La questione della teologia negativa
Non si tratta di abdicare all’intelligenza, ma di evitare la presunzione
Seconda Parte (2/3)
Come parlare di Dio
Oggi spesso c’è chi non parla mai di Dio e c’è chi ne parla a ruota libera o in modo sbagliato o ingannevole, senza adeguata preparazione, per pura abitudine, senza prudenza, senza convinzione, senza discrezione, per convenienza, per vendere libri, per apparire un genio o un profeta, per puro dovere d’ufficio, per giustificare la licenza morale, per sollecitare la superbia o le passioni, per incitare all’odio, per creare divisioni, per bloccare il progresso, per sovvertire il buon costume e l’ordine sociale, per far perdere la fede e il senso del sacro. Sembra incredibile, ma è così. A tanto arrivano le astuzie del demonio e le risorse della doppiezza e dell’ipocrisia. Servirsi del teismo e magari della mistica per diffondere l’ateismo e l’immoralità.
L’uso della parola «Dio» è molto delicato. Questo uso è spontaneo nell’anima onesta e religiosa. Ma dev’essere anche imparato e praticato con discrezione, intelligenza, prudenza, saggezza, retta intenzione. In molte circostanze è meglio tacerlo. Non bisogna usarlo a sproposito o avventatamente o mossi dalla passione.
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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/la-questione-della-teologia-negativa_15.html
Invito a consultare:
3-4 Giugno 2021, Roma - Conferenza sulla teologia negativa per il XXI secolo
La causa (il più) non può provenire dall’effetto (il meno) (contro Teilhard de Chardin).
La causa non sempre produce l’effetto, perché, come causa libera, può astenersene (contro Spinoza).
Non esiste solo la causa assoluta, ma anche la causa seconda (contro Severino).
Immagini da internet
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