16 giugno, 2024

Sulla differenza fra il corpo e lo spirito - Sesta Parte (6/6)

 

Sulla differenza fra il corpo e lo spirito

Sesta Parte (6/6)

La confusione dello spirito con la materia

Uno dei pregi della filosofia tomista è quello di farci comprendere la dignità dello spirito e della materia, la loro distinzione, la superiorità di quello su questa, l’origine di questa da quello, l’armonia fra entrambi creati da Dio purissimo spirito.

Distinguere lo spirituale dal corporale non implica necessariamente la loro reciproca esclusione, come ha creduto Platone, ma, adottando gli accorgimenti concettuali di Aristotele, ossia la distinzione fra atto e potenza, materia e forma, ente ed essenza, sostanza e accidenti e analogia dell’essere, è possibile la distinzione, unione ed armonia senza contrapposizione nella comune appartenenza dello spirito e del corpo all’orizzonte del reale e dell’essere, con subordinazione della materia allo spirito. 

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Se l’essere fosse per sé conoscere si avrebbe la confusione dell’essere spirituale con l’essere materiale, giacchè l’essere può essere materiale come spirituale. La materia sarebbe ridotta allo spirito e lo spirito alla materia. Lo spirito viene materializzato e la materia diventa un’idea astratta, un ente di ragione, un pensiero, un concetto, un pensato, un essere di coscienza, immanente alla coscienza e al pensiero, un prodotto del pensiero.

La confusione dello spirito con la materia caratterizza tanto il materialismo quanto l’idealismo. Se lo spirito si pone sul piano dell’essere e dell’eterno e la materia su quello del temporale e del divenire, possiamo notare che l’idealismo che riduce la materia a pensiero e quindi a spirito e ad eternità si può rovesciare nel materialismo, che identifica la realtà con la materia e materializza lo spirito e il pensiero.

Come abbiamo visto, l’osservazione della realtà ci induce ad ammettere l’esistenza di un certo numero di gradi di essere basati sull’esistenza di una gerarchia di forme, le quali salendo di grado, si presentano come sempre più indipendenti dalla materia, ma informano sostanze corporee fino a che si dà una forma, quella spirituale, sussistente da sé senza la materia.

Ma questa forma sussistente è ancora distinta dal suo atto essere. Non è ancora la forma suprema, la forma al grado massimo di perfezione, la quale è data – e questo è Dio – da quella forma unica e singolarissima che coincide col suo stesso atto d’essere.

Dio stesso quindi, creatore di tutti gli enti materiali e spirituali, del cielo e della terra, non può che essere al vertice sommo della sostanza spirituale, giacchè è l’ideatore e creatore della materia e della forma, quella forma che dà l’essere in atto alla materia, essendo la forma atto della materia ed essendo la materia soggetto potenziale ad essere formato ed attuato dalla forma.

Immagine da internet: Tintoretto, la creazione egli animali

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