12 settembre, 2025

Una mia conferenza per l’Argentina - L’esperienza mistica in San Tommaso e in Rahner

 

Una mia conferenza per l’Argentina

L’esperienza mistica in San Tommaso e in Rahner

 

Penso di fare cosa gradita ai Lettori far loro conoscere una videoconferenza con la quale ho partecipato a un Congresso Internazionale, tenuto a Buenos Aires dal 25 agosto al 1° settembre u.s., organizzato dalla Società Tomista Argentina:

 

SOCIEDAD TOMISTA ARGENTINA

XLIX SETTIMANA TOMISTA - CONGRESSO INTERNAZIONALE

La fedeltà al tomismo e alla Vera Religione

La Sociedad Tomista Argentina (STA) organizó desde el lunes 25 de agosto hasta el lunes 1 de septiembre la XLIX Semana Tomista en el Campus de la Universidad Católica Argentina (UCA), con el lema “La fidelidad al tomismo y a la verdadera religión”.

https://tomasdeaquino.org/xlix-semana-tomista-argentina/

https://www.youtube.com/@sociedadtomistaargentina4317

 

*****

 

L’esperienza mistica in San Tommaso e in Rahner

Che cosa s’intende per «esperienza»?

Dio può essere oggetto di esperienza? Tanto San Tommaso che Rahner ne sono convinti, ma in modo molto diverso. Tommaso ne parla raramente e con molta cautela in senso metaforico, perché prendendo il concetto di esperienza in senso proprio, come contatto immediato o diretto con una realtà singola presente, Tommaso parla di esperienza solo in riferimento all’esperienza sensibile o comunque a fatti materiali[1]. Ammette anche un’esperienza interiore anche in forma di autocoscienza, ma mai su questa terra una vera esperienza di Dio e come visione immediata della sua essenza.

Tommaso conosce certamente l’esistenza e l’importanza dell’esperienza spirituale ed interiore, l’esperienza di coscienza, ma preferisce parlare di «riflessione»[2]. Egli ammette anche che l’io abbia coscienza o esperienza di se stesso o del proprio essere ed operare, ammette che l’anima abbia un’esperienza abituale ed immediata di sé stessa, ma anche in questi casi non parla di esperienza, ma semplicemente di conoscenza[3].

Usa il concetto di intuizione (intuitus) quando si riferisce a una percezione intellettuale del vero, ma anche qui non usa la parola «esperienza».  Non parla di esperienza quando tratta della semplice apprensione concettuale o della quiddità di una cosa. Dice che l’intelletto intende l’ente o la cosa (intelligit), ma non parla di esperienza della cosa, dell’ente o dell’essere.

Egli non ignora l’esperienza che noi abbiamo dei nostri vissuti o eventi interiori o fatti psicoemotivi, come l’esperienza del sentire, del sapere, del fare o dell’amore, della gioia o della sofferenza, o del rapporto col prossimo o con la natura. In questi casi egli parla di esperienza («experimur»).

Ma Tommaso rifiuta come condizione comune la possibilità di avere una vera esperienza di Dio o della sua essenza nella vita presente. Eccettua solamente Mosè e San Paolo[4] per la grande missione ad essi affidata di araldi rispettivamente dell’Antico e del Nuovo Testamento. Inoltre esclude l’anima di Cristo, circa la quale sostiene che in forza dell’unione ipostatica fruì della visione beatifica già nella vita presente, persino sulla croce[5], dottrina che fu confermata da Pio XII nell’enciclica Haurietis aquas del 1956. Egli invece, come è noto, è rigoroso nel dimostrare che Dio nella vita presente lo conosciamo solo indirettamente partendo dalla considerazione delle creature, come del resto la Bibbia stessa insegna[6] per analogia, per eminenza e per negazione, come causa e fine delle cose o anche nella sua essenza propria rivelataci da Cristo e conosciuta nella fede.

Continua:https://youtu.be/KUvkMQZ9lWM



Penso di fare cosa gradita ai Lettori far loro conoscere una videoconferenza con la quale ho partecipato a un Congresso Internazionale, tenuto a Buenos Aires dal 25 agosto al 1° settembre u.s., organizzato dalla Società Tomista Argentina:

 

SOCIEDAD TOMISTA ARGENTINA

XLIX SETTIMANA TOMISTA - CONGRESSO INTERNAZIONALE

La fedeltà al tomismo e alla Vera Religione

La Sociedad Tomista Argentina (STA) organizó desde el lunes 25 de agosto hasta el lunes 1 de septiembre la XLIX Semana Tomista en el Campus de la Universidad Católica Argentina (UCA), con el lema “La fidelidad al tomismo y a la verdadera religión”.

https://tomasdeaquino.org/xlix-semana-tomista-argentina/

https://www.youtube.com/@sociedadtomistaargentina4317

 

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L’esperienza mistica in San Tommaso e in Rahner

Che cosa s’intende per «esperienza»?

Dio può essere oggetto di esperienza? Tanto San Tommaso che Rahner ne sono convinti, ma in modo molto diverso. Tommaso ne parla raramente e con molta cautela in senso metaforico, perché prendendo il concetto di esperienza in senso proprio, come contatto immediato o diretto con una realtà singola presente, Tommaso parla di esperienza solo in riferimento all’esperienza sensibile o comunque a fatti materiali[1]. Ammette anche un’esperienza interiore anche in forma di autocoscienza, ma mai su questa terra una vera esperienza di Dio e come visione immediata della sua essenza.

Tommaso conosce certamente l’esistenza e l’importanza dell’esperienza spirituale ed interiore, l’esperienza di coscienza, ma preferisce parlare di «riflessione»[2]. Egli ammette anche che l’io abbia coscienza o esperienza di se stesso o del proprio essere ed operare, ammette che l’anima abbia un’esperienza abituale ed immediata di sé stessa, ma anche in questi casi non parla di esperienza, ma semplicemente di conoscenza[3].

Usa il concetto di intuizione (intuitus) quando si riferisce a una percezione intellettuale del vero, ma anche qui non usa la parola «esperienza».  Non parla di esperienza quando tratta della semplice apprensione concettuale o della quiddità di una cosa. Dice che l’intelletto intende l’ente o la cosa (intelligit), ma non parla di esperienza della cosa, dell’ente o dell’essere.

Egli non ignora l’esperienza che noi abbiamo dei nostri vissuti o eventi interiori o fatti psicoemotivi, come l’esperienza del sentire, del sapere, del fare o dell’amore, della gioia o della sofferenza, o del rapporto col prossimo o con la natura. In questi casi egli parla di esperienza («experimur»).

Ma Tommaso rifiuta come condizione comune la possibilità di avere una vera esperienza di Dio o della sua essenza nella vita presente. Eccettua solamente Mosè e San Paolo[4] per la grande missione ad essi affidata di araldi rispettivamente dell’Antico e del Nuovo Testamento. Inoltre esclude l’anima di Cristo, circa la quale sostiene che in forza dell’unione ipostatica fruì della visione beatifica già nella vita presente, persino sulla croce[5], dottrina che fu confermata da Pio XII nell’enciclica Haurietis aquas del 1956. Egli invece, come è noto, è rigoroso nel dimostrare che Dio nella vita presente lo conosciamo solo indirettamente partendo dalla considerazione delle creature, come del resto la Bibbia stessa insegna[6] per analogia, per eminenza e per negazione, come causa e fine delle cose o anche nella sua essenza propria rivelataci da Cristo e conosciuta nella fede.

Continua: https://youtu.be/KUvkMQZ9lWM



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