06 maggio, 2022

Un ritratto plausibile di Papa Francesco - Tra modernisti e passatisti

 

 Un ritratto plausibile di Papa Francesco

Tra modernisti e passatisti

Utilità di esprimere con saggezza e modestia

un giudizio su Papa Francesco

Numerosi sono oggi i tentativi di dare una valutazione dell’attuale pontificato, il quale suscita certamente un grande interesse e reazioni contrapposte, che faticano ad esprimersi in un giudizio equilibrato e spassionato, perché mancano di un adeguato criterio valutativo. Il clima ecclesiale che stiamo vivendo non lo favorisce a causa del fatto che molti non sanno che cosa significa essere cattolico e si attribuiscono questo titolo in modo inappropriato, perché in realtà accolgono idee estranee al vero cattolicesimo, così come è delineato dal Catechismo della Chiesa Cattolica.

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/un-ritratto-plausibile-di-papa.html

Americo Mascarucci

 

 Il ritratto che Mascarucci fa del Papa, come quello di qualunque ritrattista che si rispetti, evidenzia le luci e le ombre. 

Non si tratta di una fotografia ritoccata, ma che rispecchia la realtà così com’è. 


 

Mascarucci, da buon cattolico, si accosta al Papa con amore, riconoscenza, rispetto e con filiale franchezza e sincerità. 
 
 
 
 
Immagini da internet 
 
 
 

8 commenti:

  1. La logica binaria passatisti-modernisti o conservatori-progressisti restituisce un quadro parziale delle forze in campo e delle dinamiche che hanno condotto a questo pontificato. In estrema sintesi il 'partito di San Gallo' nel 2013 non aveva i numeri per eleggere autonomamente un proprio candidato, come non li aveva nel 2005 , malgrado le fantasiose ricostruzioni fatte circolare sui media anche di recente. Fondamentale è stato il ruolo della curia conservatrice wojtyliana che nel 2013 decide di optare per la soluzione sudamericana in aperto contrasto col partito del 'sale della Terra' di ispirazione ratzingeriana. Malgrado la statura morale di Giovanni Paolo II , gran parte dei problemi irrisolti risalgono al suo pontificato. Benedetto XVI ha potuto mettervi mano solo dopo l'elezione con risultati parziali. Se si omette questa logica tripolare si è costretti poi ad affermazioni fantasiose e prive di riscontro , come nel caso di Medjugorje , dove il parere della CDF prima con Ratzinger e poi con Muller era netto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Angheran,
      desidererei che lei mi facesse tre chiarimenti.
      1) Come può una curia conservatrice avere scelto un uomo legato alla teologia della liberazione?
      2) Quali sarebbero i problemi irrisolti del pontificato di San Giovanni Paolo II?
      3) Non ho capito qual è il suo parere su Medjugorje.

      Elimina
    2. Reverendo Padre,

      1) Bergoglio non è mai stato espressione della teologia della liberazione. La sua opzione "per il popolo" riflette più che altro il pensiero di Lucio Gera , una certa quota di peronismo ecc. Vi è chi ha dedicato anche dei saggi all'argomento per cercare di presentare in modo organico una formazione piuttosto particolare (..). Agli occhi della curia Bergoglio appariva anzi come una sorta di baluardo contro le derive movimentiste, mentre restava famoso per le sue grandi attenzioni pastorali. Egli deve tutto alla curia wojtyliana , vera artefice della sua carriera. Fu il Card. Quarracino , tenuto in grandissima stima da GPII, che lo tirò fuori dall'esilio di Cordoba chiamandolo a Buenos Aires. Da lì il percorso fu tutto in ascesa fino al concistoro del 2001 che lo proclamò cardinale. Ben presto però viene identificato come il candidato ideale della corrente progressista (Martini) per scongiurare il tandem Wojtyla-Ratzinger, ma Bergoglio appare titubante. Il tentativo spregiudicato viene comunque posto in essere sotto la regia di Hummes già nel 2005 e il risultato per i progressisti è disastroso.


      2) Si apre la fase di resistenza sommersa a Benedetto XVI e al suo tentativo di ricucire le fratture del postconcilio. I problemi irrisolti del pontificato di GPII andavano dalla scomunica ai Lefebvriani , agli interventi bloccati contro la pedofilia (su tutti Maciel) , ai neocatecumenali , a Medjugorje ecc. In tutti questi frangenti i tentativi di Benedetto XVI sono stati ostacolati in maniera palese o occulta , fino alla fuga di documenti dalla scrivania ecc.

      3) Nel 2013 quella stessa curia getta alle ortiche gli ultimi scrupoli e realizza il sogno di Hummes (il quale si premura stavolta che Bergoglio accetti senza riserve il ruolo di messia pop). E Francesco , ben conscio dei rapporti di forza ('sono anche un po' furbo') ricambia immediatamente il favore, con la strana 'doppia canonizzazione' del 2014. Quella di Giovanni XXIII che stava a cuore a lui e ai martinisti che hanno sempre visto il Concilio come rottura, e quella 'do ut des' di Giovanni Paolo II. Il meccanismo di scambio con la curia wojtyliana (al di là dei meriti oggettivi e della santità personale di Wojtyla) è purtroppo proseguito su altre questioni sensibili, tra cui appunto Medjugorje : "Io ho salvato Medjugorje" nelle parole mai smentite di Chiara Amirante contro il parere della CDF , poi smantellata).

      Elimina
    3. Caro Angheran,
      la ringrazio per le risposte esaurienti.
      Dal racconto che lei fa ho l’impressione che il gruppo di Martini abbia ingannato Papa Giovanni Paolo II.
      Nel 2005 il gruppo martiniano non è riuscito a mandare al soglio pontificio Bergoglio. Tuttavia io credo che questo gruppo, nel collegio cardinalizio, sia riuscito ad avere un grande ascendente spostando gradatamente l’appoggio a Benedetto XVI, da lui verso i rahneriani.
      Giunti al 2013 il gruppo di Martini ha avuto la forza di ottenere le dimissioni di Benedetto e, avendo già preparato il collegio cardinalizio, è riuscito a fare eleggere Papa Bergoglio.
      Per quanto riguarda la seconda domanda, la sua risposta è molto illuminante. Effettivamente i problemi che lei elenca sono tornati con Papa Francesco.
      Per quanto riguarda la terza domanda resto della mia opinione, suffragata da molti fatti a partire dal postconcilio, che la situazione della Chiesa comporti un’opposizione deleteria fra modernisti e passatisti, mentre la Santa Sede per lo più gioca un ruolo equilibrante, secondo il principio aristotelico virtus stat in medio.
      Quindi, il fatto di San Giovanni Paolo II, che ha fatto cardinale Bergoglio, mi sembra un episodio isolato che non smentisce la mia opinione. In altre parole, se vogliamo parlare di un terzo polo, o si tratta di incoerenze all’interno del medesimo polo oppure si tratta di un polo equilibrante, come quello dei veri cattolici fedeli al Papa e al rinnovamento conciliare, vale a dire a quel progresso nella continuità, che fu il programma del pontificato di Benedetto XVI.

      Elimina
  2. Ma cosa pensare quando ancora venerdì il sito web del Sinodo sulla Sinodalità, supervisionato dalla Segreteria generale del Sinodo dei vescovi, evidenziava come lodevoli storie di coppie e di adozioni omosessuali? Perché proprio Hollerich al sinodo? Perché la chiesa tedesca non viene corretta? Il papa non sa nulla? Siamo sicuri che su questo tema il presente pontificato non sia deragliato? E quale messaggio giunge ai comuni fedeli, alle famiglie, alle vere mamme, al vedere una chiesa così benevolmente concentrata sull'omosessualità e su "famiglie" per lo più di soli maschi?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Stefano,
      in questa questione così delicata, per evitare chiacchiere e discorsi riportati o cattive interpretazioni, occorre che tu mi citi qualche precisa dichiarazione ufficiale del Sinodo. Solo in base a queste tue informazioni posso essere in grado di esprimere un parere fondato, che possa esserti di aiuto.

      Elimina
  3. Ha ragione, mi scuso e comunque la ringrazio per la grande pazienza con cui risponde e spiega anche nel caso delle domande più complesse. Pochi lo fanno ancora.
    Nel merito... se si accede alla pagina del sinodo (le inserisco in coda il link) troverà alcune testimonianze di coppie di persone dello stesso sesso a favore della bontà delle relazioni e delle adozioni gay, accompagnate da interventi di noti religiosi pro-gender (uno è il p. J. Martin); ma soprattutto (ciò che ha destato in me molta sorpresa) il Sinodo mostra di voler accogliere non le persone omosessuali, ma "le comunità LGTBQ". Fin dalla presentazione della pagina si invita il lettore a scoprire il Sinodo "attraverso la metafora della frontiera e il tema dell'accoglienza delle comunità LGTBQ", quasi che fossero queste ultime etnie da valorizzare o proteggere, e facendo proprio un acronimo che è in se stesso problematico, vuoi per il suo forte significato politico-rivendicativo, vuoi per la numerosità di situazioni relazionali che acriticamente assembla. Possibile che non vi sia alcuna problematicità morale? E dato che l'acronimo LGTBQ li comprende tutti, siamo certi che un orientamento Queer o Bisex sia buono per crescere un bambino? Non ha null'altro da dire o distinguere la chiesa? Lo stesso Hollerich (in un intervista ad un agenzia cattolica tedesca del 2 febbraio 2022) aveva fatto proprie, al riguardo, le posizioni del Cammino Sinodale tedesco... perché dunque mettere lui alla presidenza del Sinodo? Quali impressioni potrebbe ricavare un credente qualunque da tutto questo?
    Ma le domande le trova già nel mio precedente intervento...
    Ecco il link:
    https://www.synodresources.org/it/newsletter_post/mainpage-newsletter-no-12-synodal-process-and-lgtbq-communities/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Stefano,
      ho letto alcune dichiarazioni del testo che lei mi ha fornito.
      Ho notato una viva e lodevole attenzione a queste persone, la cui sessualità è contraria alla etica naturale, ossia persone nelle quali non c’è una chiara distinzione tra femminilità e mascolinità, che consenta un arricchimento reciproco in base alle qualità proprie di ciascun sesso.
      Non c’è dubbio che è un dovere di carità fraterna accogliere queste persone con benevolenza e comprensione, pronti a riconoscere le qualità morali e tutte le attenuanti della loro condotta oggettivamente peccaminosa.
      Inoltre la carità richiede che queste persone siano aiutate con pazienza, competenza, dolcezza e gradualità a vincere la loro tendenza cattiva, in modo tale che con l’aiuto della grazia e della preghiera possano vincere queste tentazioni e attuare per quanto possibile la volontà di Dio, che vuole tutti santi.
      Purtroppo un equivoco che oggi è diffuso tra gli operatori pastorali e i moralisti è quello di confondere il peccato con la diversità. Certamente uno che compie peccati, che io non compio, è diverso da me, ma si tratta di una diversità che è connessa con atti peccaminosi. L’equivoco sta nel fatto che per esempio io dica di uno che è malato di cancro che è diverso da me, senza quindi affatto preoccuparmi di curare la sua salute. Infatti ciò che veramente è diverso e va rispettato come tale entra nell’ambito della normalità e sarebbe quindi un peccato, come dice giustamente il testo citato, disapprovarlo o emarginarlo o pretendere di curarlo.

      Elimina

I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.