14 agosto, 2025

Attualità di Giordano Bruno - Terza Parte (3/5)

 

Attualità di Giordano Bruno

Terza Parte (3/5)

Gnosticismo

Lo gnosticismo è quell’atteggiamento mentale per il quale il soggetto si ritiene in modo tracotante e dogmatico in possesso del sapere divino o di essere egli stesso questo sapere, ovviamente non nel senso di conoscere tutte le cose nel dettaglio, ma immagina di identificare il suo sapere o anche se stesso col sapere divino. In queste condizioni il soggetto si convince di saperne più di Cristo in fatto di teologia, per cui giudica il suo concetto di Dio come quello giusto e quello della rivelazione cristiana come frutto dell’immaginazione.

Lo gnostico non ritiene che la sua limitata ragione possa essere informata dalla rivelazione cristiana circa una più alta conoscenza di Dio, ma ritiene di ricevere la rivelazione metacristiana dalla sua stessa autocoscienza divina.  La chiami fede (Lutero) o la chiami ragione (Hegel), parli (ermetismo, Schelling, Heidegger) o non parli di rivelazione (Bruno, Fichte, Hegel, Severino), in ogni caso lo gnostico ritiene di possedere la scienza divina non mediante la rivelazione cristiana, ma immediatamente ed atematicamente nella sua autocoscienza, ossia nella coscienza del suo io potenzialmente o attualmente io assoluto, Uno-Tutto (Bruno, Fichte, Schelling).

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Esistono due tipi di panteismo: c’è quello storicista di Hegel e quello eternalista di Severino. Entrambi partono dal monismo di Parmenide, solo che Hegel vi aggiunge Eraclito per spiegare il divenire, la causa attiva, il tempo e la storia, mentre Severino non ammette alcuna causa efficiente, ma solo quella formale, per cui il divenire, la causalità, il tempo e la storia non sono realtà, ma solo l’apparire e scomparire successivo e spaziale finito dell’eterno e dell’uno. È un’applicazione del metodo matematico in metafisica, e quindi è un confondere la metafisica con la matematica.

Nel monismo manca la nozione analogica di partecipazione, che viene intesa solo in modo quantitativo. Qui l’essere per partecipazione è confuso con l’esser parte, e l’essere per essenza è confuso con l’esser tutto. L’essere sussistente è confuso con l’essere.

Diventa allora impossibile l’essere creato dal nulla. La negazione, la privazione, il male non son più essere di ragione o essere ideale, ma diventano reali o scompaiono. L’ideale infatti coincide col reale, il pensiero con l’essere. E quindi ecco l’idealismo. Dunque idealismo, monismo e panteismo sono inscindibili e si richiamano l’un l’altro.

Esiste una differenza fra monismo e monoteismo. Entrambi ammettono Dio come assoluta Unità, ma mentre nel monismo esiste solo Dio come unico ente, nel monoteismo esiste un solo Dio creatore del mondo. In entrambi nulla esiste al di fuori di Dio che possa essere uguale a Dio. In entrambi nulla può essere paragonato a Lui o si può aggiungere a Dio così da migliorarlo. In entrambi casi a Dio non manca di nulla, così che abbia bisogno di essere completato da altro da sé. Tuttavia ciò non vuol dire che non esistano enti fuori di Dio, il cui essere però non aggiunge all’essere divino, perché è un essere per partecipazione. Col creato non c’è più essere, ma ci sono più esseri.

Il monismo suppone l’identificazione dell’essere con l’essere divino e del pensiero con l’essere, mentre nel monoteismo l’essere è analogo, si predica analogicamente di Dio e del mondo, appartiene analogicamente a Dio e al mondo. Nel realismo monoteista il pensiero è identico all’essere solo in Dio, ma non nel sapere creato.

Immagine da Internet: 
- Ritratto di Papa Clemente VIII, Cavalier d'Arpino, Museo diocesano di Senigallia  

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