11 novembre, 2023

Trattato sugli Atti umani - P. Tomas Tyn - Lezione 4 (1/2)

 

  Trattato sugli Atti umani

P. Tomas Tyn

Lezione 4 (Parte 1/2)

P.Tomas Tyn, OP - Corso “Atti Umani” - AA.1986-1987 - Lezione n. 14 (A-B)

Bologna, 17 febbraio 1987

http://www.arpato.org/corso_attiumani.htm

Adesso riprendiamo i nostri lavori nella faticosa metà dell’Anno Accademico. L’altra volta ci siamo lasciati con il trattato sull’atto umano. Ne studieremo purtroppo soltanto alcune parti, non potremo studiare tutto quello che S. Tommaso scrive nella I-II, Primae Secundae. Lo raccomando tuttavia alla vostra benevola attenzione, si capisce, Quindi ne potremo fare solo alcune parti più significative.

Ho scelto anzitutto la questione 13, che tratta della scelta, per poi passare alla questione 16 e 17 che trattano rispettivamente dell’uso e dell’imperium, del comando della ragion pratica. Perchè ho fatto questa electio, questa scelta? Ebbene, proprio perchè nella scelta, nell’atto della scelta si verifica, come voi ben sapete, quel fenomeno straordinario, fondante tutto l’ordine morale, che si chiama libertà. È nella scelta che appare appunto la libertà del nostro volere.   

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/trattato-sugli-atti-umani-p-tomas-tyn_11.html


Nell’eseguire l’operazione, c’è un’avvertenza intellettiva, e non solo intellettiva, si può dire sommariamente conoscitiva, anche sensitiva, che l’opera è stata compiuta.

A questa avvertenza, diciamo così, a questa buona notizia che l’opera è stata bene eseguita, segue ovviamente il gaudium, la fruitio, dalla parte della volontà. E così tutto si compie in gloria, come si dice. Ossia, l’atto umano finisce con una certa gioia, gaudium. Notate l’ottimismo di San Tommaso. Secondo l’Aquinate l’agire è fonte, è fonte di gioia, dovrebbe essere appunto fonte di una certa delectatio.

La moralità dell’atto umano è costituita da questa sua parte, che è il giudizio pratico-pratico, è l’atto di scelta che lo immobilizza, che lo fissa.

È questo il punto misterioso. Cioè quello che possiamo sapere, è questa duplice priorità: da un lato la priorità dell’intelletto sulla volontà

 

Il primato spetta all’intelletto, che presenta l’oggetto. Da quel lato c’è il primato del giudizio pratico-pratico, che è già emesso. Però non è ancora immobile. Quello che lo fa diventare in qualche modo l’unico criterio di tutta l’azione che seguirà, è appunto la immobilizzazione derivante dalla scelta. E sotto questo aspetto è la scelta che predomina sul giudizio.

Vi dissi proprio a ragion veduta, che il giudizio pratico-pratico non presenta più una pluralità di mezzi, ma presenta un solo mezzo concreto. Però, prima della immobilizzazione della scelta, il giudizio pratico-pratico prevalente può essere quello, ma non è l’unico, ma ha accanto a sé tanti altri possibili giudizi pratico-pratici.

Faccio sempre il mio solito ridicolo esempio di un viaggio da compiere.

Immagini da Internet

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