Alcuni Lo hanno accolto e altri Lo hanno respinto

 

Alcuni Lo hanno accolto e altri Lo hanno respinto

Pensieri per il Natale

 

Venne fra i suoi e i suoi non Lo hanno accolto

Gv 1,11

 

Ricordiamo nel prossimo Santo Natale la venuta di Cristo fra noi. Alcuni di noi, che cercano Dio e desiderano la verità su Dio e la salvezza, quelli che sanno chi egli è, ascoltano la sua parola, lo amano e obbediscono ai suoi comandamenti, costoro si preparano a questa ricorrenza con preghiera, riti religiosi, opere penitenziali e di misericordia, lettura e meditazione della Parola di Dio e insegnamenti della Chiesa e dei Santi, lo attendono, desiderano conoscerLo sempre meglio, vivono nella sua Chiesa, diffondono il suo Vangelo, gioiscono per la sua venuta.

Ad altri invece, la commemorazione della nascita di Cristo sembra non dir nulla, è per loro un giorno come un altro, o mostrano totale indifferenza o mostrano apertamente di non essere affatto interessati oppure mostrano disprezzo o irritazione o irrisione, oppure per loro il Natale si risolve un una grande abbuffata ed in un’occasione per far quattrini. Oppure ad altri non interessa veramente e sinceramente ma fingono che a loro interessi avendo per vari motivi o in vari modi un falso concetto di Cristo. Ma dietro a quella falsa immagine di Cristo c’è il loro io o il principe di questo mondo.

Oppure per altri il Natale è un evento che per un momento spinge ad un atto di bontà, per cui si pensa un momento ai poveri, ci si ricorda dei nonni alla casa di riposo, ci si scambia auguri e regali, che peraltro assicurano grossi guadagni ai commercianti ed alla produzione alimentare ed industriale.

Passato il Natale, tutto torna come prima nelle solite grigie banalità quotidiane, ai meschini interessi, all’attaccamento alle cose di questo mondo, agli effimeri piaceri che ci sfuggono tra le dita, alla nostra esistenza basata sul nulla, alle magre soddisfazione del nostro orgoglio, il tutto funzionale al proprio io e all’apologia di noi stessi

Si rallegrano invece della venuta di Cristo coloro i quali, pur sapendo con la loro ragione che Dio esiste, si sentono in colpa nei suoi riguardi, sperimentano la sua giusta severità, si accorgono di sbagliare nella conoscenza di Dio, non trovano senso alla propria vita, non sanno su che cosa appoggiarsi, non sanno qual è il principio della certezza, non sanno qual è la differenza fra il bene e il male, non sanno se ciò che appare è ciò che è.  Sono tentati dall’ipocrisia e dalla superbia, sono tentati di congiungere il sì col no, sono tentati di servire due padroni, non vedono la differenza fra l’essere e il non-essere. Vorrebbero identificare l’essere col proprio pensiero, essere creatori di sé stessi.

Per costoro, smarriti ma assetati di verità, che Dio stesso si sia fatto presente a noi in un uomo e ci parli di Sé personalmente servendosi di un uomo, Gesù, è motivo di immensa gioia e consolazione.  Certamente in precedenza c’erano stati i profeti, c’erano i libri sapienziali della Scrittura, c’era la storia dei benefìci che Israele aveva ricevuto da Dio.

Ma evidentemente per l’umanità angosciata e pentita alla ricerca del Dio della misericordia, è fonte d’immensa gioia che Dio stesso in Gesù, che è un uomo, come Gesù, accreditato da Dio, ci dica che Dio è Padre, che Egli è il Figlio, e che ci manda a nome suo e del Padre lo Spirito Santo consolatore, fonte della verità e dell’amore, che vuole abitare nei nostri cuori, farci conoscere e sperimentare il mistero di Cristo, unirci tutti nella Chiesa, comunità della salvezza e della santità.  

Sono per noi miseri peccatori, in perenne conflitto tra di noi, tentati dal demonio, di grande consolazione la Chiesa che Egli ha fondato su Pietro come comunità di salvezza, i sacramenti che egli ha istituito come segni e mediatori efficaci della grazia e della nostra salvezza. È consolante la sua promessa di tornare alla fine del mondo a far definitiva giustizia e a rendere a ciascuno il suo. È grandemente consolante di averci dato in Maria sua Madre una Madre premurosa che ci guida a Lui e ci ottiene da Lui ogni grazia.

Che cosa sono le tenebre delle quali parla Giovanni, le quali rifiutano la luce di Cristo? Sono la superbia, il concentrarci nel nostro io, il rifiuto di riconoscere le nostre colpe, il gusto nel fare il male, la soggezione al principe di questo mondo, l’attaccamento ai beni terreni e la chiusura dell’occhio dell’intelletto ai valori dello spirito.

Ogni anno a Natale Cristo si propone a noi, ci propone il piano di salvezza ideato dal Padre, si propone a noi Egli stesso come Logos, come Verbo, Disegno, Piano, Progetto, Pensiero, Idea e Parola del Padre e, come aiuto nella realizzazione di questo piano stupendo ci assicura la sua assistenza se noi accettiamo. Noi però siamo sollecitati anche da un’altra proposta di grandezza umana: quella del principe di questo mondo.

Egli nell’Eden ci ha già ingannati una volta, facendoci credere che Dio era invidioso di noi e che disobbedendo a Lui avremmo aperto gli occhi, e avremmo potuto decidere noi che cosa è bene e che cosa è male, e che ci saremmo liberati dalla tirannia e gelosia di Dio.  

Invece è successo ciò di cui Dio ci aveva avvisato e minacciato. Ci siamo ritrovati nudi e spogliati della nostra dignità, servi del demonio e del peccato e votati alla morte. Ma con tutto ciò siamo portati a di considerare il demonio, come dice Hegel, un liberatore. Nonostante tutte le disgrazie che ci sono capitaste per aver disobbedito a Dio, è rimasta in noi la voglia di regolarci da soli, senza tener conto dei comandi divini. Ci è rimasta la facoltà di scegliere tra le due proposte: o quella di Cristo o quella di Satana. A noi la scelta.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 23 dicembre 2025


 

 

 

 

Immagine da Internet:

Natività, Michelangelo Buonarroti 

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.