Perché Dio permette il male?
Prima Parte (1/3)
La reazione degli uomini di oggi al fatto della sofferenza.
A Papa Francesco, evangelizzatore della misericordia
Dio vi castiga per le vostre ingiustizie
ma userà misericordia a tutti voi
Tob 13,5
Quando di solito si pensa alla questione del male, la prima cosa che viene in mente, è quella forma di male, che ci colpisce più immediatamente. Il male di pena, il dolore, la sofferenza. Il male di colpa, la cattiva azione, il male morale, il peccato certo non sono ignorati, ma restano più sullo sfondo; giudicare di questo tipo di male sembra meno sicuro e più soggetto alla diversità dei pareri: che un mal di denti o una sciatica sia un male ci trova tutti d’accordo. Ma che l’aborto o la sodomia sia un male, incontra oggi pareri contrari. Eppure il male di pena, come vedremo, ha origine dal peccato. Ma, per iniziare dalle cose evidenti per tutti, cominciamo dal problema della sofferenza.
Il paradigma più evidente della sofferenza è indubbiamente la sofferenza fisica. Quella spirituale certo non è ignorata; ma per la sua complessità, per la sua interiorità e soggettività richiederebbe sottili analisi, che ci porterebbero troppo lontano. Comunque, è chiaro che quando parliamo un generale di sofferenza, come in questo articolo, includiamo anche la sofferenza spirituale.
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Dio ha creato l’uomo dotato di libero arbitrio, per il quale l’uomo può fare il bene o fare il male, può peccare o non peccare.
Davide e Golia, Caravaggio
Immagine da internet
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