01 dicembre, 2023

Ateismo e salvezza - Quinta Parte (5/10)

Ateismo e salvezza

Quinta Parte (5/10)

Lutero

Il concetto luterano di Dio

Dio non appare a Lutero come causa prima o Essere sussistente, oggetto dell’intelletto, ente primo e perfettissimo, la cui esistenza è affermata a conclusione di un procedimento razionale, che parte dagli effetti sensibili della sua attività creatrice, benché Lutero accetti senza difficoltà il Dio biblico, sapiente, provvidente, onnipotente, creatore del cielo e della terra, giusto e misericordioso, incarnatosi in Gesù Cristo.

In tal senso il concetto luterano di Dio è indubbiamente salvifico, anche se non sa staccarsi da un rivestimento emotivo per rivelarsi nella sua intellegibilità, e lascia implicito il procedimento razionale induttivo ed inferenziale, nascosto sotto un fideismo sentimentale ed antirazionale. Anzi a livello esplicito Lutero sembra raggiungere Dio con una «fede», che sostituisce la ragione corrotta dal peccato originale, fede che non è un prender per vera la Parola di Dio sull’autorità della Chiesa, ma senso spirituale verbalmente inesprimibile della presenza adirata o misericordiosa, terrificante o consolante di Dio. La Parola di Dio, per Lutero, più che essere oggetto di fede, è espressione della fede in quanto comunione con Cristo nella potenza dello Spirito. 

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La Scrittura parla del dio «fatto dalle mani dell’uomo». Essa si riferisce immediatamente alla fabbricazione degli idoli, ma è chiaro che il discorso si può applicare anche all’opera del pensiero o dell’immaginazione, ossia alla produzione di un Dio immaginario non corrispondente al Dio reale.

E allora è chiaro che l’idolatria non è soltanto il grossolano e volgare culto degli idoli, che facilmente diventa o nasconde totemismo, sciamanismo, vuduismo, spiritismo, satanismo, divinazione o stregoneria, ma idoli sono anche quei raffinati concetti di Dio che non rappresentano il Dio reale, ma un Dio inventato ad usum delphini, dove Dio è lo stesso contenuto del concetto.

Ora, posto che siamo noi a produrre i nostri concetti, se formiamo un concetto di Dio non basandoci sul Dio reale, ma mettendo dentro a questo concetto falsi attributi divini, ossia quello che fa al nostro comodo, è chiaro che il contenuto intellegibile di questo concetto non corrisponderà a ciò che Dio è veramente, al Dio reale fuori della nostra anima, ma ad un idolo inventato da noi stessi, estraneo al Dio reale. Non si tratterà più del Dio trascendente, creatore della nostra mente, ma sarà la nostra mente a produrre Dio. Ma Dio qui non è altro che un ente immaginario. Non è altro che un idolo.

Immagine da Internet: Divinità Etrusche

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