Circa la rigorizzazione del concetto di creazione
Parte Seconda (2/5)
La nozione dell’essere non è univoca, ma analogica
Del resto, già Hegel nel dare inizio alla sua Scienza della logica con la sua idea dell’essere come «immediato indeterminato» esplicitamente parte da Parmenide, anticipando l’errore di Postorino o di Severino o di Bontadini, che pretendono di interpretare il divenire alla luce di Parmenide e non di Aristotele.
Hegel però non dimentica neppure Eraclito, anzi va a lui la sua preferenza, perché il vero essere per lui non è l’essere astratto di Parmenide, che è solo il cominciamento dell’essere e del sapere, ma è la sintesi eraclitea di essere e non-essere, lungamente elogiata da Hegel nelle sue Lezioni di storia della filosofia, mentre a Parmenide dedica pochissime pagine, pur dichiarando di rifarsi anche a lui.
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San Tommaso enuncia in una maniera lapidaria il principio di non-contraddizione: non est affirmare et negare simul, perché ogni ente è quello che è, per cui è impossibile che un ente sia e non sia simultaneamente e sotto lo stesso riguardo: principio di identità. Può esserlo in tempi diversi e sotto aspetti diversi.Introducendo nel principio la citazione del tempo («simultaneamente»), cosa che Parmenide trascura di fare, tempo, che suppone e comporta il passaggio dell’ente dalla potenza all’atto, Aristotele ha spiegato come il divenire non è contradditorio, ma intellegibile e identitario, fino a concernere il mobile nell’istante presente nel quale è in atto il suo movimento, benché questo istante passi e il successivo non sia ancora giunto.
Postorino si rifiuta di concepire il creare come un produrre, in quanto comporterebbe un far passare l’essere dal non-essere all’essere, cosa che a Postorino sembra contradditoria perchè comporterebbe la affermazione e la negazione dell’essere, senza capire che proprio il passare evita la contraddizione mediante l’introduzione del prima e del poi.
La creazione, Maurits Cornelis Escher
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