Dalla tribolazione alla sovversione
Nel sec.XVIII la compagnia di Gesù fu soppressa dietro alle pressioni della massoneria. Oggi ha rischiato di essere soppressa a causa delle infiltrazioni massoniche.
La Civiltà Cattolica n.4029 del 5 maggio 2018 pubblicò un articolo del direttore Padre Antonio Spadaro dal titolo «La dottrina della tribolazione», che cita una lettera ai Confratelli del 1987 dell’allora Provinciale Padre Bergoglio, di commento ad alcune lettere di Prepositi della Compagnia coinvolti nella drammatica vicenda della soppressione e successiva ricostituzione della Compagnia fra i secc. XVIII e XIX.
L’articolo è molto interessante, perché ci mostra il grande mutamento storico della Compagnia dal sec. XVIII ad oggi. Allora i Gesuiti erano veramente un ostacolo all'ascesa dell'illuminismo e della massoneria, che portò alla Rivoluzione Francese, per cui erano i sovrani infetti da queste ideologie che volevano la soppressione della Compagnia.
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La Civiltà Cattolica n.4029 del 5 maggio 2018 pubblicò un articolo del direttore Padre Antonio Spadaro dal titolo «La dottrina della tribolazione»,
che cita una lettera ai Confratelli del 1987 dell’allora Provinciale Padre Bergoglio,
di commento ad alcune lettere di Prepositi della Compagnia coinvolti nella drammatica vicenda della soppressione e successiva ricostituzione della Compagnia fra i secc. XVIII e XIX.
... possiamo certamente vedere in questo poderoso brano dell’enciclica Fratelli tutti la condanna del soggettivismo etico di Rahner:
«Che ogni essere umano possiede una dignità inalienabile è una verità corrispondente alla natura umana al di là di qualsiasi cambiamento culturale. Perciò l’essere umano possiede la medesima dignità inviolabile in qualunque epoca storica e nessuno può sentirsi autorizzato dalle circostanze a negare questa convinzione o a non agire di conseguenza. L’intelligenza può dunque scrutare nella realtà delle cose attraverso la riflessione, l’esperienza e il dialogo, per riconoscere in tale realtà che la trascende la base di certe esigenze morali universali.
Agli agnostici questo fondamento potrà sembrare sufficiente per conferire una salda e stabile validità universale ai princìpi etici basilari e non negoziabili, così da poter impedire nuove catastrofi» (nn.213-214).
Immagini da internet
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