23 gennaio, 2022

Da Hegel a Marx - Il passaggio storico dal panteismo all’ateismo attraverso Feuerbach - Prima Parte (1/5)

 Da Hegel a Marx

Il passaggio storico dal panteismo all’ateismo

attraverso Feuerbach

Prima Parte (1/5)

                                                                          Maledetto l’uomo che confida nell’uomo.

                                                                            Benedetto l’uomo che confida nel Signore

                                                                                                       Ger 17,5.7

Il cogito cartesiano è la radice dell’ateismo moderno

A seguito del peccato originale è rimasta nell’uomo, istigata dal demonio, la ribellione verso Dio e l’insofferenza di dover essere guidati dalla sua legge. L’uomo vuol regolarsi da sé secondo le proprie concupiscenze. L’uomo non vuol essere dipendente da Dio, ma solo da se stesso. Per questo vuol dare la scalata al cielo per abbattere il trono di Giove come Prometeo e i Titani o respinge il timore degli dèi come Lucrezio.

L’ateismo moderno nasce da una falsificazione del dogma dell’Incarnazione, che viene inteso come la possibilità data all’uomo di diventare Dio perché Dio diventa essenzialmente uomo. Sono quindi rotti i confini tra Dio e l’uomo: l’umano trapassa liberamente nel divino e il divino si compiace di trapassare nell’umano. Attributi umani e attributi divini non sono più separati fra loro, ma si mescolano fra di loro: Dio muta e soffre; l’uomo crea se stesso. 

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Per questo si può dire senz’altro che l’anticamera dell’ateismo contemporaneo è la cristologia di Hegel, per la quale in Cristo la natura umana s’identifica con la natura divina.

Dunque l’uomo è Dio.

 

 

Feuerbach e Marx ne traggono le conseguenze:

 se dunque l’uomo è già da sé Dio, non occorre alcun Dio creatore al di sopra di lui, ma chi pensa questo, offende la dignità umana sovrapponendo sull’uomo un padrone celeste che non esiste e che serve solo ai padroni per intimorire i lavoratori con vani scrupoli, illuderli con vane speranze, mantenere lo status quo ed opprimere e sfruttare la classe lavoratrice.

Se l’uomo per Marx è l’ente supremo, la cui esistenza coincide con l’essenza, non per questo per Marx l’ente supremo è eterno, semplice, atto puro, immutabile e impassibile, come il Dio trascendente del teismo, ma, come l’uomo, è storico, evolutivo, conflittuale, mutevole e diveniente.

Immagini da internet: Hegel, Marx, Feuerbach

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