01 aprile, 2025

Come si concilia la speranza con la coscienza che non tutti si salvano? - Prima Parte (1/2)

 

Come si concilia la speranza

con la coscienza che non tutti si salvano?

Prima Parte (1/2)

 

 «Larga e spaziosa è la via che conduce alla perdizione

e molti sono coloro che entrano per essa» (Mt 713)

Nel corso del presente Anno Santo della Speranza, è più che mai in circolazione quel famoso detto di Von Balthasar «sperare per tutti», che, come sappiamo, è stato inteso da molti come fede che tutti si salvano, per cui la dannazione infernale è un’effettiva possibilità, ma che di fatto non si realizza per nessuno, per cui l’inferno è vuoto o quanto meno non sappiamo se c’è o non c’è qualcuno.

Ora per la verità questa credenza, che può sembrare attraente e veramente propria di un Dio onnipotente e misericordioso che vuole tutti salvi, è una tesi contraria alla convinzione comune nella Chiesa sin dalle sue origini, perché basata sulla divina rivelazione contenuta nella Bibbia. 

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Ogni verità di fede è motivo di gioia per il nostro spirito, perchè è luce che ci illumina sulla bontà divina e accende il nostro cuore di riconoscenza a Dio e di amore per Lui e per le sue opere.

Ora possiamo effettivamente domandarci come può avere nel nostro spirito questi effetti il sapere che esistono creature personali, uomini e angeli, create per la visione di Dio, le quale invece per il loro peccato sono punite con una pena eterna e per la salvezza delle quali, se uomini, il sangue di Cristo è stato inutile.

Dobbiamo considerare che la punizione divina è un atto di giustizia, e quindi un atto buono. Un atto buono non può che dar gioia. Ciò non toglie che noi abbiamo dispiacere per la pena dei dannati non in quanto giusta pena, ma in quanto dolore e privazione di quel bene infinito del quale per colpa loro si sono privati per accontentare la loro superbia. 

Immagine da Internet: Inferno, Michelangelo

30 marzo, 2025

La pace è vicina - Convertitevi e credete al Vangelo - Parte Seconda (2/2)

 

La pace è vicina

Convertitevi e credete al Vangelo

Parte Seconda (2/2)

L’esempio di Dionigi l’Areopagita

A questo punto può essere utile un riferimento a Dionigi l’Areopagita, il quale è un grande maestro circa il parlare e il tacere. La diffusione delle sue opere avvenne solo al sec. VI, perché in precedenza la mistica cristiana, per quanto avesse già dotato la Chiesa di grandi maestri, non aveva ancora raggiunto l’elevatezza sufficiente per saper apprezzare in pienezza gli insegnamenti di Dionigi.

Infatti la catechesi e la teologia mistica dei primi secoli, per opera dei Padri e dei Concili, sono impegnate a stabilire i Simboli della Fede e le basi dogmatiche della dottrina cristiana, soprattutto il mistero cristologico e trinitario, sconfiggendo le eresie. Una volta chiarite e consolidate queste basi, allora aveva senso l’elaborazione e la pratica della teologia mistica.

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Chi ha appreso il catechismo è chiamato, se Dio gli dà la grazia, a fare il passo ulteriore di imparare la teologia mistica. Ed è a questo punto che può incontrare Dionigi.

Ci attende dunque la pace eterna e celeste conseguente alla vittoria di Cristo su Satana. Rifiutare di combattere con Cristo non è vero spirito di pace ma lugubre presagio di eterna guerra infernale, e non ci consente di arrivare alla pace eterna, quella pace ineffabile che chiediamo a Dio per i nostri cari defunti e che prepariamo adesso per noi combattendo contro il peccato e che chiediamo per noi a Dio oltre le soglie della morte. 

Immagine da Internet

 

 

26 marzo, 2025

La pace è vicina - Convertitevi e credete al Vangelo - Parte Prima (1/2)

 

La pace è vicina

Convertitevi e credete al Vangelo

Parte Prima (1/2)

A chi si rivolge questo appello?

Queste famose parole che riassumono tutto il contenuto del messaggio che per comando e dietro l’esempio di Cristo il cristiano lancia agli uomini per la loro salvezza, possono certamente suscitare delle  difficoltà e raramente le sentiamo pronunciare dai predicatori.  

Infatti ci vengono in mente le seguenti domande: si può comandare a qualcuno di mutare volontà su cose che toccano l’eterno nostro destino? Si può comandare a qualcuno di credere a una rivelazione divina? Può qualcuno comandare ad un altro di credere in lui araldo di tale rivelazione? 

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Oggi in clima di imperante buonismo del tutti-salvi chi penserebbe di imitare la predicazione di Giona? Eppure egli resta sempre un esempio che ci viene proposto dalla Parola di Dio, anche se naturalmente dobbiamo prima verificare se ci troviamo davanti a persone disposte a prenderci sul serio. 

Immagine da Internet:
- Profeta Giona, Michelangelo

25 marzo, 2025

La martoriata Ucraina non è del tutto innocente - Seconda Parte (2/2)

 

La martoriata Ucraina

non è del tutto innocente

 Seconda Parte (2/2)

Il prezzo dell’ecumenismo

Sin dai tempi seguenti lo sciagurato scisma del 1054, la Chiesa Cattolica si è sempre impegnata per sanare la dolorosa ferita e per ricondurre alla comunione con Pietro i fratelli separati.

L’ecumenismo non è nato col Concilio Vaticano II. È però vero che questo ecumenismo non si limita oggi ad essere un fenomeno raro e prezioso vissuto come in passato da pochi santi in un clima ecclesiale generale di scontri violenti, esclusioni reciproche, misure e condanne severe e polemiche interminabili, spesso astiose, ma è diventato un costume diffuso vero dono dello Spirito Santo. 

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La vocazione dell’Ucraina, la sua grande chance, grazie alla sua stessa posizione geografica, è quella di diventare il laboratorio e il modello dell’ecumenismo più avanzato, fattore di congiunzione e di mutua collaborazione fra Occidente ed Oriente, solo che queste due potenze rinunciassero alle loro eventuali mire di egemonia sull’Ucraina e avessero la saggezza di capire invece che il collaborare per il bene e l’unità di questo infelice e nobile Paese andrebbe a tutto vantaggio non solo di questo Paese, ma di loro stesse e della pace nel mondo.

 

Siamo ormai da un secolo giunti ad una fase della nostra storia nella quale è più che mai evidente che non esistono più sulla terra aree di civiltà separate o isolate le une dalle altre, ma gli attuali mezzi di comunicazione e di trasporto ci mettono ormai tutti assieme stretti gli uni agli altri, gomito a gomito, come se fossimo in un autobus in un’ora di punta. Siamo come in un immenso condominio come vicini di casa, anche se lontani gli uni decine di migliaia di chilometri.

Sentiamo pertanto più che mai il bisogno di una cultura, di un governo, di una economia e di una politica globali, pur nel rispetto delle diversità e dei legittimi pluralismi.

Si moltiplicano i progetti filosofici e messianici di salvezza universale e di liberazione dell’intera umanità. In tal senso il cattolicesimo, col suo proprio universalismo, è più che mai coinvolto in questa impresa ed è più che mai di attualità. Ma anche altre visioni globali competono con lui, come per esempio il protestantesimo, la massoneria, il comunismo, l’islamismo. Qual è il vero universalismo? Chi può dire di conoscere veramente i bisogni e i fini dell’uomo come tale al di fuori del cristianesimo?

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21 marzo, 2025

La martoriata Ucraina non è del tutto innocente - Prima Parte (1/2)

 

La martoriata Ucraina

non è del tutto innocente

 Prima Parte (1/2)

 Un rivolgimento storico

Pochissimo tempo dopo l’invasione del Donbas da parte dei Russi la loro operazione militare suscitò per la sua evidente potenza distruttiva una reazione di condanna da parte della grande maggioranza dei Paesi membri dell’ONU. Lo sdegno per questa barbarica impresa militare aumentò successivamente per le notizie di danni gravissimi inferti dai Russi in varie città dell’Ucraina compresa la capitale con l’uccisione di numerosi civili e la distruzione di infrastrutture necessarie alla vita del Paese.

L’invasione russa ha procurato all’Ucraina immense sofferenze e più volte il Santo Padre ha parlato della «martoriata Ucraina», ma ha parlato anche di «guerra tra fratelli» ed ha esortato l’Ucraina a deporre le armi e a dialogare con la Russia.

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Nell’ortodossia con l’istituto della cosiddetta «autocefalia», capita ed è capitato ogni tanto che una Chiesa ubicata in un centro cittadino più importante è considerata egemone di quella ubicata in un centro politico meno importante.

C’è da notare inoltre che la stessa parte che Costantinopoli fece con Roma (chi la fa, l’aspetti), l’ha fatta la Chiesa di Mosca nei confronti di quella ortodossa di Kiev: siccome a partire dal sec. XIV il Ducato di Mosca diventò più importante del Principato di Kiev, allora la Chiesa russa cominciò ad assumere un tono di comando anche dispotico nei confronti di Kiev. La cosa divenne ancor più chiara sotto il regime sovietico. Questo fatto è all’origine di una secolare oppressione di Mosca nei confronti di Kiev, che è all’origine dell’attuale guerra in Ucraina.

Immagine da Internet: Cattedrale di Santa Sofia, Kiev

18 marzo, 2025

Il Santo Padre ci indica le vie della pace

 

Il Santo Padre ci indica le vie della pace

È mio grande piacere pubblicare la lettera che il Santo Padre ha scritto il 14 u.s. al Direttore del Corriere della Sera, lettera che contiene parole molto utili per tutti noi, che vogliamo la pace sia in Ucraina che in Israele.

Trovo molto significativo il fatto che il Papa si sia rivolto a un Direttore di giornale. Vedo in ciò un fatto simbolico, come a dire che il Papa, rivolgendosi a un dato quotidiano, si rivolge a tutti i giornalisti dell’Occidente e dell’Oriente per esortarli ad assumersi con coraggio le loro responsabilità.

A tal riguardo l’espressione che mi ha colpito moltissimo è la seguente: “Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra”. 

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Immagine da Internet

17 marzo, 2025

Perché i nazisti hanno ucciso Edith Stein? La differenza fra l’ente e l’essere - Terza Parte (3/3)

 

Perché i nazisti hanno ucciso Edith Stein?

La differenza fra l’ente e l’essere

Terza Parte (3/3)

Husserl agli inizi sembrava voler respingere l’idealismo per riproporre il realismo, e in parte lo fece col recupero dell’intenzionalità e della distinzione fra soggetto e oggetto. Egli riabilitò contro l’idealismo il constatare, l’intuire e il vedere. Così egli lanciò il suo appello con le famose parole: «torniamo alle cose stesse!».

Tuttavia non usò il termine Ding, che vuol dire res, la cosa in sé, l’ente extramentale, già respinto dagli idealisti ed accolto dai realisti, ma usò il termine Sache, che ha un’inferiore portata ontologica e riguarda piuttosto il pensiero perché propriamente significa «fatto», «affare», «causa giuridica». 

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Il bisogno d’interiorità, di verità, di certezza e di assoluto e di veder chiaro nel proprio io, che la Stein sentiva, la condusse a seguire le lezioni di Husserl a Gottinga fino a laurearsi in filosofia con lui nella speranza di avere da Husserl una risposta.

L’essere certo appare come vero all’intelletto, ma l’essenza della verità sta nell’adeguarsi dell’intelletto all’ente. Il soggettivismo è dato dal piegare l’oggetto al soggetto; l’oggettività si dà quando è il soggetto che è relativo all’oggetto. Ora è appunto nella adaequatio tomista intellectus et rei che si verifica la prima cosa, mentre è nella concezione heideggeriana della verità come apparire dell’essere al soggetto che si verifica la seconda cosa.

San Tommaso fa notare come mentre l’ente come vero (quindi la verità) suppone la relazione dell’intelletto con l’ente, l’ente come ente non suppone affatto l’uomo che pensa l’ente. L’essere potrebbe benissimo esistere anche se non esistesse l’uomo.

Edith negli anni ’30, già monaca carmelitana, Suor Teresa Benedetta della Croce, ben consapevole del gravissimo pericolo che minacciava l’Europa, la Chiesa e il mondo, presaga dell’esito del nazismo, pronta ad offrire la propria vita per il suo popolo, che di lì a pochi anni sarebbe stato vittima delle conseguenze pratiche dell’ontologia di Heidegger, scrisse due pregevoli opere assai impegnative di metafisica, dedicandosi a sottili è importantissime distinzioni, laddove Heidegger confondeva, Atto e potenza. Studi per una filosofia dell’essere e Essere finito e essere eterno. Per una elevazione al senso dell’essere.

Edith Stein con le sue opere Atto e Potenza, Essere finito ed essere eterno ci dona preziose distinzioni metafisiche nell’orizzonte dell’analogia dell’essere, dissipando la nefasta confusione che conduce all’egocentrismo, all’ateismo, al panteismo, al materialismo, al nichilismo, all’idolatria e all’empietà.

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15 marzo, 2025

Perché i nazisti hanno ucciso Edith Stein? La differenza fra l’ente e l’essere - Seconda Parte (2/3)

 

Perché i nazisti hanno ucciso Edith Stein?

La differenza fra l’ente e l’essere

Seconda Parte (2/3)

 L’impresa di Husserl

L’attività filosofica di Husserl apparve agli inizi del’900, con accurati studi di logica. Inoltre egli era un buon matematico. Aveva pertanto una forma mentis abituata al rigore razionale, che manterrà per tutta la vita, una mente meticolosissima nel ragionare e nel descrivere i fatti interiori di coscienza, cosa che gli attirerà dall’ambiente culturale del suo tempo un immenso rispetto.

Sulla base di questa preparazione scientifica gli venne l’idea di fondare una filosofia veramente radicale, inoppugnabile e rigorosa, considerando anche il basso livello intellettuale del suo tempo dominato dal positivismo, dall’empirismo, dal soggettivismo, dallo scientismo, dal vitalismo, dal materialismo, dallo psicologismo e dall’hegelismo.  

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L’appello ad aver fiducia nella possibilità di istituire un sapere veramente a fondamento di tutte le scienze, Husserl lo giustificava con l’annuncio di aver scoperto una nuova scienza, che egli chiamò «fenomenologia», il cui oggetto era un campo nuovo, vastissimo dell’essere, che finora era rimasto sconosciuto. Qui egli rintracciava questa scienza radicale che fonda tutte le altre.

Il campo della fenomenologia è quello che egli chiama campo della coscienza assoluta o dell’io puro o dell’essere di coscienza. Esso esclude un essere fuori della coscienza. Tutto l’essere è immanente alla coscienza. Per Husserl si tratta di capire che quel mondo che all’io umano pare esterno e trascendente, in realtà è una costruzione ideale del suo io puro che è la coscienza, all’interno della quale e solo all’interno della quale esiste tutto ciò che esiste.  

Osservo che è vero che i miei concetti li produco io, ma quelle cose reali ed io stesso, che i miei concetti rappresentano, non li produco io!

Ebbene, la fenomenologia, come lo yoga indiano, ci rende consapevoli che il nostro vero io non esiste perché è creato da Dio, ma esiste da sé stesso.

Viceversa, bisogna dire che se si vuol parlare con fondatezza di un io puro che dà senso e costituzione all’uomo e al mondo, questo è Dio, non sono affatto io, per quanto io metta in luce il mio io nella sua purezza. Di ciò a un certo punto si accorse Edith Stein e fu questa decisiva scoperta che la indusse ad abbandonare l’«io puro» di Husserl per abbracciare il vero Dio, il Dio d’Israele e di Gesù Cristo, il Dio di Aristotele e di San Tommaso. 

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14 marzo, 2025

Perché i nazisti hanno ucciso Edith Stein? La differenza fra l’ente e l’essere - Prima Parte (1/3)

 

Perché i nazisti hanno ucciso Edith Stein?

La differenza fra l’ente e l’essere

Prima Parte (1/3)

 

Scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani

I Cor 1,23

Perché e che senso ha il martirio di Edith Stein?

La metafisica sembrerebbe un vuoto parlare che non disturba nessuno, sembra un trattare di cose astratte per non dire campate per aria, un fare affermazioni gratuite, incomprensibili e strane, fuori della realtà, prive di interesse e conseguenze pratiche,  un giocare con le parole, il lusso che si può permettere chi non ha niente da fare né problemi economici, sembra imbastire discorsi che non toccano i nostri interessi concreti, per cui che un metafisico dica una cosa ed un altro dica l’opposto lascia molti indifferenti, perché a loro sembra che non ci sia in gioco la questione della verità o della realtà, e di una realtà decisiva che possa coinvolgerci tutti, ma che semplicemente si tratti di conflitti di parole e di formule, che lasciano le cose come sono senza toccare i nostri interessi vitali e profondi e senza risolvere i problemi reali della vita.

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Venendo a contatto con San Tommaso e con Santa Teresa, Edith, che era stata attratta da Husserl per il suo bisogno di interiorità, si accorse di qual è la vera interiorità e la vera spiritualità, nonché di qual è il vero senso dell’essere e il valore della coscienza.

Edith si accorse anche del pericolo che costituiva la metafisica di Heidegger, derivata da quella di Husserl, con la differenza che mentre Husserl risolveva l’ente nell’essenza e nel pensato, che egli chiamava «essere di coscienza», muovendosi in un orizzonte di pura idealità e di enti logici, Heidegger, più sensibile alla concretezza e al piano dell’esistenza e dell’azione politica, risolveva l’essere nell’essere umano e nella temporalità: da qui la sua definizione dell’uomo come Esser-lì (Dasein), attivamente politico prendendo spunto da Nietzsche e diventando apologeta del nazismo.

Edith comprese da una parte che occorreva contro Husserl ed Heidegger distinguere l’uomo dall’essere, il finito dall’eterno e l’io da Dio, mentre dall’altra che la vera interiorità non sta nel concentrarsi nel proprio io, ma nel dedicarsi a Dio e al prossimo; il valore della vita non sta nell’egoismo ma nell’altruismo, non sta nel relativizzare l’essere alla coscienza, ma nell’adeguare la propria coscienza all’essere.

Comprese che la cosa principale da fare, prima di guardare alle idee, è guardare alle cose esterne, perchè è guardando ad esse che formiamo idee giuste sulle cose, giacchè dobbiamo regolare le idee sulle cose e non viceversa.

13 marzo, 2025

La Madonna di Vladimir Protettrice della Russia - Ricorriamo a Maria per ottenere la pace

 

La Madonna di Vladimir Protettrice della Russia

Ricorriamo a Maria per ottenere la pace

 Un’Icona speciale

In questo momento di gravissimo conflitto fra Occidente ed Oriente che si consuma nella martoriata Ucraina, in cui l’UE sta progettando di aumentare l’offensiva militare contro la Russia con eccessive spese militari, come se sperasse di persuaderla a far pace con la l’uso delle armi, a cosa può andare più saggiamente ed utilmente il nostro pensiero se non a ciò che procura veramente la pace, ossia che accomuna Occidente ed Oriente, UE e Russia se non Maria? Che cosa infatti ella ha detto? «Tutte le generazioni mi chiameranno beata». Allora? Ci crediamo o non ci crediamo?

Sappiamo che cosa significa Maria per il popolo russo? O vogliamo invece vedere in esso solo la crudeltà di Putin? Come ho scritto recentemente nel mio blog, l’Ucraina ha anch’essa ha i suoi torti, ma, per dire tutto l’essenziale, resta pur vero quello che ha detto Mattarella e che tutti gli onesti sanno  e cioè che i Russi sono l’aggressore e l’Ucraina è l’aggredito. 

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Se Stalin ricorse alla Madonna di Vladimir in un momento drammatico per le sorti della Patria, possono ben farlo anche Putin e Cirillo riportando la veneratissima Icona al suo antico splendore in una circostanza come quella di oggi, che non mette a repentaglio solo le sorti della Russia, ma dell’intera umanità.


 

 

 

 

Immagini da Internet:

 

- Icona Madonna di Vladimir

- Cattedrale della Dormizione

 


 

 

 

07 marzo, 2025

Logica binaria e logica ternaria - Logica aristotelica e logica farisaica - Quarta Parte (4/4)

 

Logica binaria e logica ternaria

Logica aristotelica e logica farisaica

Quarta Parte (4/4)

 

La teologia negativa fa uso della logica binaria

Nicolò Cusano elaborò la sua teologia negativa ispirandosi a Dionigi l’Areopagita, ma credette che essa comportasse la negazione del principio di non contraddizione nel senso che fraintendendo l’abbinamento di affermazione e negazione che si ha nella teologia negativa, credette che il pensiero divino stia al di sopra di quel principio che, secondo lui vale per noi e non per Dio.

In aggiunta a quanto ho già detto vediamo queste parole di Dionigi che riassumono in breve il suo pensiero sull’argomento:


«In riferimento alla causa di tutte le realtà si devono porre ed affermare tutte le proprietà determinate degli enti e poi più propriamente negarle, poiché essa sovraesiste al di sopra di tutto, e non bisogna ritenere che le negazioni siano opposte alle affermazioni, bensì che essa è di gran lunga anteriore e superiore alle privazioni, essendo al di sopra di tutto ciò che viene affermato e negato».

Cusano intese queste parole come se Dionigi intendesse dire che Dio esiste al di sopra dell’esclusione reciproca fra affermazione e negazione e quindi al di sopra del principio di non-contraddizione. 

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Il Cusano immagina che la mente divina sia al di sopra del principio di non contraddizione. Crede di esaltare la trascendenza divina al di sopra della ragione umana e non si accorge che è proprio la Ragione divina a fondare il principio di non-contraddizione.

La prospettiva fondamentale del pensiero di Giordano Bruno è l’unità degli opposti. Bruno intende sostenere che nell’Uno assoluto c’è tutto implicitamente, ed ha ragione. Ma questo valeva anche per Aristotele, con la differenza che questi non intende l’Uno come unità dei molti e non si propone affatto di trarre gli opposti o i contrari dall’unione o unificazione dei molti, ma di stabilire l’unione dei molti convergenti nell’unità dell’Uno. La sintesi aristotelica non è l’unità dei contradditori, ma l’unione dei diversi o dei contrari unificati dall’Uno.

Heidegger interpreta Nietzsche come grande metafisico, per il quale l’essere coincide col divenire e in special modo con la volontà di potenza e l’eterno ritorno dell’uguale. La tragica vicenda del nazismo frutto della filosofia di Nietzsche e del suo odio per il cristianesimo, vicenda che ha prodotto tanti lutti e distruzioni nell’Europa e nel mondo, ci insegna quanto è importante ricordare che il nostro parlare dica sì al sì e no al no, perché il resto appartiene al diavolo.

Come il pesce vive nell’acqua, così il pensiero e il concetto vivono nell’identità e nella non-contraddizione propria della logica binaria. Le tenebre di quella «mistica» che si vorrebbe frutto della logica ternaria non sono le vere tenebre mistiche, ma sono le tenebre del demonio.


Immagini da Internet: Giordano Bruno e Friedrich Nietzsche