Esiste un diritto umano al perdono?
Esigere ciò che è puro dono?
Il Santo Padre ha suscitato recentemente in alcuni meraviglia per avere parlato di un «diritto umano al perdono». L’obiezione che è stata fatta è che il perdono è una grazia di Dio e noi non possiamo esigere da Dio come fosse un diritto ciò che Egli elargisce solo gratuitamente.
Osserviamo anzitutto che il Papa non ha parlato di diritto presso Dio, ma di diritto umano, ossia presso gli uomini, presso la società civile, presso le istituzioni dello Stato, presso l’autorità giudiziaria, in generale o presso il fratello che abbiamo offeso.
Al riguardo, notiamo anzitutto che la condizione per essere perdonati in generale sia presso Dio che presso gli uomini – il Papa lo ha ripetuto spesso – è quella di riconoscere il proprio fallo, di essere pentiti del male commesso e di essere disposti a subìre la giusta pena e a riparare.
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Sappiamo infatti come una delle virtù dell’antica Roma, presagio in ciò di quella Chiesa avente il suo centro in lei, «onde Cristo è romano» (Purg., XXXII, 99), per dirla col divino Poeta, era l’ideale dell’humanitas, il senso dell’universalità della natura e quindi della ragione umana, il senso dell’universale uguaglianza e fraternità umana, direbbe oggi Papa Francesco, giusta le parole del poeta Terenzio nell’Heautontimorumenos (I, 1, 25): homo sum, humani nihil a me alienum puto o secondo quello jus gentium o quella lex non scripta, dei quali parla Cicerone, dei quali abbiamo un’eco nello stesso San Paolo (Rm 2,14-15), quella che la successiva dottrina della Chiesa con San Tommaso chiamerà «legge naturale», corrispondente al decalogo mosaico.
Il Vangelo distingue il diritto al perdono presso gli uomini – come diritto umano naturale, ed è di ciò che il Papa parla - dal diritto cristiano soprannaturale al perdono presso Dio.
Nell’uno e nell’altro caso l’offensore può avere il diritto di essere perdonato a patto che sia pentito del suo atto, lo riconosca e sia pronto a farne ammenda e a riparare.
Nel caso della riconciliazione con gli uomini, per poter esigere il perdono, è sufficiente che l’offensore compia un atto riparatore di merito naturale.
Nel caso invece dell’offesa a Dio, occorre invece che l’atto riparatore sia compiuto in grazia appoggiandosi ai meriti di Cristo.
Immagini da internet
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