13 agosto, 2024

Il concetto dell’essere in San Tommaso ed Heidegger - Parte Prima (1/2)

 

Il concetto dell’essere in San Tommaso ed Heidegger

Parte Prima (1/2)

Io Sono Colui Che È

Es 3,14

Prima che Abramo fosse, Io Sono

 Gv 8,58

 

Introduzione

Il tema dell’essere è oggi oggetto d’interesse per alcuni, mentre per molti altri è totalmente estraneo al loro interesse ed anzi è considerato con disprezzo una vuotaggine priva di senso e il prestarvi attenzione è una perdita di tempo e il segno di cervelli che si pascono di astrazioni e non vivono nella realtà.

Non capiscono che l’interesse per l’essere è segno della massima attenzione e considerazione per la realtà più concreta, oggettiva ed immediata, è segno di realismo e di schietto amore per la verità. Non capiscono che l’astrattezza massima di questo concetto è proprio ciò che permette alla nostra mente di abbracciare, benché assai imperfettamente e implicitamente, la totalità del reale e comprendere ogni cosa, giacchè è evidente che ogni cosa esistente è un ente che ha l’essere o in atto l’essere.

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Nati per pensare l’essere, ci dimentichiamo dell’essere. Nati per contemplare la verità dell’essere, ci chiudiamo nel nostro soggettivismo, nella quotidianità, nella chiacchiera, ci annulliamo nel nichilismo, nell’esistenza inautentica. Fatti per l’essere ci disperdiamo fra gli enti. Benchè l’essere appaia, si sveli, ci illumini e si manifesti, ci sottraiamo alla sua presenza e al suo appello. 

Quello che purtroppo in Heidegger ci fa cadere le braccia è il fatto che dopo queste constatazioni verissime ed importantissime, quando gli chiediamo di chiarirci che cosa intende quando parla della relazione dell’uomo con l’essere, chi è per lui l’uomo e che cosa per lui è l’essere, proviamo un’enorme delusione.

Infatti, Heidegger pone tra l’uomo e l’essere una reciprocità, che non corrisponde alla realtà: in realtà è l’uomo che dipende dall’essere e non l’essere che dipende dall’uomo. Se il nostro destino è nelle nostre mani e non in quelle dell’essere, ossia di Dio, l’uomo prende il posto di Dio, ma nasce un dio fasullo.

La giusta risposta alle giuste constatazioni di Heidegger, il vero rimedio, li troviamo invece nella concezione tomista dell’essere, sorgente di una teologia che ci presenta un Dio veramente al suo posto, non come proiezione dell’uomo, ma come creatore e salvatore dell’uomo.

Tommaso ci avverte che non possiamo ridurre l’essere a un’essenza o concepirlo come fosse un’essenza, perché allora non distingueremmo più l’essenza dall’essere, che è l’atto dell’essenza. L’essenza è ciò che l’ente è, ciò per cui l’ente è ciò che è. L’essere è ciò per cui l’ente è o è in atto. Un ente o essenza senza l’essere è semplicemente possibile; con l’essere è attuale.

Immagini da Internet

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