02 ottobre, 2019

La distinzione dei peccati

La distinzione dei peccati
Papa Francesco ripropone una distinzione tradizionale
Dalla sessuofobia alla sessuomania
 Nel corso di un incontro con un gruppo di Gesuiti a Maputo in Mozambico il 5 settembre scorso, il Papa ha toccato un tema importante, che non è sempre stato ben compreso dalla stampa, per cui ho pensato di far cosa utile chiarire e commentare le parole del Papa per evitare che vengano strumentalizzate per fini incongrui.
Egli ha introdotto il discorso con una rinnovata condanna del clericalismo affermando che esso
«ha come diretta conseguenza la rigidità. Non avete mai visto giovani sacerdoti tutti rigidi in tonaca nera e cappello a forma del pianeta Saturno in testa? Dietro a tutto il rigido clericalismo ci sono seri problemi. Una delle dimensioni del clericalismo è la fissazione morale esclusiva sul sesto comandamento».
 
Ha poi precisato:  
«Una volta un gesuita, un grande gesuita, mi disse di stare attento nel dare l’assoluzione, perché i peccati più gravi sono quelli che hanno una maggiore “angelicità”: orgoglio, arroganza, dominio… E i meno gravi sono quelli che hanno minore angelicità, quali la gola e la lussuria. Ci si concentra sul sesso e poi non si dà peso all’ingiustizia sociale, alla calunnia, ai pettegolezzi, alle menzogne. La Chiesa oggi ha bisogno di una profonda conversione su questo punto».
...

Conclusione

Col suo intervento il Papa ci ricorda quella che è la complessità dell’agire morale, come esso supponga un’antropologia che conosce con oggettività, precisione e certezza le componenti della natura umana, le sue facoltà, inclinazioni, bisogni, diritti ed esigenze essenziali, gli oggetti delle diverse virtù e vizi corrispondenti, i fini del suo agire, in particolare il fine ultimo e sommo Bene Dio, i mezzi e i metodi ascetici del progresso morale e della liberazione dal male, in particolare la vita di grazia, la prospettiva della figliolanza divina e della futura resurrezione, la dignità della persona, creata ad immagine e somiglianza di Dio, i piani vitali della sua esistenza concreta, e per conseguenza i «valori non negoziabili» ordinati secondo una scala gerarchica, che sale dalla terra al cielo, le leggi naturali e positive dell’azione morale, la molteplicità e varietà dei doveri, il tutto assunto ed assumibile sul piano soprannaturale nella legge della carità, sotto l’impulso dello Spirito Santo.

Il paragone con le esigenze e le pratiche della salute fisica, da tutti comprensibili,  aiuta a comprendere per analogia le superiori e meno evidenti esigenze e pratiche della salute spirituale. E per questo Cristo ha iniziato la sua missione guarendo i corpi, opera proporzionata alle forze umane, in vista di mostrare come Egli fosse soprattutto medico e salvatore delle anime, opera divina, che solo Lui poteva compiere, congiungendo le opere della misericordia materiale con quelle della misericordia spirituale.




 
Dipinto del pittore Domenico Piola raffigurante l'"Allegoria della carità" conservato presso il palazzo Bianco di Genova 

(immagine da inernet)

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