23 marzo, 2022

Il Papa e la guerra/ Da Fatima a Kiev e Mosca (2) (3) (4)

6 commenti:

  1. Caro Padre Cavalcoli,
    Ho letto tutte e quattro le parti del suo articolo sul Papa e la guerra.
    Comprendo la vostra intenzione di salvare nel Papa la difesa della dottrina della Chiesa sulla guerra giusta, e capisco anche che da un Successore di Pietro non ci si può aspettare altro che l'infallibilità in dottrine della Chiesa come quella della guerra giusta (Concilio Vaticano II , Gaudium et spes), ma la mia retta intenzione di cattolico si scontra con affermazioni come le seguenti, del Papa nel suo colloquio con il patriarca Cirillo:
    "Una volta anche le nostre Chiese parlavano di guerra santa o guerra giusta. Oggi non possiamo parlare così. La coscienza cristiana si è sviluppata sull'importanza della pace... Le guerre sono sempre ingiuste. Perché è il popolo di Dio che ne paga il prezzo. Il nostro i cuori non possono smettere di piangere davanti ai bambini, davanti alle donne uccise, davanti a tutte le vittime della guerra. La guerra non è mai la strada”.
    Per favore, padre Cavalcoli, come può spiegare affermazioni di questo tipo in un Romano Pontefice?
    Grazie.

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    1. Caro Pietro,
      le parole del Papa possono essere riferite alla guerra atomica. In questo senso è chiaro che non si può parlare di guerra giusta, per il fatto che, anche ammessa una causa giusta come per esempio la difesa della patria da una minaccia atomica, la patria che è minacciata, pensiamo per esempio agli Stati Uniti, possiede un arsenale atomico e nello stesso tempo non dispone di una difesa antinucleare. In questo caso, una risposta atomica sarebbe un eccesso di difesa, mentre nel contempo non esiste una difesa da un attacco nucleare.
      A questo punto non resta che ricorrere alle armi convenzionali, come insegna la Gaudium et Spes, al n. 79. Questa è dottrina infallibile, mentre la posizione di Papa Francesco, che si scosta da questo insegnamento, si può considerare come opinione di dottore privato.
      È da notare comunque che Papa Francesco vuole esprimere tutto il suo orrore per le violenze che comunque, in qualunque guerra, anche giusta, vengono perpetrate, seppure in modo accidentale e non intenzionale, altrimenti avremmo una guerra ingiusta.

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  2. Caro padre,
    la sua interpretazione è logica e la condivido.
    Mi viene anche in mente un semplice motivo per capire che il Papa non si riferisce alla guerra in generale, ma alla guerra ingiusta.
    Potrebbe papa Francesco, nel suo colloquio con Zelinsky, chiedergli di rinunciare all'Ucraina per difendersi? Avrebbe potuto chiedere a Zelinsky di rinunciare alla guerra difensiva contro la Russia, di deporre le armi e di sottomettersi ai dettami della Russia? Pertanto, di fatto, papa Francesco ammette la legalità della guerra difensiva.

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    1. Caro Silvano,
      io credo che questa polemica del Papa contro la guerra debba intendersi nel senso di quelli che sono gli orrori della guerra. Su questo siamo tutti d’accordo e in questo senso non possiamo non condannare la guerra ed è per questo che i profeti prevedono che nel regno messianico non ci saranno più guerre. Ma non possiamo pensare che il Papa non approvi l’uso della forza per la difesa o la libertà della Patria o per liberare un popolo dalla tirannide.
      Si potrebbe pensare ad un’altra espressione, come per esempio “intervento umanitario” o “operazione militare”. Credo che il Papa farebbe bene a chiarire in questo senso, perché altrimenti le sue parole si prestano ad essere criticate nel senso che dice lei.

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  3. Caro padre Cavalcoli,
    Lei dice: "Indubbiamente, la prossima consacrazione, benchè in linea con quella di Fatima, dovrà avere un’intonazione ben diversa, giacchè oggi come oggi la Russia non costituisce più un centro di diffusione del comunismo...".
    Condivido la sua posizione.
    E vedo come, purtroppo, i cristiani della sfera "passatista" (come dici lei) si siano piegati a questa iniziativa di papa Francesco di consacrare la Russia e l'Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, come se si trattasse semplicemente di realizzare quella richiesta della Vergine nel 1917. Le discussioni in ambito tradizionalista, quindi, sono state di questi tempi ridicole e meschine, incentrate sul passato, come non ci si poteva aspettare altrimenti: se è giusto o sbagliato consacrare l'Ucraina insieme alla Russia, e se questo manca, o non se manca, che non si fa come la Madonna ha chiesto, ecc. eccetera.
    Deplorevole. Piangere.
    Ed è anche un peccato vedere i seguaci di Lefebvre approvare l'iniziativa del Papa sulla base del loro fatimismo quasi idolatra. Non farebbero meglio a inchinarsi al Romano Pontefice quando chiede loro di accettare la dottrina infallibile del Concilio Vaticano II per essere veramente e pienamente cattolici?
    Grazie.

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    1. Caro Massimo,
      condivido le sue considerazioni.
      La mia speranza è che i passatisti giungano ad apprezzare il valore del Concilio Vaticano II. A questo proposito possiamo pensare ad altri cristiani ultraconservatori, come gli ortodossi, e nutrire anche per loro la speranza che un giorno arrivino alla piena comunione con la Chiesa di Roma.
      Infatti, se i passatisti sono fermi al Concilio Vaticano I, alcuni ortodossi sono fermi al Concilio Costantinopolitano IV del 869.
      Per questo è importante realizzare il Concilio Vaticano II e un buon ecumenismo.

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