La vera essenza della filosofia moderna
Quarta Parte (4/4)
I tre livelli dell’io
Un importante applicazione del trascendentale idealista è la dottrina dell’io trascendentale, ricavato per ampliamento dall’io cartesiano, che è l’io dello stesso Cartesio. Egli infatti, avendo presa coscienza del suo esistere come spirito costituente la fondamentale certezza, si chiede se possiede un corpo e se per caso non è il solo ad esistere nel mondo, dal momento che non ha ancora dimostrato che esistono cose attorno a lui.
Ora, per risolvere questo arduo problema, Cartesio universalizza il proprio io, allarga l’ampiezza del suo io individuale e ne fa un principio valido per tutti gli io. Così egli ottiene l’io trascendentale o io puro, che abbraccia anche gli altri io diversi da lui. In tal modo egli si assicura dell’esistenza degli altri io.
Ma siccome nell’io trascendentale risiede l’idea di Dio verità assoluta, ecco che dall’io trascendentale Cartesio deduce l’io assoluto o divino, che gli garantisce l’esistenza e la conoscibilità del mondo esterno, mentre il sum rende possibile, come noterà Fichte, l’accostamento dell’io empirico all’Egò èimi di Gesù Cristo aprendo la porta al panteismo.
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Davanti al famoso sum cartesiano, gli idealisti si sono ingannati. Non si sono accorti che io, come uomo, posso dire io esisto, non io sono. Solo Dio può dire di Se stesso Io sono (Es 3,14).
Il sum cartesiano è ambiguo, perché può essere interpretato nei due sensi.
Ora, mentre nel caso dell’io umano, l’io esisto non ha predicati nominali, l’io sono è seguito da un predicato nominale («io sono un uomo»). Nel caso di Dio, Egli e solo Lui può dire non solo Io esisto, ma anche Io Sono senza predicati. E questo perché? Perché dire io sono senza predicati vuol dire io sono infinitamente ed assolutamente, cosa che conviene solo a Dio, mentre nel caso del mio io, il cui essere è limitato, devo precisare e dire, per esempio, io sono un uomo, in quanto il mio essere è limitato all’esser uomo ed esclude l’esser donna.
Il Sommo Pontefice oppone allo gnosticismo come suo rimedio l’umile riconoscimento delle cose come sono, create da Dio per il nostro bene, il realismo gnoseologico biblico del «primato della realtà sull’idea».
Immagini da Internet:
- Boscarati Felice, Donna con cesto di fiori e un uomo che l'abbraccia
Carissimo p. Giovanni non riesco a continuare a leggere la quarta parte della "vera essenza della filosofia moderna" l'https non si apre. Provi a controllare. Grazie.
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