Il ministero del Confessore
Prima Parte (1/4)
Ricevete lo Spirito Santo;
a chi rimetterete i peccati saranno rimessi
e a chi non li rimetterete,
resteranno non rimessi
Gv 20,22-23
Una grave questione che affligge la Chiesa di oggi è quella dell’identità del sacerdote e per conseguenza del Vescovo e del Papa, evidentemente sacerdoti anch’essi. Ciò tira in ballo le due funzioni essenziali del sacerdote, dir Messa e confessare. Che senso hanno queste pratiche? Sono ancora attuali? E il sacerdote chi è? A che cosa serve? Non ha fatto bene Lutero ad abolire sacerdote, confessione e Messa?
Tanto più che nelle attività ecumeniche non pare che capiti mai che cattolici esortino i fratelli luterani a recuperare questi valori, mentre quello che si nota, quando non si tratta di cattolici che abbandonano la fede in quei valori, è la tendenza in molti a intendere quei valori in modo deformato, che li assimila a ciò che Lutero ha messo al loro posto: il ministero della Parola, lo studio della Scrittura, la memoria della Cena del Signore, la preghiera, la condivisione fraterna, le opere assistenziali.
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Avviene inoltre che il penitente non considera la Confessione come un cammino di purificazione, di correzione, di guarigione, di penitenza, di liberazione, ma come una piacevole occasione per raccontare al Confessore i propri fatti a partire dalla confessione precedente. Come si è giunti a questo punto? Colpa del Concilio? Niente affatto: colpa dei modernisti che hanno falsificato l’insegnamento del Concilio, influenzati dal buonismo e dal perdonismo luterano.
È vero che si può pregustare a momenti la vita futura, ma solo in mezzo alle tribolazioni sopportate per amore di Cristo e dei fratelli. Se però nella sventura io non trovo questa possibilità di trasformarla in espiazione dei miei peccati, come faccio a continuare a credere che Dio mi sta usando misericordia? Dovrò pensare che questa sventura non viene fa Dio. Da dove viene, allora? Dalla natura? Ma la natura è creata e governata da Dio! D’altra parte, misericordia vuol dir sollievo; sventura vuol dire abbattimento. Un abbattimento sollievo? È un assurdo.
Il misericordismo si aggroviglia in un’inestricabile contraddizione. Per il cristiano autentico, invece, la sventura è effettivamente segno della misericordia divina, ma in che senso? Nel senso che il cristiano vi legge l’occasione per fruire di quella misericordia che consiste nel poter espiare in Cristo i propri peccati. E allora vediamo che se non accettiamo il dovere di espiare i peccati, ci mettiamo in un labirinto dal quale non riusciamo a venir fuori, salvo fare come Nietzsche, il quale diceva che bisogna danzare nell’inferno.
Immagini da Internet
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