La distinzione dei peccati
Papa Francesco ripropone una distinzione tradizionale
Dalla
sessuofobia alla sessuomania
Nel corso di un incontro con un gruppo di
Gesuiti a Maputo in Mozambico il 5 settembre scorso, il Papa ha toccato un tema
importante, che non è sempre stato ben compreso dalla stampa, per cui ho
pensato di far cosa utile chiarire e commentare le parole del Papa per evitare
che vengano strumentalizzate per fini incongrui.
Egli ha introdotto il discorso con una
rinnovata condanna del clericalismo affermando che esso
«ha come
diretta conseguenza la rigidità. Non avete mai visto giovani sacerdoti tutti
rigidi in tonaca nera e cappello a forma del pianeta Saturno in testa? Dietro a
tutto il rigido clericalismo ci sono seri problemi. Una delle dimensioni del clericalismo è la fissazione morale esclusiva
sul sesto comandamento».
Ha poi precisato:
«Una volta un gesuita, un grande gesuita, mi disse di stare attento nel
dare l’assoluzione, perché i peccati più gravi sono quelli che hanno una
maggiore “angelicità”: orgoglio, arroganza, dominio… E i meno gravi sono quelli
che hanno minore angelicità, quali la gola e la lussuria. Ci si concentra sul
sesso e poi non si dà peso all’ingiustizia sociale, alla calunnia, ai
pettegolezzi, alle menzogne. La Chiesa oggi ha bisogno di una
profonda conversione su questo punto».
...
Conclusione
Col suo intervento il Papa ci ricorda quella
che è la complessità dell’agire morale, come esso supponga un’antropologia che
conosce con oggettività, precisione e certezza le componenti della natura
umana, le sue facoltà, inclinazioni, bisogni, diritti ed esigenze essenziali, gli
oggetti delle diverse virtù e vizi corrispondenti, i fini del suo agire, in particolare
il fine ultimo e sommo Bene Dio, i mezzi e i metodi ascetici del progresso
morale e della liberazione dal male, in particolare la vita di grazia, la
prospettiva della figliolanza divina e della futura resurrezione, la dignità
della persona, creata ad immagine e somiglianza di Dio, i piani vitali della
sua esistenza concreta, e per conseguenza i «valori non negoziabili» ordinati
secondo una scala gerarchica, che sale dalla terra al cielo, le leggi naturali
e positive dell’azione morale, la molteplicità e varietà dei doveri, il tutto
assunto ed assumibile sul piano soprannaturale nella legge della carità, sotto
l’impulso dello Spirito Santo.
Il paragone con le esigenze e le pratiche
della salute fisica, da tutti comprensibili,
aiuta a comprendere per analogia le superiori e meno evidenti esigenze e
pratiche della salute spirituale. E per questo Cristo ha iniziato la sua missione
guarendo i corpi, opera proporzionata alle forze umane, in vista di mostrare come
Egli fosse soprattutto medico e salvatore delle anime, opera divina, che solo
Lui poteva compiere, congiungendo le opere della misericordia materiale con
quelle della misericordia spirituale.
Dipinto del pittore Domenico Piola raffigurante l'"Allegoria della carità" conservato presso il palazzo Bianco di Genova
(immagine da inernet)
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