01 luglio, 2022

La stoltezza del dubbio cartesiano - Seconda Parte (2/2)

 La stoltezza del dubbio cartesiano  

Seconda Parte (2/2) 

Chi sono io?

La scelta equilibrata sarebbe stata la concezione aristotelica del composto umano, fatta propria dalla Chiesa per il tramite di San Tommaso, e che Cartesio aveva a portata di mano. Ma egli purtroppo, per voler fare l’originale, ancor più saggio della Chiesa, la scarta.

Infatti, accertatosi della propria esistenza, Cartesio si domanda:

 

«Che cosa, dunque, ho io creduto dapprima di essere? Senza difficoltà, ho pensato di essere un uomo. Ma che cosa è un uomo? Dirò che è un animale ragionevole? No di certo: perché bisognerebbe, dopo, ricercare che cosa è animale e che cosa è ragionevole e così da una sola questione cadremmo insensibilmente in un’infinità di altre più difficili ed avviluppate e io non vorrei abusare del poco tempo ed agio che mi resta, impiegandolo a sbrogliare simili sottigliezze» (p.82).

È evidente che queste difficoltà che Cartesio oppone al definire se stesso come uomo, animale ragionevole, sono pretestuose, perché Cartesio evidentemente mantiene il dubbio circa l’esistenza dei corpi, il suo corpo e le cose esterne.

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/la-stoltezza-del-dubbio-cartesiano_1.html

Propongo questo articolo come risposta a un Lettore, che pochi giorni fa mi aveva scritto:

 Caro Padre Cavalcoli, …

Nel leggere sul Suo blog il Suo articolo intitolato "Gratitudine a San Tommaso", ho appreso che, da ragazzo, Lei rimase turbato dal dubbio cartesiano sulla veracità del senso, e fu poi guarito da un sacerdote che Le fece riacquisire la certezza dell'esistenza del mondo esterno.

Devo confessarLe che, avendo studiato Cartesio, sono stato assalito dallo stesso turbamento che Lei visse da adolescente, e non riesco a venirne fuori. Come posso fare per superare il mio angoscioso dubbio?

Cartesio si domanda: 

 

«Che cosa, dunque, ho io creduto dapprima di essere? Senza difficoltà, ho pensato di essere un uomo. Ma che cosa è un uomo? Dirò che è un animale ragionevole? No di certo: perché bisognerebbe, dopo, ricercare che cosa è animale e che cosa è ragionevole e così da una sola questione cadremmo insensibilmente in un’infinità di altre più difficili ed avviluppate e io non vorrei abusare del poco tempo ed agio che mi resta, impiegandolo a sbrogliare simili sottigliezze» (p.82).

Cartesio si è rifiutato di ammettere che l’io da lui scoperto è semplicemente il soggetto umano, animale ragionevole. 

Questo io puro spirito senza corpo, principio e fondamento di tutto il sapere e dal quale viene dedotto tutto l’essere, compreso Dio, come non appare un soggetto che si trova troppo stretto nei limiti della semplice umanità? 

Come è dimostrabile da un’analisi dei filosofi che nei secoli seguenti si sono rifatti a Cartesio, il principio del cogito cartesiano conduce a sostituire il proprio io a Dio e quindi all’ateismo e al panteismo. 

Immagini da Internet:
- Michelangelo
- Scuola Veneta, XVII secolo

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