Il progresso non è rivoluzione, ma un perfezionamento
Non sono venuto ad abolire la legge, ma a dar compimento
Mt 5,17
Tutti coloro che sono venuti prima di me sono ladri e briganti
Gv 10,8
Conservazione e progresso
Nella nostra vita ci sono alcune verità che possediamo con certezza, altre circa le quali sbagliamo ed altre che dobbiamo ancora imparare. Quelle delle quali siamo certi sono di due specie: o le apprendiamo da soli, per cui ci appaiono evidenti o al senso o all’intelletto. Esse sono inconfutabili senza che occorra dimostrarle perché il negarle o il porle un dubbio ci metterebbe in contraddizione con noi stessi.
Oppure sono state già trovate da chi ci ha preceduto. Qui è importante informarci con una ricerca storica per vedere se il nostro problema è già stato risolto da chi ci ha preceduto. Esse ci vengono comunicate dai nostri educatori.
Esse sono i princìpi del nostro sapere; contengono potenzialmente o in germe tutto quello che impareremo. Degli errori ci correggiamo in base alle verità che già conosciamo. Qui abbiamo il dovere di conservare ciò che abbiamo acquisito con certezza e non rimetterlo in discussione.
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Originariamente, all’epoca di Galileo il termine è riferito ai movimenti dei corpi celesti e quindi si riferisce semplicemente al moto fisico, senz’alcun riferimento all’ambito del pensiero o dell’agire umano. È però già del Seicento che il termine comincia ad assumere un significato nell’ambito dell’agire umano.
Il termine progressus da pro-gradior implica l’idea del camminare (gradior) e quindi dell’avanzare. Comporta sì mutamento, ma non necessariamente sostanziale: una persona che cammina è sempre lei, solo che si sposta nello spazio e cambia luogo.
C’è una diffidenza preconcetta verso il nuovo nel sospetto che sia deviazione dalla tradizione. Si fatica a vedere la continuità nelle dottrine proposte dal Concilio e le si vede in rottura con la tradizione.
Responsabilità e compito più che mai urgente per la concordia, l’unità e la pace della Chiesa è l’opera di conciliazione da promuovere da parte dei cattolici normali tra i due partiti avversi dei lefevriani e dei modernisti.
Immagini da Internet
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