Il rapporto del Papa con la dottrina di Gesù Cristo
Due princìpi della dottrina cattolica
in apparente contraddizione fra di loro
Uno dei principali problemi che tormentano molti oggi è quello di avere le idee chiare sulla considerazione che noi fedeli dobbiamo avere degli insegnamenti del Papa in rapporto alla dottrina di Gesù Cristo.
Esiste infatti un duplice problema. Uno: che valore ha l’interpretazione che il Papa dà della dottrina di Gesù Cristo? E l’altro: con quale criterio interpretare ciò che il Papa dice circa o in relazione alla dottrina di Gesù Cristo?
Ora è certo per noi cattolici che il Papa è, nella Chiesa, colui che ci chiarisce definitivamente la verità circa certi punti della dottrina di Cristo, punti attorno ai quali non riusciamo a metterci d’accordo su quale sia l’interpretazione giusta.
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Non è che
non esista un moto circolare della ragione. Esso esiste,
ma l’assurdità del circolo vizioso, come pare che sia qui il caso, è data dal fatto che la ragione avanza e retrocede nello stesso tempo.
Sarebbe come se si affermasse che una auto è andata nello stesso tempo da Bologna a Milano e da Milano a Bologna.
Il circolo virtuoso è dato invece quando una tesi si succede all’altra.
È questo il processo della riflessione o dell’autocoscienza, nel quale la ragione, uscita verso il reale esterno, torna in sé stessa col concetto del reale esterno.
Così i due processi di andata e ritorno possono stare assieme senza contraddirsi ed anzi completandosi vicendevolmente.
Similmente qui per quanto riguarda il rapporto del Papa col Vangelo. I fedeli devono abituarsi a percorrere ora una via ora l’altra, perché entrambe sotto punti di vista diversi, hanno una loro necessità per una piena comprensione della Parola di Dio.
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