Riflessioni sul composto umano
La distinzione fra anima e corpo.
Excursus storico
La difficoltà sta qui nel fatto che da una parte è innegabile che l’individuo umano sia un’unica sostanza; ma d’altra parte esso appare come composto di due sostanze diversissime fra di loro: una, ingenerabile, intellegibile, comunicativa, immateriale, incorruttibile, aperta all’universale e all’Infinito, trasparente a se stessa, immutabile nella sua essenza, libera dallo spaziotempo: l’anima; e l’altra, generabile, percepibile ai sensi, incomunicabile, materiale, corruttibile, chiusa nel concreto e nei propri limiti, sempre in movimento, impenetrabile, immersa nello spaziotempo: il corpo.
Su questa questione i filosofi si sono divisi tra monisti e dualisti. Monisti sono gli empiristi materialisti e gli idealisti. I monisti confondono lo spirito con la materia. Gli empiristi riducono lo spirituale al sensibile, e quindi l’anima al corpo; gli idealisti riducono il sensibile all’ideale, e quindi il corpo al corpo pensato, ossia all’anima.
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Sophie Anderson, Il bel viso |
Nel distinguere anima e corpo bisogna stare attenti da una parte a non accentuare troppo la distinzione e dall’altra a non sottovalutarla. Chi esagera per eccesso confonde l’uomo con l’angelo e non spiega che cosa è e a che cosa serve il corpo umano. Chi esagera per difetto abbassa l’uomo al livello dell’animale e non spiega come fa l’uomo a capire le cose spirituali.
A proposito dell’influsso dell’anima sul corpo, cominciamo col fare un’osservazione elementare alla portata di tutti: l’anima è il principio e la causa della vita del vivente; essa fa sì che un corpo sia vivente, perché quando si dice «corpo» non necessariamente s’intende che sia vivente. Dando vita a tutto il corpo, essa è presente tutta in tutto il corpo; non è collocata nel corpo come fosse un organo del corpo, anche se essa agisce in modo privilegiato e direttivo nel cervello e nel cuore.
Il conflitto fra la carne e lo spirito viene sanato in due modi: un modo repressivo, la vita secondo lo spirito, per la quale non si soddisfano i desideri della carne; e un modo conciliativo, ossia un’opera energica, saggia e paziente dello spirito, tesa ad assoggettare la carne per condurla alla condizione che corrisponde all’originaria volontà di Dio e soprattutto alla sua volontà escatologica, perché Dio ha creato tanto lo spirito che la carne, tanto l’anima che il corpo e vuole che siano una cosa sola.
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