06 ottobre, 2020

Il conforto cristiano alla persona sofferente

 Il conforto cristiano alla persona sofferente

Il paradosso cristiano della sofferenza

Uno dei più grandi pregi del cristianesimo è quello di saper dare al sofferente un conforto e una consolazione che nessun’altra religione, morale, filosofia o psicologia sa dare, a patto, s’intende, che il sofferente o il malato sia desideroso di guarire, creda in Dio, ed abbia fiducia nelle parole del Vangelo.

Infatti il conforto cristiano non è un conforto semplicemente umano, solidaristico o psicologico, che pure ha la sua utilità quando il sofferente non è pronto a comprendere l’apparente paradosso del discorso della Croce. Perché il conforto cristiano possa avere il suo effetto, bisogna che il sofferente, illuminato dalla fede ed animato dalla carità cristiana, viva già una vita cristiana o quanto meno sia aperto alla comprensione di ciò che gli viene comunicato dal fratello di fede, laico o sacerdote che sia.

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/il-conforto-cristiano-alla-persona.html 

San Gregorio Magno - Fabris D. (1861), San Girolamo riceve il viatico  (Immagini da internet)

9 commenti:

  1. Reverendo Padre Giovanni,vorrei porle qualche domanda circa il senso di questa pandemia,cioè se si può considerare un castigo o avvertimento di Dio.So che lei ne ha parlato diverse volte, ma vorrei capire i fondamenti biblici,teologici della sua risposta.Premetto che non sono contrario all'idea che il peccato possa essere castigato e penso che il castigo non sia incompatibile con un Dio misericordioso.Grazie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Paco, certamente questa pandemia è un castigo di Dio nel senso biblico, vale a dire che è un richiamo di Dio alla penitenza e alla conversione. Il che vuol dire che questa sventura, la quale è una conseguenza del peccato originale, nella visione cristiana viene trasformata dalla Redenzione di Cristo in un mezzo di liberazione dal peccato e dalla sofferenza. A questo punto noi abbiamo la possibilità di unirci alla sofferenza redentrice di Cristo, accogliendo con pazienza questa sventura, secondo la visione di fede che le ho detto. Nello stesso tempo operiamo e preghiamo affinchè presto questo male venga sconfitto.

      Elimina
    2. Reverendissimo padre,anzitutto grazie per la puntuale e rapida risposta.Ho posto ad altri sacerdoti,la medesima domanda,anche qualche teologo e suo confratello domenicano,ma ho ricevuto risposte di diverso tipo,che non mi hanno del tutto soddisfatto, nè mi hanno convinto. Qualcuno di essi,mi ha risposto che Dio non può castigare,essendo perfetta carità e misericordia.Io ho fatto notare, che pur condividendo il concetto di Dio misericordioso,ricordavo che la Sacra Scrittura offre tanti passi che mostrano che Dio castiga e corregge,per esempio il popolo d'Israele,pur amandolo,e anche nel nuovo testamento,non mancano passi nei quali Gesù stesso tratta questo tema.Ce ne sono diversi ma mi viene in mente le parole di Gesù in Lc 13,1-9:"Se non vi convertirete perirete come loro..." .Mi è stato risposto che queste pagine della Sacra Scrittura,altro non sono che una umanizzazione di Dio,operata dall'autore sacro,un espressione del linguaggio umano.Mi è stato anche detto che in fondo il Covid19 è stato prodotto da errore umano,pertanto non si può imputare a Dio nulla.Francamente queste spiegazioni mi sembrano insufficienti,perchè io credo che la misericordia,non sia contraria al castigo.Che il peccato e i peccati personali abbiano una conseguenza e anche se il Covid19 non è stato causato da Dio,ma da errore umano è pur vero che il Signore permette questo,non lo impedisce, pertanto deve esserci un fine buono ai suoi occhi,altrimenti non lo permetterebbe.Vorrei che lei mi dicesse se questo mio ragionamento è corretto teologicamente,perchè mi sono trovto a disputare con diverse persone,di diversa opinione e anche qualche sacerdote.Grazie

      Elimina
  2. Caro Paco, il concetto di castigo divino è ricavato dalla Bibbia partendo dalla considerazione del castigo umano e andando per analogia. Quindi non è vero che Dio è sempre misericordioso e non castiga mai, e non è vero che il concetto di castigo divino è puramente antropomorfico, ma è una nozione spirituale che vale analogicamente per la volontà umana e per la volontà divina. Quindi il castigo è un atto di giustizia positivamente voluto da Dio, e anche se procura sofferenza, questo non significa assolutamente un contrasto con la bontà divina, ma al contrario è proprio perchè Dio è buono che castiga, in quanto il castigo è il segnale che abbiamo peccato ed è conseguenza necessaria del peccato, in radice del peccato originale, il quale ha causato un'ostilità della natura contro di noi e un'ostilità degli altri contro di noi. Inoltre il castigo divino ha lo scopo di darci occasione di fare penitenza uninendoci alla Croce di Cristo, in modo tale che così facendo noi otteniamo dalla misericordi del Padre il perdono dei peccati e la liberazione dalla sofferenza. Poste queste premesse, per quanto riguarda il covid, anche ammesso che sia un effetto di un errore umano, considerando l'azione nociva del covid, bisogna dire che essa è regolata da leggi di natura, che dipendono dalla volontà divina. Questo non vuol dire assolutamente che Dio non voglia che noi combattiamo il covid. Al contrario, lo vuole positivamente,per cui dobbiamo sperare che presto la scienza, con l'aiuto divino, possa trovare un rimedio a tanto male.

    RispondiElimina
  3. Carissimo padre,condivido totalmente quanto lei ha scritto.Penso le stesse cose,eppure trovo poche persone, tra i laici e i sacerdoti,che abbiano queste convinzioni.Eppure la Sacra Scrittura sembra chiarissima,tanti passi biblici sia dell'antico testamento,che del nuovo,ripetono questo concetto,come anche alcune apparizioni della Vergine.Non sono un fan di Medjugorie,ma a quanto dicono i supposti veggenti,anche in queste apparizioni,la Vergine starebbe invitando alla penitenza e preghiera.Il concetto di castigo divino risulta insopportabile ai più,sacerdoti compresi,non le nascondo che se ripetessi, quello che le ho scritto,in qualche contesto parrocchiale a cui prendo parte,sarei visto malissimo,considerato come un fanatico,esaltato.Mi è capitato accennare questo tema, in un incontro parrocchiale,mi sono reso conto di aver creato paura e mi sono attirato le antipatie e ostilità di alcuni.Anche il mio parroco,mi ha guardato stranito,mentre chiedevo,che senso pensava avesse questa pandemia?Mi ha risposto barcamenandosi in un discorso confuso,ma sottolineando che Dio comunque non castiga.Alcuni vedono il cristianesimo solo come gioia, allegria,un Dio buono misericordioso,che non castiga mai,tutto consolazione, bontà,che perdona sempre e il concetto di penitenza poi non si comprende più,le malattie,le sventure,vengono viste solo da un punto di vista umano,come cose negative,da evitare.La morte non ne parliamo neppure,non va nemmeno nominata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Paco, capisco benissimo quello che tu mi riferisci, anche per esperienza personale. Quello che io ti consiglio è di non turbarti per questo smarrimento generalizzato, ma di mantenerti fedele alla sana dottrina, che certamente Papa Francesco non può non condividere, perché è dottrina di fede. Se il Papa ogni tanto ha delle frasi strane, non bisogna farci caso, ma badare al buono che egli dice. Pertanto io ti esordto a prepararti bene su questa materia, seguendo i miei scritti, con la fiducia che ci sarà qualcuno che ti ascolta. Intanto diamo noi l'esempio di vivere questi valori.

      Elimina
    2. Caro Don Giovanni,non dubiti la seguirò certamente,del resto anche io, nel mio piccolo,studio teologia,non con la profondità di un percorso accademico,nè con la sua sapienza,ma da laico,in un percorso diocesano, appunto per laici.Mi sto formando nella speranza di poter accedere,in futuro,ai ministeri del lettorato,accolitato,se Dio e il mio Vescovo lo vorranno,al diaconato permanente,restando nello stato di celibe e nella castità.Vorrei offrire il mio servizio alla Chiesa, restando celibe e casto.Anche su questo ultimo punto,la castità o meglio la continenza volontaria,ho notato che oggi è arduo parlarne,quasi un tabù e infatti non ne parlo,lo nascondo ai più temendo di non essere capito.Solo il direttore spirituale e il mio parroco ne sono a conoscenza,se ne parlassi si creerebbero certamente degli equivoci,dato che a molti sembrerebbe una strana scelta.Non sono tra i contestatori di Papa Francesco,anzi apprezzo molto il suo messaggio,specie quando parla della Chiesa in uscita.Non posso nascondere però di rimanere un Papaboys,anche se ormai non più giovanissimo.S.Giovanni Paolo II,mi è rimasto nel cuore,anche perchè ebbi la possibilità di baciare la sua mano e di ricevere una sua carezza.Grazie ancora per la disponibilità.

      Elimina
    3. Caro Paco, mi complimento per i tuoi interessi teologici e per il pensiero di poter diventare diacono. Riguardo al celibato, cerca di formarti delle solide convinzioni, senza preoccuparti di quanto pensa il mondo.

      Elimina
    4. Molte grazie per l'incoraggiamento,proprio domani inizierò le lezioni di cristologia.Fino ad oggi ho conosciuto valenti professori di teologia della facolta teologica dell'Italia meridionale.Non so chi verrà domani ma sarà di certo inetressante.Prima del Covid c'era una suora che ci ha dato delle nozioni di Sacra Scrittura,prima ancora un professore ci ha fatto una introduzione generale alla teologia.Tutte cose molto interesanti.Grazie ancora e restiamo in comunione di preghiera.

      Elimina

I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.