02 gennaio, 2022

La consostanzialità col Padre - Tomas Tyn - Prima Parte (1/3)

    La consostanzialità col Padre

Prima Parte (1/3)

P.Tomas Tyn, OP

Ecco, miei cari, continuiamo a riflettere sulla Trinità Santissima. E vi dissi già l’altra volta, precisando, cosa importantissima questa, che non c’è una continuità tra il discorso razionale e quello sovrarazionale, tra il naturale e soprannaturale su Dio. Ossia, Dio, essendo la pienezza dell’essere, si presenta sotto un certo aspetto alla nostra intelligenza, ma quel poco che la nostra intelligenza può conoscere di Lui non esaurisce affatto quel mistero che da secoli eterni, come dice San Paolo, è nascosto in Dio.

Infatti il Concilio Vaticano I, nella Costituzione “Dei Filius”, la cui pia lettura sempre raccomando, essendo un gioiello di sacra teologia, distingue questo duplice aspetto della conoscenza di Dio: è sempre lo stesso unico Dio che si conosce, ma, come direbbe San Tommaso, sotto aspetti formali diversi. Con la luce della ragione possiamo conoscere la sua esistenza, possiamo sapere che Dio è buono e perfetto, che è uno solo; possiamo sapere alcune altre sue caratteristiche o proprietà, ma non possiamo affatto conoscere la Trinità delle divine Persone.

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Non c’è la possibilità per l’intelligenza umana, senza l’aiuto della grazia, di accedere al mistero della Trinità.

Solo nella fede si coglie la Trinità delle divine Persone, mentre l’unità divina si coglie anche con la sola ragione.

 
La fede non è credere alle favole. 
 
C’è una grande differenza tra i dogmi di fede e la favola di Cappuccetto Rosso, e tante altre.

Al giorno d’oggi si può vedere come la nostra fede sia fortemente minacciata da una recrudescenza di quella che si può chiamare senza esagerazione una neognosi. In sostanza, c’è una nuova gnosi, che vorrebbe in qualche modo convincerci che ciò che noi crediamo sono dei miti, in sostanza dei simboli psicologici, che hanno un’apparenza simbolica, ma nulla di più.

La contemplazione delle cose di Dio ci renderà beati per tutta l’eternità

Guardate che noi siamo chiamati ad essere veramente felici e beati già quaggiù. 

Il cristianesimo non è pessimismo.

La Costituzione americana dice che ciascuno ha il diritto di essere felice; ebbene, il cristianesimo dice che ciascuno ha il dovere di essere felice: questa è la differenza, vedete, e quindi bisogna già da quaggiù su questa terra cercare di essere felici anticipando quella felicità di cui saremo beati per tutta l’eternità.

Immagini da internet

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