06 agosto, 2021

Papa Francesco commenta Dante - Seconda Parte (2/3)

 Papa Francesco commenta Dante

Seconda Parte (2/3)

Ci è consentito credere che certe date persone siano all’inferno?

Il Papa tuttavia non nota una macchia nella concezione dantesca della giustizia divina, e cioè il fatto che se Dante, in ossequio al dogma dell’inferno, riconosce giustamente in esso l’esistenza di dannati, ha però la presunzione di dirci chi sono, cosa che non è consentita da una retta concezione dell’inferno.

E ciò sembra dipendere in Dante da un non tutto spento spirito di vendetta verso suoi nemici, cosa che qui getta un’ombra sull’immensa grandezza d’animo del sommo Poeta. Forse qui comprendiamo che chi lo ha mandato in esilio, probabilmente partigiani di Bonifacio VIII, doveva certamente aver torto, ma forse non tutti i torti.

Vorremmo qui notare al riguardo che, in linea di massima, non ci è proibito ritenere, in casi gravi, come nostra legittima opinione soggettiva, che il tale o il tal altro sia all’inferno. Ricordiamoci per esempio del problema della sorte di Giuda, in passato giudicato da tutti senza discussione dannato, mentre oggi Papa Francesco ci raccomanda di essere molto cauti nel giudizio.

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Il Papa tuttavia non nota una macchia nella concezione dantesca della giustizia divina, e cioè il fatto che se Dante, in ossequio al dogma dell’inferno, riconosce giustamente in esso l’esistenza di dannati, ha però la presunzione di dirci chi sono, cosa che non è consentita da una retta concezione dell’inferno.


Immagine da internet:
- Dante e Virgilio all'inferno

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