Il significato mistico del senso del tatto
Seconda Parte di Tre Parti
Il falso spiritualismo nel momento in cui disprezza la sensibilità
ne resta ingolfato
Il falso spiritualista che deriva da Cartesio, ritiene illusione credere che le immagini che sono in noi di cose che sembrano essere fuori di noi siano immagini di cose che sono effettivamente fuori di noi. Secondo lui il fatto non è evidente, ma occorre dimostrarlo. E lo fa ricorrendo alla propria autocoscienza assoluta, la quale gli garantisce che ciò che sembra fuori, in realtà è dentro ed è un prodotto dell’autocoscienza o soggettività assoluta, detta anche «io trascendentale».
Cartesio imposta male la questione della veracità dei sensi. Egli nota bensì che ogni tanto ci ingannano. Ma tratta del dato del senso non come di un dato del quale possiamo fare immediata e certa esperienza, ma come se si trattasse di messaggio che ci viene recapitato da una persona, circa la quale può porsi il problema della sua credibilità, per cui fa un paragone che non calza: «noi – egli dice – non ci fidiamo più di una persona che ci ha ingannato una volta».
Questo può essere anche giusto, ma vale solo nei rapporti interpersonali: non c’entra niente con la questione della veracità del senso, dove, quando ci accorgiamo di essere stati ingannati o di esserci sbagliati, la cosa sensata che tutti fanno per sapere qual è la verità, è semplicemente quella di tornare all’esperienza e farci correggere dall’esperienza. Gli errori del senso si correggono considerando con maggiore attenzione che cosa ci dice il senso.
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C’è un toccare sacro proprio anche del fedele alla Santa Comunione, per il quale egli, ricevendo Gesù eucaristico nella mano o con la lingua, tocca Gesù stesso sotto le specie eucaristiche.
Immagini da internet
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