Il mistero
dell’eresia (1/3)
Gaude, Maria Virgo, cunctas haereses sola
intermisti in universo mundo.
Dall’Officium parvum Beatae Mariae Virginis
dell’Ordine Domenicano, Ed.1962
Chi ne parla troppo, chi ne parla troppo poco
Perché parlo di «mistero» dell’eresia e non semplicemente, come si usa, di «problema»?[1] Perché ciò che tocca la fede, il mysterium fidei, sia pur per negarla o falsificarla, è a sua volta un mistero, «mysterium iniquitatis» (II Ts 2,7), appunto per questo rapporto sia pur per contraddizione, con il mistero del credere.
Come il credere è un mistero, così il rifiuto di credere, l’eresia, la falsità, l’infedeltà, l’incoerenza, la disobbedienza, la menzogna, l’inganno in materia di fede, l’adulterazione o la strumentalizzazione della fede, la fede finta, ossia l’ipocrisia, l’apostasia in materia di fede non hanno una spiegazione razionale, così come ce l’hanno gli errori in campo scientifico o filosofico.
La spiegazione è insondabile, come è insondabile ai nostri occhi in quel tale il perché del credere e del rifiuto di credere. Solo Dio lo sa. È il mysterium iniquitatis. L’errore riguardante la fede è connesso, sia pur a contrario, col mistero dell’atto di fede.
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Pietro Ligari
Ardenno 1686 – Sondrio 1752
La Fede sconfigge l’Eresia
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