21 marzo, 2024

Israele popolo di Dio - Seconda Parte (2/2)

 

Israele popolo di Dio

Seconda Parte (2/2)
 

Come mai Israele fa ancora resistenza a Cristo?

Quello che d’altra parte si stenta a capire è come mai Israele, dopo 2000 anni che è venuto il Messia, ancora non lo riconosce. Consolano e danno speranza le parole di San Paolo:

«Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore, ma quando ci sarà la conversione al Signore, quel velo sarà tolto» (II Cor 316). «La parola di Dio non è venuta meno. Infatti non tutti i discendenti di Israele sono Israele; né per il fatto di essere discendenti di Abramo, sono tutti suoi figli» (Rm 9,6-7). 

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Per validi motivi storici, corrispondenti alla rivelazione biblica, è giusto che Gerusalemme, governata dagli Israeliani, sia la capitale di Israele. Nel contempo è giusto e doveroso che il governo israeliano conceda libertà di culto a cristiani e musulmani, in forza del diritto alla libertà religiosa.

È encomiabile la venerazione dei musulmani per Gerusalemme, ma essi devono rinunciare alla pretesa di essere loro i signori di Gerusalemme al posto di ebrei e cristiani, perché tale loro pretesa non ha fondamenti né storici, né religiosi, né giuridici, ma è effetto di imprudente credulità in Maometto, sempre intento a favorire al massimo il suo popolo, gli Arabi.

Quanto ai cristiani, essi vedono con gli ebrei in Gerusalemme la prefigurazione della Gerusalemme celeste. Per questo essi anche a Gerusalemme svolgono la loro opera evangelizzatrice nei confronti di ebrei e musulmani secondo le direttive del Concilio Vaticano II. La comunità cattolica di Gerusalemme è parte integrante della Chiesa cattolica.

Immagine da Internet: “La Jérusalem céleste“, extraite de la Tapisserie de l'Apocalypse du Château d'Angers, France.

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