Tra Freud ed Origene
O col corpo o senza corpo.
Dobbiamo deciderci sulla questione della sessualità
Quinta Parte (5/5)
Indicazioni pastorali
L’impressione che fa a molti giovani l’etica sessuale predicata dalla Chiesa è che essa voglia proibir loro ciò che maggiormente li attira: il piacere sessuale che viene dall’amore per una ragazza che li ama. Essi hanno l’impressione che questa proibizione rifletta una specie di crudeltà e per questo sono portati a ribellarsi, e con ciò che cosa accade? Che, siccome la Chiesa è quella stessa istituzione che comanda a loro di andare a Messa in nome di un Dio che proibisce quella cosa, smettono di andare a Messa e di credere in Dio. Cosa fare, allora? Bisogna accoglierli nelle loro giuste esigenze e spiegar loro qual è il modo di soddisfarle.
Dobbiamo spiegar loro senza mezzi termini e senza attenuazioni che l’esigenza di vivere, di amare sensibilmente e godere sessualmente è del tutto legittima ed è creata da Dio per la loro felicità. Già queste parole li ben dispone nei confronti di Dio. Il senso della loro vita si apre indubbiamente alla possibilità dell’unione fisica accanto, tuttavia ad altri valori superiori, che occorre spiegar loro e renderne testimonianza nell’attenzione e nella pazienza con le quali li ascoltiamo, nel modo paterno di correggerli, nell’accoglienza che loro riserviamo, nella validità dei nostri ragionamenti, nei gesti di carità che loro offriamo.
Continua a leggere:
https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/tra-freud-ed-origene-o-col-corpo-o_23.html
Il fondamento primo dell’etica sessuale cattolica giace nel mistero dell’Incarnazione: o Logos sarx eghèneto, Verbum caro factum est, «il Verbo si fece carne» (Gv 1,14). Non dice che il Verbo si è mutato in sesso maschile.
Si suppone la distinzione fra spirito e sesso, la sua unione nella mascolinità di Cristo e l’unione ipostatica del suo sesso, mediante l’umanità, alla Persona del Verbo. Qui vediamo l’altissima dignità che il sesso assume nel mistero dell’Incarnazione.
Giovanni Paolo II, come è noto, ha dato un poderoso contributo alla valorizzazione e al potenziamento della visione cristiana della famiglia, ma la novità storica del suo pensiero sulla sessualità ha la sua origine dall’aver puntato l’attenzione sul c.2 del Genesi, cosa che fino ad allora non era mai stata fatta nell’etica sessuale cattolica.
L’unione reciproca non è facoltativa, ma vocazione propria dell’uomo come tale, quindi di ogni persona umana. L’esser maschio e femmina non si aggiunge alla natura umana ma ne è costitutivo essenziale. Cioè non è che la natura umana sia soltanto identica nell’uomo e nella donna e il sesso ne sia una semplice differenza accidentale, ma si tratta di una differenza che potremmo chiamare sottospecifica, simile alla differenza che si aggiunge al genere, dove in questo caso il genere è la stessa natura umana.
Dio ha creato la stessa natura umana come duale, cioè come intrinsecamente differenziata in esser uomo e donna. Del resto ciò è implicito già nella definizione aristotelica dell’uomo come animale razionale: quando si dice animale, è ovvio che si dice maschio e femmina.
Immagini da Internet: Michelangelo
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.