Attualità di Giordano Bruno
Quinta Parte (5/5)
Per i panteisti la contraddizione si risolve, ma ritorna. La conciliazione si attua, ma nella contraddizione. L’identità esiste, ma nella negazione, la vita vince la morte, ma la morte ritorna. Per questo, nel tentativo di unire, confondono. Da qui la confusione panteistica del mondo con Dio.
Ricordiamo che nella Russia nel sec. XIX il grande filosofo e teologo Vladimir Soloviev, erede della spiritualità platonico-plotiniana di ascendenze parmenidee, ha formato il concetto dell’unitotalità (vseedinstvo), come totalità del molteplice unificata nell’Uno, che riprende l’Assoluto scellinghiano, erede a sua volta del monismo bruniano.
Il panteismo bruniano stimola due orientamenti ovvero si muove in due direzioni o dà spazio a due possibilità: una di tipo parmenideo, extratemporale ed extraspaziale, eternalista, di tipo statico, la quale assume solo la causa formale o ideale e ignora il divenire e un’altra di tipo eracliteo, storicista, evoluzionista, che ammette la materia, l’azione, il fare e la causa efficiente e produttiva e quindi la storia.
La seconda forma è quella del monismo eternalista di Emanuele Severino, il quale salta lo storicismo hegeliano di marca eraclitea, e si rifà direttamente al monismo panteista parmenideo. Severino sintetizza il suo pensiero in alcune frasi dove egli presenta la totalità come coincidenza dell’essenza con l’esistenza, e dunque per lui l’essere coincide con l’essere divino.
Severino è nella linea del parmenidismo bruniano quando pone la divinità e l’eternità dell’essere, perchè l’uno parmenideo e bruniano non è altro che l’uno divino dell’essere sussistente-
Notiamo altresì che entrambe le forme di panteismo che ho descritto sopra negano l’adeguazione del pensiero all’essere identificando il pensiero con l’essere, con la differenza che mentre per Gentile il pensiero produce l’essere, per Severino il pensiero è l’apparire dell’essere.
Immagine da Internet: Vladimir Soloviev
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