la presenza di una causa che spieghi la superiore potenza delle attività del pensiero e della volontà, una causa veramente proporzionata all’effetto.
Immagini da Internet
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