Trattato sugli Atti umani
P. Tomas Tyn
Lezione 4 (Parte 2/2)
P.Tomas Tyn, OP - Corso “Atti Umani” - AA.1986-1987 - Lezione n. 14 (A-B)
Bologna, 17 febbraio 1987
http://www.arpato.org/corso_attiumani.htm
… sempre il nostro agire umano oppure se qualcos’altro al di là dell’atto umano potesse essere anche oggetto di una scelta.
Ora, riguardo all’intenzione, lì SanTommaso parte, diciamo così, da una analogia tra l’atto di intenzione e l’atto di scelta. L’atto dell’intenzione è per eccellenza l’atto della volontà riguardante il fine, mentre l’atto di scelta è per eccellenza l’atto della volontà riguardante i mezzi.
Ora, come nell’intenzione il fine inteso o è una cosa realizzata tramite un’azione, oggetto di un’azione o è un’azione addirittura come tale, così anche nell’ordine dei mezzi la scelta non può avere per oggetto se non un’azione umana o una cosa da realizzare tramite un’azione.
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Sempre si tratta o dell’atto umano o dell’oggetto dell’atto umano. Ora, l’agire, il nostro agire, dipende sempre da noi; quindi ci è sempre possibile. In tal senso ovviamente, trattandosi nell’ambito della scelta, dell’ambito dell’agibile, possiamo dire che ciò che è oggetto di scelta è sempre possibile all’uomo.
Qui importante è l’argomento del motivo della scelta. Infatti il motivo della scelta sta nel fatto che un mezzo appare come adatto per il conseguimento del fine. Noi scegliamo, fermiamo, se volete, un giudizio pratico-pratico che ci presenta un mezzo per il fine. Noi lo scegliamo, perchè il mezzo che il giudizio ci presenta ci appare come un mezzo adatto al fine, come un mezzo che conduce al fine.
E quindi ovviamente la scelta dispone a un fine possibile e a dei mezzi altrettanto possibili.
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