03 novembre, 2020

Le radici panteistiche del buonismo

  Le radici panteistiche del buonismo

I presupposti del buonismo

È molto diffusa oggi una certa concezione e pratica della misericordia e della carità, collegata con una certa concezione di Dio e della morale per la quale tutti sono buoni. Dio è buono, gli uomini sono buoni, io sono buono, la natura è buona.  Il diavolo non esiste. L’inferno è vuoto.

È ciò che si è convenuti di chiamare «buonismo». Esso è stato chiamato anche «misericordismo», perché il buonismo vede la bontà solo nella misericordia, trascurando che vi sono anche ben altre forme di bontà, come la benevolenza, l’amore coniugale e familiare, la magnanimità, la generosità, la glorificazione, la giustizia, l’amicizia, la correzione, l’educazione. 

Tuttavia, davanti a queste idee molte persone buone ed oneste avvertono un certo disagio; da una parte provano una certa attrattiva, ma sentono anche che c’è qualcosa che non va. Avvertono un’eccessiva enfasi sulla misericordia e una negligenza nel soddisfare alle esigenze e ai doveri della giustizia. Notano che sono i disonesti a trovarsi a proprio agio in questo clima di buonismo facendo peraltro la figura dei «misericordiosi». Infatti, la cosa che balza agli occhi, se non vogliamo essere ciechi e cercare vane scuse, è l’esistenza del male, del peccato e della sofferenza. 

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per San Giovanni la croce è la gloria di Cristo. Ma Cristo nella gloria è libero dalla croce

(immagini da internet) 

 

San Giovanni della Croce non è stato solo uno dei più grandi mistici cristiani ma anche un sommo artista sia come poeta che come disegnatore. Un giorno, siamo nel 1575, nella chiesa dell'Incarnazione Giovanni ha una visione. Mentre è appartato in preghiera, in un'angolo che da sul transetto, Cristo gli appare sulla Croce. Ha la testa reclinata sul petto, le braccia sostenute da pesanti chiodi, le gambe piegate sotto il peso del corpo, con un'espressione di assenso totale al sacrificio. Cessata la visione prende carta e penna e riproduce quanto ha visto.

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