08 luglio, 2025

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista. Da Cartesio a Bontadini - Quarta Parte (4/4)

 

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista

Da Cartesio a Bontadini

 

Quarta Parte (4/4)

 

L’angelologia biblica

Riempie di meraviglia noi moderni, spesso increduli nell’esistenza degli angeli, constatare quale dimestichezza i personaggi biblici hanno con gli angeli. Il commercio con gli angeli sembra quasi per loro una cosa anche se rara e straordinaria, tutto sommato normale e scontata. Difficile sapere che cosa vedono nelle apparizioni di angeli in volo con le ali. Indubbiamente Il volo rappresenta la velocità e la elevatezza delle comunicazioni spirituali.

A noi moderni queste raffigurazioni possono sembrare fantasie ingenue, che possono attirare l’attenzione dei bambini, ma che non presentano nessun interesse o credibilità dal punto di vista di un discorso serio o filosofico. Ma qui valgono proprio in mente le parole di Cristo quando dice che Dio rivela i suoi misteri ai piccoli e li nasconde ai sapienti e agli intelligenti. 

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L’angelo è persona di più e meglio di noi, in quanto in lui il soggetto sussistente non è come in noi la materia, ma è lo stesso spirito, che pertanto non è forma di una materia, ma è pura forma, come aveva intuito Anassagora. La sua natura non è come in noi spirito e corpo, ma puro spirito.

Ma l’angelo è pur sempre una creatura. Ciò vuol dire che la sua personalità non è il grado massimo o supremo della personalità, perchè l’angelo non sussiste in forza del suo essere, ma della sua essenza o sostanza o natura. Il suo atto d’essere non è sussistente, ma ricevuto; non gli è essenziale, ma aggiunto e donato dal Creatore.

Ora la persona comporta la sussistenza. Alla persona angelica invece manca di per sé la sussistenza: non ce l’ha da sé, non l’ha per conto proprio perchè il suo essere è causato e creato dal nulla da Dio, il Quale solo è persona in senso assoluto e infinito perché non esiste da altro, ma esiste da Sé e in forza di Sé.

Ogni angelo non è l’individuo di una specie, ma è una specie a sé. Due angeli dello stesso coro, facciamo conto due arcangeli, sono di pari dignità generica come angelo, ma reciprocamente complementari come singoli, un po’ come tra l’anima umana maschile e femminile esiste una differenza formale, mentre la natura umana funge da genere, per cui le due specie di anime si completano a vicenda su di un piano di pari dignità personale.

Pochi, anche tra gli autori spirituali, notano che l’angelo custode e il demonio sono sempre presenti ed attivi nella nostra vita spirituale. 

Immagini da Internet:
- L'angelo di Giotto, Boville Ernica
- Angelo, San Vitale, Ravenna 

06 luglio, 2025

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista. Da Cartesio a Bontadini - Terza Parte (3/4)

 

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista

Da Cartesio a Bontadini

 

Terza Parte (3/4)

 

Le fascinose pretese dell’idealismo

Uno dei danni provocati alla metafisica dalla nascita della metafisica cartesiana è stato la scomparsa del trattato sugli angeli, che in Tommaso raggiunge il vertice del suo splendore, avendo, come è noto, l’Aquinate fra i suoi titoli di gloria anche quello di Dottore Angelico.

Dopo Tommaso, a partire dal Beato Duns Scoto per passare da Guglielmo di Ockham fino a Suarez assistiamo a un progressivo indebolimento della consistenza ontologica dell’angelo, la cui essenza, col pretesto della sua individualità, perde progressivamente la sua trascendenza rispetto alla natura umana e il suo stato ontologico intermedio fra l’uomo e Dio. 

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Diventa in qualche modo ingombrante per la voglia dell’uomo di salire direttamente a Dio, per cui con Cartesio l’uomo si sostituirà all’angelo, così da volere al di sopra non più l’angelo ma direttamente Dio, finchè poi con l’idealismo tedesco l’uomo pretenderà addirittura di possedere o diventare l’essere divino.

Così i suddetti teologi, in quanto cristiani, ammettono certamente l’esistenza degli angeli, ma solo come dato di fede. Infatti la loro metafisica non è capace di dimostrarne l’esistenza per il fatto che in essa manca la distinzione reale fra essenza ed essere, per cui manca il paradigma dell’ente creato. 

Cartesio ammette senza difficoltà l’esistenza degli angeli, ma solo come dato di fede. Sorprendentemente nella sua metafisica, che pare così spiritualistica, non c’è posto per gli angeli per il semplice motivo che la mente umana prende il posto dell’angelo, capace com’è di possedere le idee senza trarle dai sensi, ma solo per intuito naturale, in quanto esse, come negli angeli, sono infuse da Dio nella mente.

 Ma ecco che con Spinoza la materia viene divinizzata, diventando un attributo divino. Dunque l’uomo non è puro spirito come ce lo propone Cartesio, ma è un modo materiale della sostanza divina.

La Chiesa ha assunto le nozioni di spirito, di corpo e di forma per elevarle alla dignità di nozioni di fede, sicchè noi possiamo sapere che esistono i corpi, gli spiriti e le anime come forme del corpo umano non solo in base alla ragione, ma anche alla fede. Il credente sa dunque che la conoscenza dei corpi, e quindi la cosmologia, delle anime, e quindi la psicologia, nonché degli spiriti, e quindi l’angelologia, non sono più soltanto scienze umane, ma conoscenze salvifiche che procurano la vita eterna.

Immagini da Internet:
- Angelo adorante, Luini Bernardino, Milano
- Angelo custode, Acireale

05 luglio, 2025

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista. Da Cartesio a Bontadini - Seconda Parte (2/4)

 

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista

Da Cartesio a Bontadini

 

Seconda Parte (2/4)

 

La scoperta dell’esistenza degli angeli nei Greci

Il primo dei filosofi greci a parlare del pensiero (noèin) e quindi dello spirito è Parmenide, il quale è il fondatore della metafisica in quanto la sua questione fondamentale è quella dell’essere (einai) che identifica con quella dell’ente (on).

Egli tuttavia dice che la stessa cosa è il pensare e l’essere (to autò to noein kai to einai) senza che sia chiaro se egli identifica il pensare con l’essere oppure intende dire che nel conoscere ciò che pensiamo è ciò che è. Nel primo caso egli è il fondatore dell’idealismo. Nel secondo caso fonda il concetto realistico della verità. 

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Anassagora forma per primo il concetto della vita (bios o zoè) come automozione, distinguendo l’ente vivente dal non vivente, anche se non ci dà ancora i gradi della vita come farà Aristotele. Un conto comunque, per Anassagora, è il non vivente, il semplice corpo, e un conto è il morto, un corpo che ha perso la vita. 

L'automozione significa solo azione immanente o interiore e intenzionale di autoperfezionamento o autorealizzazione e non significa assolutamente autocausazione (causa sui), concetto assurdo come dimostra San Tommaso, perché la causa di se stesso dovrebbe esistere, come causa, prima di esistere come effetto, dovrebbe esistere e non esistere. 


Platone ha capito che l’atto del vivente esce da lui e torna a lui secondo una specie di circolarità. Il suo agire e il suo essere sono trasparenti a loro stessi. Quindi ha capito il valore della coscienza, dell’autocoscienza e dello spirito. Bisogna dire allora che ci ha fatto capire meglio non solo che cosa è l’uomo, ma anche che chi è l’angelo. E da qui ci ha fatto capire chi è Dio purissimo Spirito, esplicitando la nozione del nus che già ci aveva fornito Anassagora.

Aristotele, benché non capisca e denigri la dottrina platonica delle idee, tuttavia ne coglie l’aspetto ontologico e ammette la sostanza spirituale o immateriale separata (usìa coristè). Egli spiega l’ente sensibile non con l’idea trascendente, ma con la forma (morfè) immanente, sicchè la sostanza sensibile materiale è il composto (synolon) di materia (yle) e forma. Aristotele chiama la forma anche eidos, come Platone chiama l’idea. In metafisica abbiamo la forma pura, che è finita ed è l’angelo, mentre quella infinita è Dio.


Immagini da Internet:
- Angeli con candelabro, Gessi G.F.
- Angeli, Cappella Palatina, Napoli

04 luglio, 2025

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista. Da Cartesio a Bontadini - Prima Parte (1/4)

 

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista

Da Cartesio a Bontadini

 

Prima Parte (1/4)

 

L’hai fatto poco meno degli angeli

Sal 8,6

                                                   Dedicato al mio angelo custode

 

La questione dell’esistenza degli angeli

Non è raro sentir parlare del problema dell’esistenza di Dio.  Ma quali filosofi oggi discutono sul problema dell’esistenza degli angeli? Molti ammettono l’esistenza di Dio, ma non quella degli angeli. Sanno con la loro ragione compiere il balzo dalla finitezza creaturale all’infinità del creatore, ma non sanno scoprire l’esistenza di creature puramente spirituali, certo superiori a noi, ma in fin dei conti enti finiti e creati come noi. Eppure quante cose la psicologia moderna sa sulle attività del nostro spirito!

Quello che tuttavia è ignorato sono i gradi della vita. Tale ignoranza tocca anche i gradi dell’essere. Così viene meno anche la scala o gerarchia dei valori morali. In tal modo crollano le gerarchie sociali e la gerarchia ecclesiastica. Col pretesto della democrazia o della sinodalità si cade nell’anarchia e nell’ingiustizia.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/la-scomparsa-degli-angeli-nella.html


La storia delle religioni e della filosofia ci insegna che la mente umana è capace non solo di un sapere fisico, avente per oggetto le cose visibili, materiali, mutevoli, immerse nello spaziotempo e sperimentabili con i sensi, ma anche di un sapere metafisico, che abbraccia l’ente come tale, e che quindi è capace di conoscere realtà immutabili, immateriali, sovrasensibili, metaempiriche, sovrastoriche e sovratemporali, puramente intellegibili, spirituali, comprendenti l’anima umana, gli angeli e Dio. La conoscenza metafisica conduce alla nozione della persona, la sostanza spirituale.

Dobbiamo pertanto dire che come tutti, materialisti o spiritualisti, atei o teisti, sanno che esiste il mondo, sanno di esistere e sanno che Dio esiste, così tutti, consapevolmente o inconsciamente distinguono la materia dallo spirito e sanno che esistono gli angeli. Ciò non esime affatto il filosofo dal dimostrare l’esistenza dello spirito finito e infinito, dell’anima, degli angeli e di Dio.

La libertà non è forse oggi uno degli interessi maggiori della morale? Eppure nessuno pensa di considerare come funziona l’agire libero nella sostanza spirituale.

 

Immagini da Internet

30 giugno, 2025

La transustanziazione eucaristica come principio della comunione ecclesiale

 

La transustanziazione eucaristica

come principio della comunione ecclesiale

 

L’espressione appropriata di un mistero ineffabile di salvezza

La ricerca di parole adatte per esprimere, interpretare, spiegare e chiarire quanto Gesù disse e fece nell’Ultima Cena relativamente al pane e al vino, che collegò al suo corpo e al suo sangue, parlando di «Alleanza», ha avuto una storia di secoli. Essa è narrata in forma riassuntiva da Mons. Antonio Piolanti alla voce corrispondente nell’Enciclopedia Cattolica. Qui basterà ricordare alcuni punti principali che riguardano i pronunciamenti della Chiesa.

Il Concilio di Trento dice che la conversione del pane e del vino nel corpo e sangue del Signore nel sacrificio della Messa è espressa in modo adattissimo (aptissime) col termine «transustanziazione» (transubstantiatio) (Denz. 1659).  Il termine è ufficializzato per la prima volta nel Magistero della Chiesa dal Concilio Lateranense IV del 1215, che si esprime così:


«Una sola è la Chiesa universale dei fedeli, al di fuori della quale nessuno assolutamente si salva, nella quale lo stesso e medesimo è sacerdote e sacrificio, Gesù Cristo, il cui corpo e sangue nel sacramento dell’altare è veramente contenuto sotto le specie del pane e del vino, transustanziati per potere divino, il pane nel corpo e il vino nel sangue, affinchè noi riceviamo da Lui ciò che Egli riceve da noi, perché si compia il mistero dell’unità» (Denz.802).

 

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/la-transustanziazione-eucaristica-come.html


Il mistero della transustanziazione ci dice che quando facciamo la Comunione noi mangiamo certo fisicamente le specie del pane, ma non mangiamo del pane: mangiamo la carne di Cristo; non beviamo del vino, ma il sangue di Cristo. C’è dunque un mangiare e un bere spirituali che vanno al di là del mangiare e bere fisico, e che rappresentano, producono e accrescono, se siamo ben disposti, la nostra incorporazione a Cristo, il nostro essere Chiesa e appartenere alla Chiesa, il nostro essere in Cristo e con Cristo, partecipi della sua stessa vita divina, così che possiamo dire con San Paolo: «non son più io che vivo, ma Cristo vive in me».

Immagine da Internet 

29 giugno, 2025

Un ricordo di Padre Tomas Tyn

 

Un ricordo di Padre Tomas Tyn


Ho il piacere di pubblicare una testimonianza su Padre Tomas Tyn da parte del Padre Massimo Negrelli, Confratello e amico di vecchia data, il quale visse per alcuni anni insieme con il Servo di Dio nel convento domenicano di Bologna. 

Il Padre Negrelli ha svolto per incarico della Nostra Provincia Domenicana l’ufficio di promotore delle Cause dei Santi e in questo ufficio ha prodotto alcuni pregevoli pubblicazioni. 

...

 

AMARCORD

 P. TOMAS TYN O.P.

1975 – 29 giugno – 2025

 Amarcord, mi ricordo. 1975. Anno Santo. 29 giugno, domenica, solennità dei Santi Pietro e Paolo, nella Piazza di San Pietro, antistante la Basilica Vaticana.

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/un-ricordo-di-padre-tomas-tyn.html

Servo di Dio Padre Tomas Tyn, OP - Roma, 29 giugno 1975

28 giugno, 2025

Padre Tomas Tyn ha offerto la sua vita per la libertà della Chiesa

 

Padre Tomas Tyn ha offerto la sua vita

per la libertà della Chiesa


Pubblichiamo una interessante raccolta di testimonianze di persone che conobbero direttamente il Servo di Dio Padre Tomas Tyn. 


Da esse viene chiaramente in luce come Padre Tomas sia uno splendido esempio di Domenicano per il nostro tempo agitato da forze che tentano di sovvertire le basi della convivenza e della fraternità umana.

 

Testimonianze pubblicate:

http://www.studiodomenicano.com/testimonianze.htm

...

Queste testimonianze ci sembrano molto significative per ricordare il 50° anniversario della ordinazione sacerdotale di Padre Tomas Tyn, in occasione della quale egli fece l’offerta della propria vita per la libertà della Patria.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/padre-tomas-tyn-ha-offerto-la-sua-vita.html


 Servo di Dio Padre Tomas Tyn, OP - Foto di Roberta Ricci - Bologna, Ottobre/Novembre 1989

27 giugno, 2025

AVVERTENZA PER I LETTORI

 

AVVERTENZA PER I LETTORI

 

Comunico che mi è stato segnalato un falso profilo Facebook della mia persona. Abbiate cura di distinguere quel tale che si è presentato come Giovanni Cavalcoli, da me.

 

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 27 giugno 2025


 Profilo autentico 

26 giugno, 2025

Il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo rivolge un richiamo ad Andrea Grillo

 

Il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo

rivolge un richiamo ad Andrea Grillo

 

Pubblichiamo un comunicato del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, alla lettura del quale è facile comprendere a chi si riferisce.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 26 giugno 2025 

 

Comunicato del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo

 

Il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo prende con decisione le distanze da quanto singolarmente espresso da docenti che, a titolo personale e sotto la loro unica e piena responsabilità, pubblicano sui propri siti o blog, tesi, opinioni o posizioni personali.

Esse, infatti, non rappresentano quanto insegnato nelle varie Facoltà del nostro Ateneo che accoglie totalmente e trasmette, in piena fiducia e obbedienza di fede - nell’ottica di una sana dialettica su cui si basa una vera ricerca teologica - l’insegnamento della Chiesa e del Romano Pontefice.

Pro-Rettore, Prof. P. Laurentius Eschlböck, O.S.B.

Roma, 23 giugno 2025

https://www.anselmianum.com/it/news/1391-comunicato-del-pontificio-ateneo-sant-anselmo


 

25 giugno, 2025

Il serpente mi ha ingannata. La questione dell’errore in metafisica - Seconda Parte (2/2)

 

Il serpente mi ha ingannata

La questione dell’errore in metafisica

Seconda Parte (2/2)

Il fondamento e l’inizio del sapere

Aristotele fa notare che il punto di partenza del nostro sapere non coincide con la base o fondamento del nostro sapere. Infatti il nostro sapere comincia con l’esperienza sensibile e culmina con l’attività intellettuale che giunge fino all’autocoscienza. Solo a questo punto il sapere è fondato.

All’inizio funzionano i sensi, mentre il fondamento del sapere è la certezza del principio d’identità. Una volta che l’intelletto è giunto all’essere, evita di ingannarsi, e su questa base costruisce tutto il sapere ed è in grado di correggere i suoi errori. 

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/il-serpente-mi-ha-ingannata-la_23.html 

Occorre osservare a Cartesio che nel prender coscienza di me stesso, io dovrei dire: io esisto e non io sono. Se invece io dico a me stesso: io esisto, ecco che non mi passa per l’anticamera del cervello di credere di esistere da me e in forza di me stesso o di pensare che posso ricavare tutto il mio sapere da questa mia autocoscienza.

La cosa tremenda di Cartesio è l’equivoco del suo io penso, che in realtà è un io dubito. Infatti l’io penso cartesiano non ha un oggetto. Cartesio non dice: penso qualcosa, ma si ferma a dire: io penso. Come mai? Perchè non si tratta di un vero pensare, ma è il suo dubbio universale gratuito e forzato.

E questa sarebbe la grande scoperta epocale di Cartesio, che è alla base delle tragedie della modernità. Chi si getta nel precipizio da sé non può poi pretendere di venirne fuori per l’intervento di un Dio o che venga a salvarlo.

L’errore in campo metafisico non è possibile, data l’evidenza dei princìpi, dubitando dei quali, ci si confuta da sé, perchè essi sono necessari all’espressione del pensiero. Ciò non impedisce che difatti nella storia del pensiero essi esistano. Ci si potrebbe chiedere: ma coloro che in essi cadono, lo fanno volontariamente o s’ingannano senza volere? Può darsi l’una e l’altra cosa.

Gli inganni più impressionanti nella storia dello spirito umano avvengono in questo campo della scelta o per Dio o contro Dio. È su questo sfondo che si verificano gli errori nel campo delle eresie, gli errori morali, religiosi, metafisici e teologici. Essi si radicano profondamente nello spirito, animano interi popoli, e intere epoche storiche e vaste zone geografiche; sono difficilissimi da estirpare per il fascino quasi irresistibile esercitato dai loro inventori e diffusori.


Immagine da Internet: Vecchio che soffre, Vincent Van Gogh

23 giugno, 2025

Luigino non demorde Non si arrende, ma contrattacca

 

Luigino non demorde

Non si arrende, ma contrattacca

 

Luigino Bruni mi ha inviato una lettera[1] di commento a quanto ho detto su di lui nel mio recente articolo dedicato ad Ernesto Buonaiuti. Riporto il suo scritto, al quale faccio seguire la mia risposta.

 

Carissimo Padre, eppure anni fa ci eravamo sentiti e aveva usato parole umane. Ed ero felice. Vedo invece che è tornato ai toni inquisitori, facendosi esponente di un sant'Uffizio del quale non fa parte, e di difensore di Dio, una difesa di cui non ha certamente bisogno. Mi chiedo davvero da dove provenga questa rabbia, questo astio nei confronti di chi, come me, chiede di cancellare un provvedimento sbagliato, e che oggi non comporterebbe nessuna scomunica - le sue argomentazioni bibliche e teologiche che usa qui non sono affatto convincenti: le tesi di Buonaiuti oggi non incorrerebbero in nessuna scomunica. ...

 

Carissimo Luigino,

ho molto piacere che ti sia rifatto vivo. Effettivamente ci lasciammo bene, ma, come allora, se sono stato severo con te, è perchè ti voglio bene con cristiana fraternità e franchezza. E puoi conservare l’uso del «tu» come avevi iniziato a fare. Con ciò entro in argomento.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/luigino-non-demorde-non-si-arrende-ma.html

 


 Immagine da: https://www.vatican.va/content/leo-xiv/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2025/6/22/corpus-domini.html

 

21 giugno, 2025

Il Padre Roberto Coggi A proposito di Miracoli Eucaristici

 

Il Padre Roberto Coggi

A proposito di Miracoli Eucaristici

 

A titolo di documentazione riporto il testo di Padre Coggi relativo ai miracoli eucaristici, al quale si riferisce Grillo[1].

Questo testo è stato preparato da P. Coggi per la Mostra Internazionale ideata e realizzata da Carlo Acutis[2].

https://www.miracolieucaristici.org/it/Liste/pref_RC.html

https://www.miracolieucaristici.org/it/Liste/list.html

https://www.carloacutis.com

 

I Miracoli Eucaristici

 

I Miracoli Eucaristici sono degli interventi prodigiosi di Dio che hanno lo scopo di confermare la fede nella presenza reale del corpo e del sangue del Signore nell ’Eucaristia. Conosciamo la dottrina cattolica riguardo alla presenza reale. 

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/il-padre-roberto-coggi-proposito-di.html 


 Da:

https://www.carloacutis.com/ 

 

20 giugno, 2025

Andrea Grillo insiste nel profanare l’Eucarestia

 Andrea Grillo insiste nel profanare l’Eucarestia

 

Andrea Grillo il 17 giugno u.s. ha pubblicato una critica al teologo Domenicano Padre Roberto Coggi a proposito della Consacrazione Eucaristica:

 

Il testo di Roberto Coggi, all’inizio della sua Introduzione scrive:

“Conosciamo la dottrina cattolica riguardo alla presenza reale. Con le parole della consacrazione: «Questo è il mio Corpo», «Questo è il mio Sangue», la sostanza del pane diventa il Corpo di Cristo, e la sostanza del vino il suo Sangue.”

Forse qualcuno avrebbe dovuto aggiornare il padre domenicano sul fatto che la riforma del Messale del 1970 ha cambiato quella che lui è convinto sia “dottrina cattolica”, ma è sola la sua fantasia.

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/andrea-grillo-insiste-nel-profanare.html

 

Il serpente mi ha ingannata. La questione dell’errore in metafisica - Prima Parte (1/2)

 

Il serpente mi ha ingannata

La questione dell’errore in metafisica

Prima Parte (1/2)

 Un caso paradigmatico

Secondo il racconto biblico, quando Eva cerca di giustificarsi davanti a Dio per il peccato commesso, dice: «il serpente mi ha ingannata». È vero che l’ha ingannata, ma lei si è lasciata ingannare. E per questo viene punita. Certamente questo episodio chiave di tutta la storia dell’umanità suscita in noi alcune riflessioni e alcune domande.

È innanzitutto sorprendente la grandissima responsabilità di Eva, la quale, perfettamente consapevole della gravità destinale del comando divino e del tutto libera da quella spinta al peccato che sarebbe stata la conseguenza in noi del peccato della coppia primitiva, muta la sua volontà da buona a cattiva dando ascolto al demonio. Non sapeva che era il demonio? Come mai ha preferito credere a lui piuttosto che a Dio?

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/il-serpente-mi-ha-ingannata-la.html

Il racconto biblico narra che il demonio avvicinò anzitutto la donna. Per quale motivo? La donna è più suggestionabile? È più capace di contattare gli angeli? Qui è difficile distinguere ciò che è rivelazione da quanto dipende dalla mentalità dell’agiografo. Oggi sappiamo con certezza che uomo e donna sono di pari dignità nell’intelletto e nella volontà, nella coscienza e nella responsabilità.

La questione che ci poniamo qui è quella di sapere se è possibile sbagliarsi in buona fede, ossia senza volere, in metafisica e nel giudizio morale. Gli errori in metafisica sono sempre colpevoli o possono essere scusati? È possibile in metafisica o nell’agire morale confondere la certezza oggettiva con quella soggettiva? Pare di sì, altrimenti come potremmo commettere un’azione oggettivamente cattiva, ma scusabile perché soggettivamente ritenuta o creduta buona e quindi commessa in buona fede?

Col termine allucinazione intendo non solo quel fenomeno psicopatologico per il quale il malato di mente a causa di un disturbo della sensibilità o dell’immaginazione o delle funzioni cerebrali crede di vedere o sentire ciò che in realtà non esiste, ma in generale intendo il fatto di prendere per vero e reale ciò che non esiste, lo scambiare il sentito o l’immaginario o la rappresentazione o l’ideale col reale. Questo scambio può essere involontario o volontario. 

 Immagine da Internet: illusione ottica, Fata Morgana

19 giugno, 2025

Buonaiuti e Lefebvre - Uno scambio di idee tra me e Americo Mascarucci

 

Buonaiuti e Lefebvre

Uno scambio di idee tra me e Americo Mascarucci

 

Caro padre Cavalcoli, penso che il tentativo di Luigino Bruni e di Avvenire di riabilitare Ernesto Buonaiuti e con lui il modernismo, prendendo nettamente le distanze dalla Chiesa pre conciliare, quella che da San Pio X a Pio XII ha ribadito la condanna contro i modernisti colpendo duramente Buonaiuti rischi di apparire un'operazione che oserei definire "zoppa".

Su un punto possiamo essere d'accordo; verso il sacerdote modernista fu calcata troppo la mano e la Chiesa di inizio Novecento nel condannare il modernismo non comprese l'esigenza di modernità, sbagliando nel non voler percorrere strade in grado di raccogliere e tradurre le istanze di rinnovamento mantenendo fedeltà alla tradizione. 

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/buonaiuti-e-fefebvre-uno-scambio-di_19.html


Quindi, in sostanza, che cosa chiediamo? Un mondo cattolico che comporti una sintesi di tradizione e progresso, senza fughe a destra o a sinistra, cioè senza eresie di segno opposto, ma che viva sereno entro i confini dell’ortodossia, con la libertà di ciascuno di scegliere un orientamento o di progresso o di tradizione, i quali in tal caso non costituirebbero alcun pericolo per l’unità, per la pace e per la fraternità, ma anzi costituirebbero un motivo di crescita nella Chiesa nella verità.

Per fare un paragone molto semplice, pensiamo all’autostrada: l’importante è non andare fuori strada, se poi l’automobilista preferisce stare un po’ più a destra o un po’ più a sinistra, se ciò non disturba gli altri automobilisti, è liberissimo di farlo.

Immagine da Internet

18 giugno, 2025

Maschio e femmina li creò. Il mistero dell’unione dell’uomo con la donna - Terza Parte (3/3)

 

Maschio e femmina li creò

Il mistero dell’unione dell’uomo con la donna

Terza Parte (3/3)

 

Essenza della sessualità umana

Una caratteristica del vivente a differenza del non vivente è il fatto di esercire attività che non sono solo proiettate all’esterno per influire su altri corpi, ma sono indirizzate anzitutto alla conservazione, affermazione, difesa e riproduzione della propria specie e allo sviluppo quantitativo e qualitativo dell’individuo fino a raggiungere le dimensioni proprie della propria specie.

Il vivente possiede inoltre una vita di relazione fra gl’individui della stessa specie, che è assente nel mondo inanimato. I ciottoli del torrente sono fatti del medesimo tipo di roccia. Certamente stanno assieme, ma non esiste tra di loro alcuna relazione reciproca, che esprima la comunione fra due individui finalizzata alla produzione di nuovi individui di quel tipo di roccia, come avviene già nel mondo vegetale.  Ma nel mondo animale si aggiunge un ulteriore fattore di comunione ancora più intima di quella semplicemente vegetativa: i due soggetti diventano immanenti l’uno altro per mezzo di un’attività immateriale, intenzionale, rappresentativa ed immanente: la conoscenza, e quindi l’affettività, che segue alla conoscenza.  

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/maschio-e-femmina-li-creo-il-mistero_17.html


La sessualità umana è una dualità di fattori o princìpi corporeo-spirituali reciprocamente connessi e complementari, per la quale la natura umana risulta dall’unità di questa dualità, pur nella distinzione. Maschio e femmina non sono due individui della stessa specie di per sé asessuata, come nell’animale, ma sono le due componenti della specie, sicchè l’individuo maschile e quello femminile non sono esseri umani completi, se non nell’unione, non necessariamente genitale, con l’altro sesso.

Il che significa che il biblico «Non è bene che l’uomo sia solo» non vuol dire soltanto «non è bene che generi da solo», ma non è bene che la natura umana sia monadica; essa dev’essere duale. L’essere coppia è implicitamente incluso nell’essere uomo o essere umano, per cui l’individuo, uomo o donna, non è pienamente un essere umano se non è in coppia. Il che non significa assolutamente necessariamente attività sessuale. 

 Questa modalità duale si trova nell’uomo a causa della sua natura animale. Certamente non è richiesta dallo spirito come tale. L’angelo, puro spirito, non ha certo problemi di sessualità. Per questo l’angelo non può essere proposto come modello di perfezione umana alla maniera di Origene; né del resto può essere proposto l’animale, come avviene in Freud.

Nella sessualità umana s’incontrano natura e cultura, l’iniziativa umana e la volontà divina. Dio ci dona un tesoro da par suo e a noi sta abbellirlo ulteriormente con le raffinatezze dell’arte.

Immagini da Internet:
- Creazione di Adamo ed Eva, Guariento di Arpo, Padova
- Incoronazione della Vergine, Bernardo Daddi, Firenze

17 giugno, 2025

Maschio e femmina li creò. Il mistero dell’unione dell’uomo con la donna - Seconda Parte (2/3)

 

Maschio e femmina li creò

Il mistero dell’unione dell’uomo con la donna

Seconda Parte (2/3)

 

 Il bene onesto, utile e piacevole

nel campo del sesso

 L’ente in quanto ente è buono, cioè il bene ontologico coincide con l’ente, con ciò che esiste o è in atto d’essere. Suarez sostiene che l’ente non è buono in sé e per sé, ma solo perché dice relazione e comunione. È vero che l’ente come tale non dice ancora il bene. L’ente è buono supponendo una volontà che lo voglia e lo ami.

Ogni ente in quanto ente è buono e creato da Dio somma bontà. Non esistono enti naturalmente cattivi, malvagi o dannosi. I demòni sono cattivi per la loro cattiva volontà, non per natura. 

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L’azione buona non è la semplice azione umana come tale quale che sia, non è una semplice relazione all’essere, la libertà non è puro e semplice esercizio del volere avulso dal perseguimento del vero bene, ma è l’azione della buona volontà che ha per oggetto il vero bene dell’uomo, che non è l’essere o l’esistere come tale o purchessia, ma è bensì l’ipsum Esse subsistens, Dio, che però trascende infinitamente l’uomo, il cui essere resta un essere finito e categoriale. 

L’ente in quanto è appetibile dalla volontà è il bene. In quanto piace alla vista è il bello. Il piacere estetico impegna l’affettività e la volontà e quindi suscita l’amore. In tal modo nella fruizione o nel gusto del bello gioca la volontà insieme con l’intelletto: è il piacere che l’intelletto prova nel vedere. Ma come si è detto, nel piacere giocano la volontà e l’amore. Nell’amore dunque abbiamo l’intrecciarsi del vero, oggetto dell’intelletto, col bene dell’intelletto, per cui entra in gioco la volontà, ma nel contempo questo bene è bello perchè piace all’intelletto che spinge la volontà ad unirsi al bene.

 

L’ente è di per sé buono davanti all’appetito naturale: il bene del fuoco è l’atto dello scaldare. Quando invece entra in gioco lo spirito e precisamente l’intelletto, allora il bene è mediato dal vero: l’ente si presenta all’intelletto come vero e per conseguenza come bene dell’intelletto, che aspira alla verità come al suo bene e al suo fine, del quale godere e fruire.

Bisogna distinguere la pratica del bene dal possesso del bene e dall’unione col bene. Pratica del bene è la bontà morale, la santità, la pratica della virtù e cose simili. Possesso del bene è l’utilizzo dei beni materiali e spirituali necessari all’acquisto della perfezione morale e della felicità. Unione col bene sono le sane relazioni personali, come per esempio quella tra gli amici o l’unione tra uomo e la donna o l’unione con Dio.

Immagini da Internet: Coniugi Curie